Un Cristianesimo senza Cristianità?

Il prof. Daniele Menozzi ha riassunto in un articolo un suo argomento preferito – quello degli aspetti politici soggiacenti ad alcune idee-chiave cristiane – trattato nei suoi libri su Il Sacro Cuore e su La Chiesa cattolica e la secolarizzazione. In quell’articolo egli svolge un’analisi per certi aspetti valida, ma corrotta dalla tesi di fondo: ossia che spesso la Chiesa, allo scopo d’imporre o difendere il potere ecclesiastico sulla società, abbia politicizzato il Cristianesimo in senso “reazionario”, ad esempio promuovendo alcune formule teologiche, devozioni popolari e feste liturgiche che, implicitamente o esplicitamente, hanno favorito regimi dittatoriali e antidemocratici.

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Contro Theilard (16 di 16)

R. Th. Calmel o. p., Realismo ed Evoluzionismo da "Nouvelles de Chrétienté". CONCLUSIONE. il ruolo della Chiesa non è di pensare all\’opera di un autore e alle sue buone intenzioni, ma di evitare che alcune anime siano traviate da tale dottrina e cadano in un confuso sincretismo mistico, sentimentalmente cristiano, che mescola un mucchio di opinioni eteroclite e difficilmente conciliabili con la fede. Il diavolo non desidera di meglio. L\’ignoranza di una fede precisa e l\’orgoglio dello spirito favoriscono grandemente la sua opera.

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Contro Theilard (15 di 16)

R. Th. Calmel o. p., Realismo ed Evoluzionismo da "Nouvelles de Chrétienté". UN\’IPOTESI SENZA PROVE. Il padre Teilhard esalta l\’evoluzione come un dogma intangibile, come un postulato indiscutibile. Basandoci sull\’autorità di eminenti specialisti in paleontologia e biologia, possiamo facilmente ricondurre questa pretesa a più giuste proporzione: è semplicemente un\’ipotesi. Le ipotesi sono perfettamente legittime come base di lavoro. La scienza non riuscirebbe a progredire di un passo, se le ricerche non assumessero come punto di riferimento queste anticipazioni. Il pericolo nasce invece quando ci si illude che sia possibile trasformare una probabilità seria verificata da un certo numero di prove concordanti, in una certezza e in un dogma indiscutibile.

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Contro Theilard (14 di 16)

R. Th. Calmel o. p., Realismo ed Evoluzionismo da "Nouvelles de Chrétienté". TEILHARD E SANT\’IRENEO. Un pio bollettino destinato agli oblati benedettini, il quale proponeva loro una spiritualità secondo la prospettiva teilhardiana, scriveva ancora, dopo il monito di Roma che il male è in fondo una incompiutezza, un accidente nello sviluppo spirituale; sembra che ciò aiuti molto i moderni a diventare migliori, poiché li fa sfuggire ad una nozione statica del peccato, la nozione classica…

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Contro Theilard (13 di 16)

R. Th. Calmel o. p., Realismo ed Evoluzionismo da "Nouvelles de Chrétienté". IL SENSO DELLA STORIA. Se «tutti i peccati sfuggissero oggi alle terribili persecuzioni della giustizia divina, non si crederebbe nella Provvidenza, ma se Essa punisse ora ogni peccato con un manifesto castigo, nulla sarebbe riservato, secondo noi, al giudizio universale». Perciò Dio fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi e piovere sui giusti e sugli ingiusti. Permette anche che i cattivi abbiano successo e volge in favore del loro progresso la desolazione dei giusti. In fondo le cose terrene hanno poca importanza. E’ importante solo ciò che ci unisce a Dio, ed è invece sventura ciò che ci allontana da Lui, anche se si presenta con il volto del successo.

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Contro Theilard (12 di 16)

R. Th. Calmel o. p., Realismo ed Evoluzionismo da "Nouvelles de Chrétienté". FALSO PRESTIGIO DELL\’EVOLUZIONISMO. Restiamo fedeli all\’insegnamento tradizionale. Questo insegnamento non ha niente di sclerotico, di coagulato, di statico; tiene conto dei mutamenti, ed i mutamenti possono essere dei progressi, anche molto grandi; infatti noi non abbiamo affatto esaurito le possibilità che Dio ci ha dato; anzi, poiché il progresso spirituale è molto difficile, dobbiamo rispondere a tutte le grazie che Dio ci concede. Ma nel progresso materiale che cosa facciamo se non scoprire le leggi fisse di Dio? E nel progresso spirituale che cosa facciamo se non tendere verso un modello che ci è stato dato, verso l\’imitazione di Cristo, verso la perfetta unione con colui che non si sta formando, che non può essere chiamato il Divenire, ma con colui che, venuto, continua a venire senza interruzione?

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Contro Theilard (11 di 16)

R. Th. Calmel o. p., «Risposta al Teilhardismo»: Se esiste una distinzione irriducibile fra i diversi ordini, esiste ugualmente una preparazione dell\’inferiore nei confronti del superiore. Il secondo principio di cui vogliamo parlare manifesta la natura di questa preparazione. Si può formulario così: il grado supremo del rango inferiore si approssima e prepara il grado infimo del rango superiore e d\’ordinario questa preparazione richiede del tempo; ma è tutto; il grado inferiore non produce mai di per se stesso il superiore. Lo stesso livello più basso del rango superiore non sarà attinto che grazie all\’influsso che forse tutto preparava, ma che nulla rendeva obbligatorio, della libera causalità divina.

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Contro Theilard (10 di 16)

R. Th. Calmel o. p., «Risposta al Teilhardismo»: Ma qual è la conseguenza che deriva dall\’averci «dato degli spiragli su una vita più divina», o piuttosto (poiché questa espressione è più esatta) qual è la conseguenza che nasce dal fatto di aver innalzato i peccatori, quali noi siamo, allo stato soprannaturale? Non è forse di averci obbligati, anche quando ci occupiamo di cose terrene, a farlo in modo diverso che se fossimo stati abbandonati al nostro peccato?

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Contro Theilard (9 di 16)

R. Th. Calmel o. p., «Risposta al Teilhardismo»: Un\’apologetica senza peccato, una filosofia che non si stacca dalla materia in evoluzione, ecco i tratti poco rassicuranti delle Lettere alla cugina. In seguito questi tratti non faranno che indurirsi; questa sarà senza dubbio, almeno in parte, la conseguenza deplorevole della specializzazione inumana alla quale fu votato questo sacerdote di Gesù Cristo. Il direttore d\’anime non avrà più occasione di manifestarsi con i suoi doni più umani e più sicuri; il suo posto sarà fedelmente occupato dal costruttore del sistema.

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Contro Theilard (8 di 16)

R. Th. Calmel o. p., «Risposta al Teilhardismo»: Io penso con la tradizione che il fine dell\’apologetica è di convertire al Cristo crocifisso «gli adoratori dell\’universo», lungi dal giustificare la loro idolatria in nome del «Cristo Motore del Mondo». La mia risposta al teilhardismo, nella sua prima parte, si riassume in questa proposizione.

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