GRAZIA (sufficiente)

Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica. GRAZIA (sufficiente): è un dono soprannaturale che per sé conferisce all'uomo la forza di poter agire, se vuole, in modo salutare (in ordine alla vita eterna).

Lutero e Calvino (v. Luteranesimo). negata la libertà umana in seguito al peccata originale, non concepiscano che una grazia efficacissima, la quale determini necessariamente la volontà dell'uomo predestinato alla vita eterna. Baio e più ancora Giansenio (v. Baianismo e Giansenismo) rigettano la grazia sufficiente che stimano dannosa, per ammettere anch'essi la sola grazia efficace che integri la natura e la spinga infallibilmente sulla via della salute. La Chiesa ha condannato questi e simili errori (DB, 1092 ss., 1226, 1363, 1521).
S. Scrittura: si parla di grazie concesse da Dio, che non hanno sortito il loro effetto, e il Signore rimprovera l'uomo che, pur potendo, non ha voluto approfittarne: Prov. l: «Ti ho chiamato e tu ti sei rifiutato»: Mt, 23. 37: «Gerusalemme, Gerusalemme, quante volte avrei voluto raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie sotto le ali i suoi nati, e tu non hai voluto». I Padri ripetono lo stesso pensiero: S. Agostino, (Enchir. 95): «né certo Dio fu ingiusto nel non volere la loro salvezza, perché essi potevano salvarsi, se avessero voluto». Il .Conc. Trid., sess. VI, cap. 11 (DB, 804) ripete le parole di S. Agostino: «Dio non comanda cose impossibili, ma comandando ti avverte a fare ciò che puoi e a chiedere ciò che non puoi e ti aiuta perché tu possa».
C'è divergenza tra Tomisti e Molinisti sulla natura della grazia sufficiente in rapporto con la grazia efficace (v. questa voce). I Tomisti sostengono che tra le due grazie c'è differenza e distinzione netta, perché la grazia efficace (premozione o predeterminazione fisica soprannaturale) ottiene sempre infallibilmente il suo effetto; la grazia sufficiente invece conferisce la potenza di agire, ma mai passa all'atto. I Molinisti pensano che una stessa grazia è solo sufficiente se l'uomo resiste e ne frustra l'effetto; è efficace se l'uomo acconsente col suo libero arbitrio e ne profitta passando all'azione salutare.
E' più giusto dire che la grazia sufficiente è anche mozione all'atto, come la grazia efficace, ma è impedibile, cioè non è tale da vincere tutti gli ostacoli interni ed esterni (passioni, tentazioni. ecc.), che influiscono sinistramente sulla volontà e la rendono più restia.