OBICE (della grazia)

Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofano: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". OBICE (della grazia) (lat. obex = ostacolo, impedimento): è una indisposizione morale che rende impossibile l'infusione della grazia.

Si distingue dall'obice del sacramento, che è la mancanza di un requisito, per cui il sacramento è nullo; per esempio il sesso femminile impedisce che l'ordine sia validamente amministrato.
  L'obice della grazia nei sacramenti destinati a conferire la giustificazione a chi è in peccato mortale (battesimo e penitenza, detti pertanto sacramenti dei morti) consiste nella mancanza della contrizione imperfetta o attrizione (v. Contrizione); nei sacramenti istituiti invece per aumentare la grazia (cresima, Eucaristia, estrema unzione, ordine e matrimonio, detti perciò sacramenti dei vivi) consiste nella mancanza della grazia santificante (o nella mancanza di attenzione in colui che incosciamente si trova in peccato mortale): in tutt'e due i casi si riscontra un certo attaccamento al peccato. Il ricevente può essere conscio o meno della sua indisposizione morale; Se è conscio, l'obice si dice formale e cosciente in un affetto attuale al peccato grave, che rende la recezione del sacramento non solo infruttuosa, ma anche sacrilega; se invece il soggetto è inconscio, l'obice viene detto materiale ed è costituito dall'adesione abituale al peccato grave passato, che rende la recezione del sacramento infruttuosa, ma non sacrilega perché dal peccato scusa la buona fede.