Santa Maria Faustyna Kowalska (1905-1938)

Vergine delle Suore della B. V. Maria della Misericordia


Il programma della misericordia


Card. FRANCISZEK MACHARSKI – Arcivescovo di Kraków


Sono passati esattamente 62 anni dalla primavera dell’anno 1938 in cui Suor Faustyna partecipò per l’ultima volta al triduo pasquale nel convento di Kraków-Lagiewniki. Già gravemente malata, fu ancora una volta ricoverata all’ospedale dove trascorse la sua prediletta I Domenica dopo Pasqua, l’ottava della Risurrezione del Signore.

Proprio durante quella domenica del 1938 scrisse nel Diario: «Oggi mi sono offerta di nuovo al Signore come vittima d’olocausto per i peccatori. O mio Gesù, se si sta già avvicinando la fine della mia vita, Ti supplico nel modo più umile, accetta la mia morte in unione con Te, come sacrificio d’olocausto, che oggi con prontezza di spirito e piena consapevolezza della mia volontà io offro a Te per un triplice scopo: Primo – affinché l’opera della Tua misericordia si diffonda nel mondo intero e la festa della Divina Misericordia venga solennemente approvata e celebrata; Secondo – affinché i peccatori e specialmente le anime agonizzanti si rivolgano alla Tua misericordia, guadagnando gli indicibili frutti di questa misericordia; Terzo – affinché nell’insieme l’opera della Tua misericordia venga attuata secondo i Tuoi desideri e per una certa persona che dirige quest’opera… Accetta, o pietosissimo Gesù, questa mia povera offerta, che Ti ho fatto oggi al cospetto del cielo e della terra. Il Tuo Sacratissimo Cuore, pieno di misericordia, completi ciò che in essa manca e la offra al Padre tuo per la conversione dei peccatori. O Cristo, desidero le anime!» (Q. VI, 57). Queste parole suonano come un testamento, come l’ultimo desiderio espresso di fronte a Dio stesso, desiderio compreso nel dono offerto mediante Gesù Cristo al Padre Eterno. Suor Faustyna dedicò la sua vita religiosa ad una cosa sola: non far disperdere la misericordia Divina verso l’umanità, misericordia giunta attraverso la croce, la passione e la morte di Gesù e che perdura attraverso la Sua risurrezione per mezzo dello Spirito Santo. Visse per questo e con questo desiderio accettò consapevolmente la morte perché secondo le parole di san Francesco d’Assisi «l’Amore fosse amato». Prima della domenica della canonizzazione di Suor Faustyna leggo l’Enciclica di Giovanni Paolo II sulla Divina Misericordia. Leggo il capitolo V dedicato al mistero pasquale: Misericordia rivelata nella croce e nella risurrezione. Leggo: «Che cosa, dunque, ci dice la croce di Cristo… parla e non cessa mai di parlare di Dio-Padre, che è assolutamente fedele al suo eterno amore verso l’uomo, poiché ha tanto amato il mondo – quindi l’uomo nel mondo – da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Credere nel Figlio crocifisso significa vedere il Padre, significa credere che l’amore è presente nel mondo e che questo amore è più potente di ogni genere di male, in cui l’uomo, l’umanità, il mondo sono coinvolti. Credere in tale amore significa credere nella misericordia. Questa, infatti, è la dimensione indispensabile dell’amore, è come il suo secondo nome e, al tempo stesso, è il modo specifico della sua rivelazione ed attuazione nei confronti della realtà del male che è nel mondo, che tocca e assedia l’uomo, che si insinua anche nel suo cuore e può farlo perire nella Geenna» (DM, 7). Continuo a leggere dell’amore più forte della morte, più potente del peccato: «Nel compimento escatologico la misericordia si rivelerà come amore, mentre nella temporaneità, nella storia umana, che è insieme storia di peccato e di morte, l’amore deve rivelarsi soprattutto come misericordia ed anche attuarsi come tale. Il programma messianico di Cristo – programma di misericordia – diviene il programma del suo popolo, il programma della Chiesa» (DM, 8).


Qual è la conclusione delle mie letture durante la preparazione dell’anima ad accogliere il dono della canonizzazione di Suor Faustyna? La conclusione è questa: il programma messianico di Cristo per la Sua Chiesa è il programma della misericordia. Accettare il «programma della misericordia» vuol dire diventare apostolo della Divina Misericordia e cercare di esserlo sempre al meglio. Questa conclusione diventa una chiamata d’impegno, un imperativo della fiducia nella Divina Misericordia. La fiducia espressa con l’esclamazione: Gesù confido in Te, è un aspettare la grazia in modo libero e umile, nutrito di fede e ravvivato dall’amore, un aspettare fedele e laborioso. Col pensiero, con la parola, con uno zelo fedele nella preghiera e nelle azioni, si esprime l’atteggiamento ferreo dell’uomo del quale tutti i desideri si riassumono in un unico assioma: che «l’Amore sia amato». Le forme dell’adorazione della Divina Misericordia, proposte da Suor Faustyna, sono così integre e unitarie che, dettate da una fede giusta, non possono generare che un culto altrettanto giusto. Vorrei uscire da Piazza San Pietro in quel fatidico giorno, come apostolo della Divina Misericordia e vorrei che ciò avvenisse per tutti i figli della Chiesa universale, di Kraków-Lagiewniki e di ogni angolo della Terra, che ringrazieranno Dio e chiederanno l’intercessione di Suor Faustyna, la nuova santa, per noi e per tutto il mondo.


Un messaggio meraviglioso


«Dio ci ha parlato attraverso la ricchezza spirituale della beata Suor Faustyna Kowalska. Ella ha lasciato al mondo il grande messaggio della misericordia e l’invito ad un completo affidamento al Creatore» ha detto Giovanni Paolo II subito dopo la beatificazione di Suor Faustyna. Cosa contiene questo messaggio meraviglioso? Essenzialmente tre compiti: conoscere e proclamare la verità sull’amore misericordioso di Dio rivelata in modo più pieno in Cristo crocifisso e risorto; aspirare alla perfezione cristiana sulla strada della fiducia in Dio e della misericordia verso il prossimo; implorare la misericordia di Dio per il mondo anche attraverso la prassi delle nuove forme di culto: venerazione dell’immagine di Gesù Misericordioso, celebrazione della festa della Divina Misericordia, recita della coroncina alla Divina Misericordia e preghiera nell’ora della Misericordia, cioè nel momento dell’agonia di Cristo sulla croce. Alla base di questo grande messaggio si trova il mistero della misericordia di Dio impressa nelle pagine della Sacra Scrittura e nella vita di ogni uomo. Il Signore disse a Suor Faustyna: «Penetra nei Miei segreti e conoscerai l’abisso della Mia misericordia verso le creature e la Mia bontà insondabile e questa farai conoscere al mondo» (Q. I, 182). Suor Faustyna meditava spesso su che cosa Dio ha fatto per l’uomo durante la sua creazione (ha creato in modo individuale e diretto l’anima), e su quanto il Figlio di Dio ha sofferto per la nostra redenzione, su che cosa fa lo Spirito Santo per la nostra santificazione nella Santa Chiesa e su che cosa Dio ha preparato per noi per la vita eterna. Eco di queste riflessioni sono i testi bellissimi scritti nel Diario di Faustyna che costituiscono un inno alla misericordia Divina perché scaturiscono dallo stupore e dal fascino della bontà del Padre Celeste. Egli si china su ogni Sua creatura, desidera donare il Suo amore ma lo può fare soltanto quando l’essere libero, qual è l’uomo, lo consente e si apre all’azione di Dio. Suor Faustyna penetrava nel mistero della misericordia Divina non soltanto riflettendo sui libri della Sacra Scrittura ma anche sul libro della propria vita, concludendo che nella nostra vita non esiste nemmeno un momento senza la misericordia Divina la quale, come un filo d’oro, è intrecciata a ogni attimo della nostra esistenza. I suoi sforzi miranti all’approfondimento del mistero della  misericordia  Divina  furono  appagati dal Signore col dono della contemplazione, grazie alla quale Faustyna poteva  penetrare  profondamente  nel  mistero della nostra fede per tramandarla poi al mondo. All’ordine di Gesù e con il consenso dei confessori scriveva il Diario che è una fonte originale per conoscere  il  mistero  della  misericordia Divina. Oggi è tradotto in varie lingue tra cui: italiano, francese, tedesco, inglese, spagnolo, portoghese, russo, ceco, slovacco, ungherese, arabo, ucraino ecc., e viene venduto in molte copie perché, come ha detto il Signore, è stato scritto per consolare e incoraggiare molte anime. Il Signore desidera che il messaggio della Misericordia venga proclamato non soltanto con la parola ma anche e soprattutto con la vita, quindi con la testimonianza della fiducia in Dio e della misericordia verso il prossimo. Questo è l’esempio di vita cristiana che ha lasciato Suor Faustyna. La fiducia è la prima risposta dell’uomo alla conoscenza della misericordia Divina perciò il Signore ha fatto mettere sotto la Sua immagine le parole: Gesù confido in Te. Fiducia significa qui atteggiamento di tutta la vita dell’uomo verso Dio, e si esprime con l’adempimento della volontà di Dio compresa nei comandamenti, nei doveri del proprio stato e nelle ispirazioni riconosciute dello Spirito Santo. Essa scaturisce dalla fede viva, viene rinforzata dalla speranza, viene impregnata dall’amore e si edifica sulle fondamenta dell’umiltà, quindi sulla verità di sé stesso nella relazione verso Dio, verso il prossimo e verso il mondo, e nella contrizione per il male commesso. Suor Faustyna scriveva: «Non riesco  a  comprendere  come  si  possa non aver fiducia in Colui che può tutto» (Q. I, 150); Egli è tutta la Sapienza e ci ama con un amore infinito anche se nella Sua vita ha sperimentato molte sofferenze: «Quando la mia anima è tormentata penso soltanto così: Gesù è buono e pieno di misericordia ed anche se la terra si aprisse sotto i miei piedi, non cesserò di aver fiducia in Lui» (Q. III, 52). Sviluppava il suo atteggiamento di fiducia attraverso una prassi continua di atti d’amore per realizzare l’unione con Gesù misericordioso, la cui presenza aveva scoperto nella sua anima. «Sento che c’è Iddio nel mio cuore. Ed il fatto che sento Dio nell’anima, non m’impedisce affatto di compiere i miei doveri… Con Lui vado al lavoro, con Lui vado a ricreazione, con Lui soffro, con Lui gioisco,  vivo  in Lui ed Egli in me. Non sono mai sola, poiché Egli è il mio compagno  stabile» (Q.  I,  136). Questa prassi della contemplazione di Gesù nella sua anima la condusse ad un completo, incondizionato e filiale affidamento a Dio, perché Colui in cui aveva depositato tutta la sua fiducia è vicino, più vicino di qualsiasi altro uomo ed ama fino a dare la propria vita, e con la sua potenza mantiene tutto l’universo nell’esistenza. Suor Faustyna proclamava il messaggio della Misericordia dando l’esempio di una assoluta fiducia in Dio in ogni situazione di vita e tenendo un continuo atteggiamento misericordioso verso il prossimo. Desiderava che la misericordia di Dio passasse attraverso lei al prossimo, perciò pregava che i suoi occhi, le orecchie, le mani, i piedi, la lingua e soprattutto il cuore fossero misericordiosi. Voleva contenere in sé i bisogni e le sofferenze di tutti gli uomini della terra e delle anime del purgatorio, voleva tramutarsi nella misericordia. Ha scritto nel Diario: «O mio Gesù, ognuno dei Tuoi santi rispecchia in sé una delle tue virtù; io desidero rispecchiare il Tuo cuore compassionevole e pieno di misericordia, voglio glorificarlo. «La Tua misericordia, o Gesù, sia impressa sul mio cuore e sulla mia anima come un sigillo e ciò sarà il mio segno distintivo in  questa  e  nell’altra  vita. La  glorificazione  della  tua  misericordia è il compito esclusivo della mia vita» (Q. IV, 7-8). Il Signore ha detto a Faustyna che non basta proclamare la misericordia con la vita e con la parola ma bisogna anche impetrarla per tutto il mondo, in modo particolare per i peccatori perché questi ne hanno un bisogno più impellente. All’adempimento di questo compito servono le nuove forme di culto che il Signore ha indicato a Suor Faustyna legando grandi promesse alla loro prassi a condizione della cura e dell’atteggiamento di fiducia verso Lui e della misericordia verso il prossimo. A queste forme di culto appartengono: l’immagine di Cristo con la scritta Gesù confido in Te, la festa della Misericordia, la coroncina alla Divina Misericordia e la preghiera nell’ora della Misericordia, quindi nel momento dell’agonia di Cristo sulla croce (ore 15). La promessa è generale, riguarda ogni forma del culto e la diffusione della Misericordia, parla della possibilità di ottenere ogni grazia soprannaturale e i beni terreni, se questi sono conformi alla volontà di Dio, quindi buoni per l’uomo nella prospettiva dell’eternità. Alla recita fiduciosa e costante della coroncina alla Divina Misericordia il Signore allegava le grazie di una morte tranquilla e felice, grazie che possono ottenere non soltanto coloro che recitano la coroncina ma anche i moribondi accanto ai quali gli altri preghino con le parole della coroncina.


 


Il Movimento apostolico fondato dalla religiosa


ELZBIETA SIEPAK


Le persone che recepiscono il messaggio della Misericordia trasmesso da Suor Faustyna e che cercano di viverlo e di divulgarlo costituiscono il movimento apostolico della Divina Misericordia. Il Signore ne ha parlato chiedendo a Suor Faustyna di dare inizio ad una tale opera che proclamerà e impetrerà la misericordia Divina per il mondo. La parola opera assemblea, usata da Lui in senso biblico, inizialmente Faustyna non riusciva a capirla, per cui voleva fondare un convento contemplativo che dovesse adempiere a questi compiti. Col tempo il Signore le fece sapere che non gli interessava una nuova congregazione religiosa ma una grande opera nella Chiesa creata dagli ordini contemplativi, dalle congregazioni e dalle persone che vivono nel mondo e vogliono intraprendere la realizzazione del messaggio della Misericordia.


Oggi quest’opera di molti milioni di membri include diverse congregazioni, comunità, fraternità, associazioni, persone non associate. Un posto particolare in quest’opera lo occupa l’Associazione degli Apostoli della Divina Misericordia, eretta il 6 marzo 1996 presso il santuario della Divina Misericordia a Kraków-Lagiewniki dal Card. Macharski. Essa associa i sacerdoti, le persone consacrate e i laici che desiderano partecipare alla realizzazione della missione di Suor Faustyna sotto la direzione della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia e la cura spirituale dei Padri Gesuiti. I volontari adempiono tre doveri: cercano di conoscere il mistero della misericordia e rispondere con un atteggiamento di fiducia, di adempiere almeno un atto di misericordia al giorno verso il prossimo per amore di Gesù con un’azione, una parola, la preghiera; e di recitare la coroncina alla Divina Misericordia.


 


Tutti figli di Dio, Padre sempre misericordioso


CZESLAW DRAZEK


Tra le numerose definizioni di Dio che si trovano nelle pagine della Sacra Scrittura la più cara a noi è forse quella offerta da san Paolo: «Padre misericordioso» (2 Cor 1, 3). Questo nome, trasmesso di generazione in generazione, è come un faro per gli uomini che vogliono vivere secondo coscienza e avere speranza sulla terra oltre la dimensione storica. Nessun attributo del Creatore viene sottolineato così fortemente nella Bibbia come la misericordia. In essa si rivela lo sconfinato amore di Dio, che costantemente chiama a sé e con il gesto del migliore dei padri  stringe al suo Cuore l’umanità peccatrice e ogni uomo. Il Dio della Bibbia non è un essere lontano e indifferente alla sorte dell’uomo, ma è l’amico, il salvatore, il buon pastore. Il Dio della Bibbia si interessa degli uomini e delle donne, entra nella loro vita, stringe con loro un’alleanza, ha immensa pietà e comprensione per le loro debolezze. Il volto del Dio misericordioso si è rivelato pienamente nel mistero dell’incarnazione e della redenzione. Tutta la vita di Cristo sulla terra, le sue parole e le sue opere, le parabole e i miracoli, la morte in croce e la risurrezione, la sua Chiesa – guidata attraverso i secoli dallo Spirito Santo – proclamano al mondo intero, senza mai cessare, la misericordia di Dio. Il più profondo contenuto del Vangelo è la rivelazione nel Figlio e per mezzo del Figlio della misericordia di Dio Padre per la salvezza del mondo. Per questo la fiducia nella divina misericordia appartiene alle fondamentali verità del credo cristiano. Gli antichi testi con le professioni di fede, a volte molto sintetici – fin dai primi secoli -, mai omettono di menzionare chiaramente la remissione dei peccati e la misericordia di Dio. La fiducia nella misericordia di Dio è particolarmente necessaria ai nostri tempi, per conservare l’equilibrio dello spirito in un mondo che si distingue per grandi successi nel campo della scienza e della tecnica, ma allo stesso tempo è segnato da una profonda crisi morale, dalla mancanza di senso e dalla paura. I nostri tempi invocano – consapevolmente o inconsapevolmente – un afflusso di misericordia. Possono essere chiamati tempi di misericordia, poiché soltanto la misericordia può salvare il mondo contemporaneo dalla perdita dei fondamentali valori umani, dalla disperazione e dalla cultura della morte. È significativo che proprio nel XX secolo Cristo abbia ricordato all’umanità la sua misericordia, in un modo straordinario, servendosi come strumento di una donna modesta, sconosciuta, senza alcuna preparazione scientifica, che nel suo convento svolgeva le mansioni di cuoca, di giardiniera e di portinaia. Cristo rivolse proprio a lei le parole che stupiscono: «Nell’Antico Testamento inviavo al mio popolo i profeti con i fulmini. Oggi a tutta l’umanità mando te con la mia misericordia. Non voglio punire l’umanità dolente, ma la voglio guarire, stringendola al mio Cuore misericordioso» (cfr Diario). «Figlia mia non fermarti nell’annunziare la mia misericordia… parla al mondo intero della mia misericordia… Sono amore e misericordia… Non vi è miseria che possa misurarsi con la mia misericordia» (cfr Diario). Rivelazioni private, le visioni di Gesù misericordioso alla beata Faustyna non aggiungono nulla di nuovo al deposito della fede trasmesso una volta per sempre dagli apostoli (cfr Dei Verbum, n. 8). D’altra parte, si sa che i carismi non si sono spenti nella Chiesa e che lo Spirito Santo può concedere speciali doni, a persone scelte. Spesso con interventi straordinari, Dio vuole che una data verità di fede appaia in una luce nuova e con ciò parli con maggiore efficacia agli uomini.


Le visioni della beata Faustyna possiedono un tale carattere. Suo tramite Cristo ricorda all’umanità il mistero della fede, rivelato nella Sacra Scrittura, sulla misericordia di Dio. Questa straordinaria esperienza spirituale di Faustyna Kowalska si iscrive nella storia della mistica cristiana, rappresentata da figure femminili come santa Mechtilde, santa Geltrude, santa Caterina da Siena, santa Teresa d’Avila, santa Margherita Maria Alacoque, santa Teresa di Gesù Bambino. All’alba del terzo millennio suor Faustina è divenuta la guida nella conoscenza della misericordia divina e maestra nell’insegnarci il modo di tradurre questo culto nella vita di ogni giorno. La sua missione non è terminata con la sua morte. Ha superato velocemente i muri del convento, in cui visse, si è diffusa nel mondo come le onde della radio, ha raggiunto tutti i continenti. Giovanni Paolo II diceva durante la sua beatificazione: «La sua missione continua e sta portando frutti sorprendenti. È veramente meraviglioso il modo in cui la sua devozione a Gesù misericordioso si fa strada nel mondo contemporaneo e conquista tanti cuori umani! Questo è senza dubbio un segno dei tempi – un segno del nostro XX secolo». Il messaggio di suor Faustyna viene meglio compreso alla luce della enciclica Dives  in  misericordia di Giovanni Paolo II, che è una profonda esposizione della misericordia di Dio come verità della fede ed elemento costitutivo della vita cristiana. Una vera conoscenza della misericordia di Dio – sottolinea il Papa – dovrebbe condurre l’uomo alla conversione, alla metánoia interiore, a riconciliarsi con Dio nel sacramento della penitenza. Senza la conversione, infatti, non c’è vita cristiana, non c’è neppure perfezione e santità. Il programma messianico di Cristo, il programma della misericordia dovrebbe diventare il programma del suo popolo, il programma della Chiesa. I cristiani, sperimentando la misericordia di Dio ad ogni passo nella loro vita, devono, essi stessi, diventare misericordiosi. In questo programma non si tratta soltanto dell’elemosina, offerta di tanto in tanto a qualche bisognoso, ma di qualcosa di più radicale. Si tratta dell’atteggiamento di tutta una vita basata sulla misericordia nello spirito delle parole di Cristo nel discorso della montagna. Tale è stata la via verso la santità della beata suor Faustyna e tale è il suo più importante messaggio, lasciato alla Chiesa. L’ardente devozione e la fiducia nella divina misericordia furono nella sua vita il fondamento per la pratica della virtù della misericordia nel contesto della vita quotidiana. «Signore, aiutami – chiedeva a Cristo nella preghiera – affinché le mie mani siano misericordiose e piene di opere buone, affinché sappia fare soltanto del bene al mio prossimo. (…) Aiutami affinché i miei piedi siano misericordiosi, accorrano sempre in aiuto al prossimo, dominando la spossatezza e la stanchezza» (cfr Diario).


Dio ricco di misericordia vuole fare di ognuno di noi uno strumento della sua misericordia. La nostra misericordia dimostrata a coloro che ne hanno bisogno, diventa segno della misericordia di Cristo, per noi e per il mondo intero. Il Padre misericordioso ha mandato il suo Figlio nel mondo così assetato di misericordia e ci manda costantemente nel suo Figlio agli uomini con la missione della misericordia.


Una vita donata per il bene della Polonia


Suor Faustyna, terza di dieci figli, nacque il 25 agosto 1905 nel villaggio di Grogowiec da Stanislao e Marianna Kowalski. Al Battesimo nella chiesa parrocchiale di Winice Wareckie le fu dato il nome di Elena. Nella stessa chiesa, all’età di nove anni, ricevette la Prima Comunione. Frequentò la scuola soltanto per tre anni scarsi. All’età di sedici anni lasciò la casa dei genitori e andò a servizio presso alcune famiglie benestanti di Aleksandrów, Lod. e Ostrówek, per mantenersi e per aiutare i genitori. Fin dal settimo anno di vita avvertiva nella sua anima la vocazione  religiosa, ma non avendo il consenso dei genitori per entrare in convento cercava di sopprimerla. Sollecitata poi da una visione di Cristo sofferente e dalle Sue parole: Quanto tempo ancora ti dovrò sopportare? (Q.I, 4), non considerando le proteste dei genitori partì per Varsavia ed entrò nel convento delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Col nome di Suor Maria Faustyna trascorse in convento tredici anni in diverse case della Congregazione, soprattutto a Cracovia, Vilnius e Prock lavorando come cuoca, giardiniera e portinaia. Nel convento conduceva una vita riservata e silenziosa, piena di lavoro, di preghiera e di sacrificio nell’intenzione della redenzione dei peccatori. Ricevette molti doni soprannaturali, come le rivelazioni, le visioni, il dono delle stigmate e dell’ubiquità, della capacità di scrutare le anime umane e della profezia, nonché il dono raro del fidanzamento e dello sposalizio mistico. I grandi doni venivano accompagnati da grandi sofferenze. Suor Faustyna era malata di tubercolosi, diagnosticata dai medici soltanto in uno stadio molto avanzato, quando la malattia aveva già compromesso i polmoni e l’apparato digerente. Dovette sopportare sofferenze ancora più grandi di quelle della malattia a causa dei sacrifici volontari affrontati per la salvezza dei peccatori. Il Giovedì Santo del 1934 rinnovò l’atto di offerta di sé stessa per la conversione dei peccatori. Distrutta dalla malattia e dalle sofferenze spirituali ma in piena unione con Dio, morì nel convento di Kraków-Lagiewniki il 5 ottobre 1938 ad appena 33 anni.


Dopo la sua morte la fama della santità della sua vita crebbe rapidamente. Negli anni 1965-67 ebbe luogo a Cracovia, a livello diocesano, il processo sulla sua vita e sulle sue virtù. Nel 1968 la Santa Sede dette inizio alla procedura relativa al processo di beatificazione, conclusosi con il decreto che attestava l’eroicità delle sue virtù e il miracolo. Il 18 aprile 1993 in Piazza San Pietro Giovanni Paolo II la proclamò beata. I devoti della Divina Misericordia e di Suor Faustyna in tutto il mondo hanno pregato per la sua canonizzazione, ottenendo anche la guarigione miracolosa di P. Ronald Pytel, esaminata e confermata dalla Congregazione per le Cause dei santi. La promulgazione del decreto ha avuto luogo il 20 dicembre 1999. (e.s.)


© L’OSSERVATORE ROMANO Domenica-Lunedì 30 Aprile-1 Maggio 2000