MONOTELISMO

Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofano: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". MONOTELISMO : (dal gr. = solo e ( * = voglio): è l'ultima delle grandi eresie cristologiche che pone in Cristo una sola volontà (quella divina), mutilando così la natura umana assunta dal Verbo, come avevano fatto l'Apollinarismo e il Monofisismo (v. queste voci).

Il Monotelismo deriva dal Monofisismo attraverso le sottili teorie di Severo d'Antiochia sull'attività di Cristo (v. Monenergetismo). Dall'asserita unità di operazione fu f(lcile passare all'unità di volontà; e il passaggio si maturò lentamente dal VI al VII secolo. Circostanze politiche favorirono lo sviluppo dell'eresia: Eraclio (+641) voleva la pace religiosa nell'impero, in cui invece dominava ancora la discordia a causa delle numerose sette monofisitiche. Sergio. Patriarca di Costantinopoli, uomo di corte più che di Chiesa, s'adoperò a tradurre in pratica il desiderio dell'imperatore, componendo una serie di 9 anatematismi (633). in cui si conciliava la dottrina cattolica col Monofisismo per mezzo di un compromesso: il Monotelismo. Proteste non mancarono da parte di cattolici accorti: Sergio cercò di tirare dalla sua parte il Papa Onorio I con una lettera ambigua, in cui tra altro diceva che parlare di due volontà in Cristo era uno scandalo, perché i fedeli pensavano subito che le due volontà fossero in discordia. Papa Onorio pur rimanendo sul terreno ortodosso delle due volontà, aderì bonariamente al punto di vista di Sergio ammettendo l'unità morale delle volontà in Cristo. Sergio abusò della risposta pontificia per diffondere sempre più il suo errore. Contro di lui insorsero due campioni della fede: S. Massimo Confessore e S. Sofronto, Patriarca di Gerusalemme, i quali con lettere e scritti vari misero in luce l'equivoco monotelita.  
 A Roma S. Martino I in un Concilio (649), cui prese parte S. Massimo, condannò l'eresia e il «Tipo» col quale Costante II voleva imporre il silenzio sull'agitata questione. Il Papa e S. Massimo furono esiliati e malmenati. Solo al tempo di Costantino IV Pogonato, sotto il Papa Agatane si poté radunare il 6° Concilio Ecumenico (Costantinopolitano III a. 680-681), che riprese e ampliò le decisioni del Conc. Romano del 649, definendo che la volontà è proprietà di natura e che essendo in Cristo due nature, due sono anche le volontà, sempre concordi, perché dirette da un solo agente, che è la Persona del Verbo. Si rinsaldava così per sempre la dottrina del Conc. Calcedonese sull'integrità delle due distinte nature con le rispettive distinte proprietà, volontà e attività. Vi fu deplorato anche il caso di Onorio I, il quale aveva imprudentemente favorito l'errore di Sergio. (V. DE, 262 ss. e 289 ss.).