Antropomorfismo

“Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica”. Antropomorfismo (dal gr. = uomo e = forma): tendenza dell\’uomo a pensare le cose esterne come un\’imitazione di se stesso.

Sul terreno filosofico l\’antropomorfismo ha portato a concezioni talvolta stravaganti, come il Pampsichismo di Tommaso Campanella, che attribuiva un\’anima a ognuna delle cose create, o il Sensismo cosmico di Bernardino Telesio, che poneva una sensazione universale, richiamando l\’Ilozoismo (materia vivente) dei Presocratici. Sul terreno religioso, affine a queste aberrazioni filosofiche è l\’Animismo (v. questa voce), ritenute da alcuni autori come la fonte della religione. Ma più che, in esso l\’Antropomorfismo si manifesta nella concezione della Divinità, plasmata a somiglianza dell\’uomo coi suoi vizi e con le sue virtù. Le mitologie religiose sono generalmente antropomorfiche: basti ricordare quella greco-romana. Nell’ambito della rivelazione Cristiana, l\’Antropomorfismo si riscontra nel linguaggio e in alcuni fatti dell\’A. Testamento, che attribuisce a Dio membra umane, a volte costume umano (come quando parla del pentimento, del dolore di Dio ecc.). Ma evidentemente qui si tratta di linguaggio e di stile metaforico, come è dimostrato dal contesto dei Libri Sacri e dai sublimi concetti che essi danno intorno alla natura di Dio (v. Essenza divina). Particolare interesse teologico hanno le così dette Teofanie (apparizioni di Dio) nell\’A. T. come quella fatta a Mosè dal roveto ardente. Alcuni Padri pensarono che quelle fossero manifestazioni personali del Verbo (v. questa voce e Logos): più rettamente le Teofanie sono segni sensibili della presenza divina, che preludono all\’Incarnazione, per cui il Verbo sarebbe apparso Uomo in mezzo agli uomini.
Nella storia del pensiero cristiano si registra l\’errore volgare degli Antropomorfiti, che sulle tracce di un certo Audius nel IV secolo diffusero in Siria e in Egitto l\’opinione che le metafore bibliche intorno a Dio fossero da intendersi in senso proprio. S. Ilario, S. Girolamo, S. Agostino e altri Padri parlano di questo errore come di una puerilità indegna di confutazione.