PRESENZA REALE EUCARISTICA (modo)

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofano: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". PRESENZA REALE EUCARISTICA (modo): il modo della presenza del corpo di Cristo considerato in se stesso (modo assoluto) e nel suo rapporto con la specie sensibili (modo relativo) è essenzialmente legato alla transustanziazione la quale, effettuandosi tra due sostanze, in assoluta esclusione degli accidenti che rimangono invariati, ha per termine la Sostanza del corpo e del sangue di Cristo; dunque direttamente, ossia in forza delle parole della consacrazione (vi verborum) sotto le specie del pane è presente soltanto la sostanza del corpo di Cristo, sotto le apparenze del vino soltanto il sangue.

Ma siccome dopo la risurrezione in Cristo sono inseparabilmente uniti il corpo, il sangue, l'anima e la Divinità, per naturale conseguenza (vi naturalis concomitantiae) sotto entrambe le specie è presente tutto Cristo, come definisce il Conc. Trid. (DB, 885), con tutta intera la sua quantità, quale compete ad un corpo che gode della pienezza della vita sensitiva. Però essendo direttamente e per sé presente la sostanza del corpo e del sangue, la quantità, che vi è soltanto per conseguenza e per accidens, viene tratta ad esistere al modo della sostanza divenendo così presente «per modum substantiae». Se infatti la quantità fosse presente nel modo naturale dovrebbe pesare, estendersi oltre le misure dell'ostia ecc., cose tutte contraddette dall'esperienza, che viene così a confermare la conclusione che logicamente discende dal dogma della transustanziazione. Sebbene questo modo di presenza sia misterioso, tuttavia l'intelletto umano non ne può dimostrare la ripugnanza perché ignora affatto l'intima natura dei due estremi, da cui dipende questa meraviglia: l'onnipotenza divina, che è inesauribile, e la natura della sostanza corporea, che sfugge tanto all'acume del filosofo, quanto all'occhio dello scienziato, come risulta chiaro dalle molteplici congetture formulate sull'essenza dei corpi; anzi la mente umana può essere aiutata ad intravedere la possibilità di questo mistero: non ci dice infatti il Vangelo che il corpo glorioso di Cristo apparve avulso dalla gravità e dalla impenetrabilità quando camminò sulle onde e penetrò nel cenacolo a porte chiuse? Di più essendo presente il corpo di Cristo con la sua quantità alla maniera della sostanza (la quale, come l'anima, è tutta in tutto il corpo e tutta nelle singole parti) ne segue che il corpo di Cristo sia presente per intero in tutta l'ostia e per intero nei singoli frammenti tanto dopo (come definisce il Conc. Trid. DR 885) quanto prima della frazione della medesima; ma da ciò non segue che prima della frazione sia presente infinite volte, perché il numero dipende dalla divisione della quantità. onde fino a tanto che la quantità rimane indivisa, la sostanza di una cosa è presente una volta sola sotto le sue dimensioni.
 La sostanza del corpo di Cristo, a sua volta, è presente in maniera singolare perché esclude tutti i modi di presenza reperibili nella natura. Difatti non è presente per contatto quantitativo, perché sebbene abbia tutte le sue dimensioni, non per mezzo di esse dice ordine alle specie del pane, non per contatto informativo o virtuale come sono presenti in un corpo l'anima e l'angelo, perché il corpo di Cristo non influisce sulle specie né come causa formale né come causa efficiente, non per ubiquità, quale compete a Dio, perché la virtù intrinseca del corpo del Signore è limitata e quindi non può abbracciare tutti gli esseri contenendoli nella sua potenza, ma è presente per il semplice e misterioso rapporto di contenenza, che in forza della transustanziazione, le specie acquistano riguardo allo stesso corpo, onde moltiplicandosi questi rapporti si moltiplica la presenza del medesimo. Tale modo di presenza misterioso e nello stesso tempo glorioso, riservato al corpo di Gesù, è chiamato, con termine tecnico sancito dal Conc. Trid. (DB, 874), «sacramentale».