LUOGHI TEOLOGICI

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". LUOGHI TEOLOGICI: l'espressione è divenuta classica dopo l'opera di Melchior Cano O. P. (+1560) «De locis theologicis», che si erge nel cammino della teologia come una pietra miliare, termine di una lunga strada percorsa e inizio di una nuova via fedelmente battuta dai posteri.

Ora secondo la definizione del Cano, riecheggiante concetti familiari ad Aristotele, a Cicerone (sedes et domicilia), a Rodolfo Agricola, ma abilmente adattati all'indole tutta singolare della teologia, i luoghi teologici sono «tamquam domicili a omnium argumentorum theologicorum, quibus theologi omnes suas argumentationes sive ad confirmandum sive ad refellendum inveniunt» (De locis theologicis, l. 1, c. 3). Siccome poi la teologia è fondata su verità rivelate, le quali sono contenute nella Scrittura e nella Tradizione, la cui interpretazione è stata affidata al vivo magistero della Chiesa (v. questa voce), il quale a sua volta si manifesta attraverso le definizioni dei Concili, le decisioni dei Papi, l'insegnamento comune dei Padri e dei teologi, il Cano distinse sette luoghi teologici propri: Scrittura, Tradizione, Magistero della Chiesa, Concili, decisioni dei Papi, SS. Padri, Teologi. A questi sette ne aggiunse altri tre come impropri e annessi: la ragione umana, la filosofia e la storia.