I nemici del miracolo; che cosa e` il miracolo; il miracolo e` possibile; obiezioni e risposte; conoscibilita` del miracolo; il carattere miracoloso; le forze occulte; la suggestione; valore del miracolo
I nemici del miracolo
Che cosa è il miracolo
Il miracolo è possibile
Obiezioni e risposte
Conoscibilità del miracolo
Difficoltà e risposte
Il carattere miracoloso
Le forze occulte
La suggestione
Valore del miracolo
I nemici del miracolo
Ma precisamente perché il miracolo è una delle basi salde della fede è stato assalito con maggior violenza dal suoi nemici. Il miracolo è impossibile, affermano essi, e secondo questo principio per loro indiscutibile si regolano per giudicare se un fatto è storico o no, se un libro è degno di fede o no. Quando un fatto – essi dicono – benché sia narrato da storici autorevoli, ed abbia per sé tutte le garanzie della verità, è in conflitto con una legge scientifica, la soluzione è evidente: deve essere messo da parte come favoloso (1).
Sono costoro che gridano contro i pregiudizi aprioristici dei cattolici e pretendono parlare in nome della scienza. Il vero spirito scientifico vuole che prima di ogni conclusione o affermazione si comincino a studiare i fatti e le ragioni con serena imparzialità e senza preconcetti.
Quel profondo pensatore San Tommaso d’Aquino dice che sono due gli elementi, i quali generalmente concorrono, perché un fatto produca in noi meraviglia: che sia occulta la causa del fatto o meglio il modo, con cui essa opera, e che nel fatto appaia qualche cosa, per la quale ci sembri che dovrebbe avvenire il contrario (2). Così avviene ad es. ai barbari quando vedono per le prime volte aeroplani o automobili. Ma non ogni volta che si vede un fatto meraviglioso si deve dire che sia un miracolo nel vero senso della parola.
Il miracolo è un fatto sensibile, che supera tutte le forze e le leggi della natura (3).
Generalmente, quando si parla di miracolo, si intende il miracolo di ordine fisico, di cui si è data la definizione. Tuttavia quanto qui si dice si può applicare in proporzione anche al miracolo morale: è un fatto singolare, al quale cooperano bensì l’intelligenza e la volontà dell’uomo, ma richiede anche un intervento superiore, senza del quale non potrebbe avvenire. Anche esso si può conoscere e verificare: p. es. la fortezza dei martiri.
Il miracolo, essendo al di sopra di tutte le forze della natura, esige un intervento straordinario di Dio, insolito, non perché raro, ma perché superiore all’ordine naturale. Non ogni effetto che procede immediatamente da Dio è un miracolo, p. es. la creazione delle anime; ma solo quello che non è conforme al corso ordinario delle cose da Dio stabilito e che avviene all’infuori, al di sopra o contro le forze naturali, p. es. la risurrezione di un morto, la guarigione istantanea di una ferita, l’impedire che il fuoco bruci, quando vi sono tutte le condizioni richieste.
1° La prova migliore della possibilità del miracolo è la sua realtà. Ab esse ad posse valet illatio (4). Esistono dei fatti miracolosi perentoriamente dimostrati, e ad essi si deve subordinare la teoria.
2° La possibilità del miracolo è uno degli articoli del Credo di tutti i popoli: «La storia ci mostra tutti i popoli che pregano, perché tutti hanno una religione e la preghiera non è che la lingua e la manifestazione esteriore della vita religiosa. Ora la preghiera suppone la fede in Dio e nella sua provvidenza che tutto governa. Se dunque l’umanità prega è perché essa non vede nella natura e nelle sue leggi una rigida, cieca e inflessibile necessità, una barriera insormontabile innalzata da Dio tra Lui e la sua creatura. Ma per contrario essa la riguarda come uno strumento docile nelle mani di Dio, che può modificare a suo piacimento, perché ne è l’Autore. Essa crede che la sua potenza infinita opera per mezzo delle forze e delle leggi fisiche e create, ma essa crede anche che opera al di fuori e al di sopra di esse, perché è Dio stesso che ha messo queste leggi nella natura o piuttosto che le ha create in vista dell’ordine naturale. Ecco ciò che costituisce il miracolo» (5)
3° Perché dovrebbe essere impossibile il miracolo? Dio è onnipotente, egli liberamente ha creato il mondo dando al diversi esseri le loro. tendenze, stabilendone le leggi; ne è quindi indipendente, non è legato all’opera sua, ma ne è padrone assoluto. Tutte le creature infatti dipendono essenzialmente da Dio e quanto alla loro esistenza e quanto alla loro conservazione, essendo necessario che Dio le sostenga col suo attuale influsso. Un legislatore umano può porre delle eccezioni alle sue leggi e può in qualche caso sospenderne gli effetti; Dio non potrà fare altrettanto con le leggi della natura? (6).
Dio è immutabile, ma col miracolo Dio non cambia i suoi decreti, avendo da tutta l’eternità con un atto semplicissimo di virtù infinita, con uno stesso decreto stabilito le leggi della natura con le loro eccezioni. Il miracolo dunque entra nel disegni di Dio, non muta, ma compie il decreto divino. Deus opera mutat, non mutat consilia (Dio muta le opere, non i pensieri; S. AGOSTINO).
Al miracolo neppure si oppone la sapienza di Dio, quasi che col miracolo Dio correggesse qualche difetto. “aggiustasse la macchina del mondo per farla andar meglio” (VOLTAIRE). Questo è un falso concetto del miracolo. Dio non ha bisogno di ritoccare e correggere l’opera sua, che nel suo genere ha la perfezione voluta dal suo artefice, ma vuole dimostrare che ne è padrone assoluto, e ha dei fini altissimi nell’operare miracoli. Può con essi far conoscere agli uomini la rivelazione o la santità eminente di qualcheduno, o manifestare la sua bontà onnipotente ascoltando le preghiere che gli sono rivolte; può col miracolo cercare di scuotere dal loro torpore certe menti familiarizzate con le meraviglie della sua onnipotenza nella natura e sorde alle sue ispirazioni (7).
1° Né vale il dire che le leggi della natura sono necessarie ed immutabili.
Sì , noi non le possiamo mutare; ma Dio, che le ha stabilite, ne è padrone assoluto e con l’atto stesso di volontà con cui le ha fissate, può anche fare ad esse un’eccezione, può impedire con la sua virtù che in qualche caso particolare producano il loro effetto.
2° Ma se non si ammette l’assoluta immutabilità e costanza delle leggi naturali – continuano a dire gli avversari del miracolo – viene tolto il fondamento di ogni certezza, che è necessaria per le nostre operazioni e per la scienza.
Chi non vede che una simile difficoltà si fonda sopra un falso supposto? Il miracolo non importa una derogazione continua e di tutte le leggi della natura, ma molto rara, ristretta a pochi casi particolari. È un’eccezione e l’eccezione conferma la regola; un’eccezione su cui praticamente non si deve far conto, sia nella condotta della vita, come nello studio delle scienze. Chi potrà dire seriamente p. es. che le leggi di gravitazione, le leggi biologiche sono diventate incerte, perché un giorno San Pietro ha camminato sopra le acque senza sommergersi, o perché Gesù Cristo ha risuscitato dei morti?
Negare la possibilità del miracolo è lo stesso che negare l’esistenza di Dio.
È questo il punto dove più viva ferve la lotta. Molti, specialmente coloro, che vogliono combattere la religione e sembrare alieni da pregiudizi, non negano la possibilità del miracolo ma la sua conoscibilità, Dicono, se si tratta di miracoli antichi, che è ben difficile constatarne il carattere storico; se di recenti, che sono state possibili allucinazioni. Ed anche ammettendo la storicità dei fatti non si può essere certi che siano trascendenti, perché il loro carattere soprannaturale sfugge alle nostre osservazioni e perché non si conoscono tutte le forze naturali. Quante volte non si è sbagliate e si sono creduti veri miracoli dei fatti dovuti a forze naturali ancora occulte. Le forze occulte sono la trincea, dove si nascondono gli increduli, quando non hanno più altri argomenti.
Ammettiamo che alcune volte, da persone troppo semplici e corrive a credere, in presenza di qualche fatto straordinario, troppo presto si è gridato al miracolo, e che si sono avuti come miracoli dei fatti che in realtà non lo erano. Ma queste sono eccezioni rarissime. Ammettiamo pure che alcuni fatti prodigiosi, narrati da qualche antico scrittore, debbano essere vagliati da una sana critica e possano essere trovati leggendari. Ma affermiamo che se non tutti i miracoli che avvengono, almeno molti si possono conoscere con ogni certezza.
Innanzi tutto è facile constatare la loro realtà storica, Se si tratta di fatti presenti si possono conoscere come qualsiasi altro fatto sensibile con la testimonianza dei sensi. Questa testimonianza è certissima; perché o si cade nel più assoluto scetticismo o bisogna ammettere che i nostri sensi quando sono ben disposti e in condizioni normali, e non trovano impedimento nel mezzo ambiente, sono capaci di riferire con certezza gli oggetti che si percepiscono. Questo si deve affermare a maggior ragione dei fatti meravigliosi, che fanno maggiore impressione e rendono perciò più attenti, aguzzano le facoltà per osservare anche le minime circostanze e mettersi così al riparo di inganno o di illusione. Vi sono poi dei fatti così semplici ed evidenti, per es. vedere una piaga aperta o chiusa, un osso spezzato, che sono facilissimi a constatare.
Se invece si tratta di fatti passati o lontani, la loro realtà storica si può constatare per mezzo di testimonianze degne di fede, rivestite di tutti i caratteri di scienza e di veracità, per mezzo di documenti, di monumenti, ecc. Negare la realtà di un fatto unicamente perché è miracoloso, quando vi sono in suo favore tutti gli argomenti più convincenti, è un aprire la via allo scetticismo storico, un rovesciare tutte le leggi storiche.
È bene vedere quali siano le principali scappatoie, per cui i nemici del miracolo tentano di sfuggire alla forza stringente dei nostri argomenti.
1° Vi possono essere state delle allucinazioni – ecco la prima scappatoia – le quali hanno fatto credere alla esistenza di un fatto, in realtà non avvenuto.
Questo fenomeno morboso, dovuto alla debolezza dell’organismo e specialmente a qualche turbamento del sistema nervoso, può avvenire in soggetti particolari, che vi sono disposti; ma non si può erigere l’anomalia in regola generale. Non è affatto vero che persone sane e robuste, normali, non affette da mali nervosi, per questo solo che si trovano insieme con altre, perdano il dono di vedere e di giudicare e divengano cieche e allucinate, specialmente nelle cose più evidenti e palpabili, p. es. la risurrezione di un morto, la moltiplicazione di pochi pani. Si direbbe che gli allucinati sono piuttosto coloro che, perseguitati e oppressi dal fantasma del miracolo, lo vogliono allontanare ad ogni costo.
2° Perché un miracolo possa essere sufficientemente accertato, bisognerebbe che potesse ripetersi a volontà dell’osservatore, nelle circostanze volute, bisognerebbe che ci fossero delle commissioni di fisiologi, di chimici, di fisici, ecc. per constatarlo. Così Voltaire e Renan.
È una sfida al buon senso. È un prendersi gioco di Dio, volendo che si sottometta al capricci di creature piene di orgoglio, e che si riduca quasi nella condizione di un volgare giocoliere, proprio quando manifesta la sua onnipotenza. È anche un prendersi gioco del genere umano, cui si nega la capacità di conoscere e verificare i fatti più semplici e palpabili, la frattura di un osso, la morte di uno, ecc. Non occorre per questo avere una laurea di medicina, di chimica o di fisica o fare dei gravi e complessi esperimenti, ma basta il più elementare buon senso.
Molti fatti per altro sono stati esaminati con tutte le garanzie possibili da commissioni di dotti, p. es. dalle Congregazioni Romane, dal Bureau des Constatations à Lourdes, ecc. (8).
3° Certo però che un fatto soprannaturale sfugge alle nostre osservazioni.
Anche questo è falso. Pur essendo soprannaturale, superiore cioè alle forze, alle leggi della natura, un miracolo non cessa di essere un fatto sensibile, che può essere constatato con ogni certezza.
Accertata la verità storica di un fatto, è possibile conoscere anche il carattere miracoloso? Sì.
1° Vi sono certi casi in cui non e necessaria grande scienza per giudicare con ogni certezza che è avvenuto un miracolo: p. es. la risurrezione di un morto. Quando si è certi che un corpo prima era cadavere e che poi ha riacquistato la vita, senza ulteriori indagini e senza timore di sbagliare si può affermare che si tratta di un miracolo. Perché tutti sanno che la vita non può, per virtù naturale, venire infusa in un cadavere.
2° Non è necessario per essere certi che un fatto è miracoloso conoscere tutte le forze naturali. È un principio certissimo in vero che una condizione necessaria affinché una forza qualsiasi possa influire in un fenomeno è che sia applicata. Ora si può sapere molto spesso con certezza quali sono le forze e i mezzi, cui è dovuto un fatto: alcune volte è stato prodotto con il solo comando della volontà. È certo in questi casi che altre forze naturali non possono aver esercitato il loro influsso.
3° E neppure è necessario conoscere il limite preciso, a cui possono giungere le forze naturali, cioè tutti e singoli gli effetti che possono produrre. Ma è sufficiente e si può certamente conoscere quali fenomeni non possono produrre e almeno in generale anche quale sia il limite a cui possono arrivare. Tutti sanno p. es. che parola d’uomo da sé non basterà mai a calmare le tempeste, a risuscitare i morti, a cambiare l’acqua in vino.
E non vi possono essere delle forze ancora occulte per noi, che intervengano nei fatti, creduti miracolosi? Gli antichi non le sospettavano e se potessero levare il capo dal sepolcro, al vedere le meravigliose scoperte, le grandi invenzioni d’adesso, pieni di stupore crederebbero di trovarsi dinanzi a tanti miracoli.
Non c’è difficoltà nell’ammettere che vi siano ancora delle forze in natura, che oggi non si conoscono e che saranno in seguito scoperte dall’ingegno umano. Gli antichi, se potessero ritornare alla vita, dopo aver per qualche tempo ammirato con grande stupore le nostre meravigliose scoperte e invenzioni, vedendo che quei fenomeni sono costanti, uniformi e universali e ottenuti sempre con mezzi determinati, ben presto, forse. senza comprenderne le cause, direbbero che sono dovuti a forze naturali. Ma qui bisogna fare due osservazioni importantissime.
1° È certissimo: 1) che in natura vi sono delle leggi che regolano le forze naturali, leggi fisse, accertate dagli scienziati (9) e che si riconoscono da questo che i loro effetti sono universali e costanti; 2) che non vi possono essere delle leggi naturali ad esse contrarie: altrimenti, non potendosi più essere certi di nessuna legge, si verrebbe a distruggere la scienza; sarebbero vane le ricerche, gli studi, le conclusioni ottenute, perché sempre si dovrebbe sospettare di qualche forza contraria occulta, Inoltre questa contraddizione, se potesse darsi, verrebbe a ricadere sul Creatore stesso, sull’Autore della natura.
Perciò, quando si è constatata la verità storica di un fatto, e si è certi per altra parte che è contrario a qualche legge di natura, si può concludere senz’altro che è un fatto miracoloso.
2° Le pretese forze occulte a cui ricorrono gli avversari del miracolo non sono che una vana scappatoia. Se i miracoli infatti dovessero attribuirsi a queste forze occulte, si potrebbe domandare: Come mai queste forze occulte agiscono soltanto in alcuni casi e non in altri del tutto consimili, in favore di alcuni e non di altri? Poiché queste pretese forze, per quanto occulte, non cessano di essere naturali e come tali sono determinate, e nelle stesse circostanze devono produrre sempre gli stessi effetti. Ora, per portare un esempio, si vede che a Lourdes avviene tutto l’opposto, e alcuni sono guariti, mentre altri in circostanze identiche non lo sono. Per le forze naturali esiste il determinismo, e quando vi sono tutte le condizioni richieste non possono non agire: nei fatti miracolosi invece manica questo determinismo, e questo ci obbliga a dire che la loro causa è superiore a tutta la natura e agisce liberamente secondo gli alti disegni della sua sapienza.
Rimane ancora un’altra parola, che, come le forze occulte, spesso e ripetuta dal nemici del miracolo, e dovrebbe, secondo loro, dare una spiegazione sufficiente di tutte le guarigioni meravigliose: la suggestione (10).
Vi è l’autosuggestione che è un atto alle volte volontario, il più spesso involontario ed incosciente, per cui la forza nervosa si accumula e si concentra su un’idea che altri da sé si suggerisce e in cui si fissa, e che tende ad un effetto determinato. Vi è la semplice suggestione quando si subisce l’idea suggerita da altri o anche dall’ambiente esterno. L’idea spesso ripetuta – secondo questa teoria – finisce per imprimersi nel cervello e provocare l’atto che ad essa corrisponde.
Ma anche su questo punto gli sforzi degli avversari del soprannaturale non sono coronati da migliori risultati. Come possono essi infatti spiegare quelle guarigioni straordinarie che avvengono in soggetti, assolutamente incapaci di suggestione, come sono i bambini che ancora non comprendono? O in soggetti, che sono refrattari ad ogni suggestione o che non hanno alcuna speranza e non pensano neppure a guarire? (11).
Come si spiegano le guarigioni di morbi che tutti d’accordo, anche i medici, fautori e seguaci della suggestione, dicono non potersi guarire in nessun modo con la suggestione? Perché finalmente le uniche malattie, sulle quali alcune volte esercita la sua azione la suggestione seno le malattie nervose, sono le malattie funzionali e neppur tutte a confessione degli stessi suggestionatori (12). Questi effetti anche la Chiesa li ammette e non li riguarda davvero come miracoli. Così Benedetto XIV nel suo celebre trattato Della Beatificazione e della Canonizzazione dei Servi di Dio, parlando dei santi, dice che non devono riguardarsi come tali le guarigioni che possono, spiegarsi con l’influenza dei nervi (13). La potenza della suggestione, come di qualsiasi altra forza, ha i suoi limiti che non può oltrepassare. Essa è assolutamente inefficace e impotente nelle malattie organiche, quando vi è qualche lesione. “La suggestione è una terapeutica quasi esclusivamente funzionale”. “La suggestione non si rivolge direttamente alle lesioni, ma ai disturbi funzionali”, scrive lo stesso Bernheim (14). Aggiungiamo ancora che la suggestione, quando può produrre qualche buon effetto, non sem-pre certo, lo fa gradatamente, dopo molti esperimenti e molto tempo, e con la certezza quasi inevitabile di ricaduta (15). Inoltre perché la suggestione possa esercitare la sua azione si richiedono dei soggetti atti, che abbiano certe disposizioni fisiche e psichiche, i nervi non troppo eccitabili né troppo ottusi, la volontà debole, persuasione e fiducia completa (16). È per questo che la suggestione ha perduto molto anche presso coloro che prima l’avevano praticata (17).
Come dunque si possono seriamente attribuire alla suggestione guarigioni di malattie organiche di ogni genere, le più inveterate, anche incurabili, avvenute in un momento e che si sono poi mantenute: p. es. la cicatrizzazione istantanea di una piaga cancrenosa, la saldatura istantanea della frattura di un osso, non mai potuta ottenere con tutte le cure possibili? È una legge certissima, riconosciuta da tutti i fisiologi, che la nutrizione e il rinnovamento dei tessuti cutanei ovvero ossei non può avvenire in un istante, ma esige il concorso del tempo, e nessuna scoperta potrà mai smentire tale verità, la cui evidenza è tanto manifesta.
Accertata la verità storica e il carattere miracoloso dì un fatto, esso è un criterio infallibile per conoscere la verità, in cui favore è stato operato. Il miracolo infatti, essendo operato immediatamente da Dio, è come il sigillo della sua onnipotenza, la firma divina per autenticare qualche verità. Dio non può invero operare miracoli né permettere che altri abusi del suo sigillo, non può mettere la sua firma per confermare il falso. Altrimenti gli uomini, pure usando della loro intelligenza, prudenza e lealtà, sarebbero invincibilmente indotti in errore sopra i più importanti problemi della vita, sopra il bene e il male, sopra la via della salvezza, e questo errore dovrebbe attribuirsi a Dio infinitamente santo e verace.
Quando dunque Dio opera un miracolo per confermare una dottrina, l’autenticità della missione di una persona, la sua santità, si è certi di non sbagliare su questi punti, perché Dio non può mettere la sua onnipotenza a servizio dell’impostura e dell’errore.
Note
(1)«Non è perché mi è stato precedentemente dimostrato che gli Evangeli non meritano una fede assoluta che io rigetto i miracoli da essi raccontati: ma è perché raccontano dei miracoli che io dico: Gli Evangeli sono leggende: possono contenere anche qualche cosa di storico, ma non tutto ciò che raccontano è storico» RENAN, Vie de Jésus, Préf. de la 13.me éd., pag. VI.
«Che una relazione non è storica, che un fatto narrato non è potuto avvenire nel modo in cui è narrato, si deve sopratutto dedurre da questo, che non va d’accordo con le leggi che ci sono note e che hanno sempre valore». STRAUSS, Das Leben lesu, 1840, P. 99.
«Il miracolo non pare ammissibile; anzi è razionalmente impossibile». R. MARIANO, Gli Evangeli… realtà o invenzione?, 1893, P, 118
«Certamente non possono avvenire miracoli, ma avvengono delle cose meravigliose, che non si possono spiegare. perché noi ciò sappiamo siamo diventati molto più cauti e circospetti nel giudicare intorno a relazioni di miracoli di tempi antichi. Non crediamo né crederemo mai che una tempesta in mare sia stata sedata con una sola parola». HARNACK, Essenza del cristianesimo, p. 18. E in conformità di questi principi ecco il bel consiglio dato da Harnack ai suoi discepoli per lo studio del Vangelo:«Studiate pure e non vi lasciate distogliere da questo o da quel racconto miracoloso, che vi urti o sia alieno dal vostro modo di pensare. Quello che in questo libro vi rimane inintelligibile lasciatelo pure tranquillamente da parte. Forse lo dovrete lasciare così per sempre; forse invece più tardi vi risplenderà in un significato inatteso». Op. cit., p. 20. Egli ha seguito scrupolosamente la regola data, lasciando da parte quanto non è conforme ai suoi preconcetti.
(2) Quaest. disputatae, De miraculis, n. 2.
(3) Le leggi della natura sono le tendenze delle cose a muoversi, ad agire e a patire in modo conforme alla loro sostanza e alla loro proprietà. Sotto dette leggi per analogia a quelle norme di operare, che a noi sono proposte.
(4) Ecco quanto ha detto Rousseau a questo proposito:«Può far Dio miracoli ossia derogare alle leggi da lui stabilite? Tale questione trattata seriamente sarebbe empia, se non fosse assurda. A chi dicesse che Dio non può operare miracoli si farebbe troppo onore punendolo, basterebbe rinchiuderlo in un manicomio. Ma chi mai ha negato che Dio possa fare miracoli?» Lettres de la Montagne, (Troisième).
(5) HETTINGER, Op. cit. V. II, p. 161.
(6) «Chi pensa come per la divina onnipotenza esiste e si muove l’universo, perché in Dio viviamo e ci muoviamo e siamo, in Ipso vivimus, movemur et sumus… chi questo pensa vede come la virtù divina, intima ad ogni cosa, può far nelle cose altro da quello che fa, o impedir l’effetto, o piuttosto non muoverle all’effetto che naturalmente lor converrebbe, o in esso produrre altro da quel che la natura richiede, o elevarle a qualunque nuova qualità, che con tale soggetto non dica assolutamente ripugnanza». MATTIUSSI, Dichiarazione del giuramento antimodernista, Bergamo, 1912, pag. 113 e s.
(7) «I miracoli – dice S. Agostino (Tract. 24 in Ioh.) – sono opere divine fatte per innalzare lo spirito umano alla cognizione di Dio per mezzo di atti sensibili. Siccome pochissimi si degnano di osservare le opere veramente mirabili e stupende della sua Provvidenza in qualsiasi granello di frumento, così Dio nella sua misericordia infinita, si riservò di fare a tempo opportuno certe cose fuori del corso consueto e dell’ordine della natura, affinché lo stupore d’uno spettacolo, non già più grande ma insolito, colpisse questi uomini, pei quali non valgono i quotidiani spettacoli. E invero è maggior miracolo governare tutto il mondo, che con cinque pani saziare cinquemila persone; eppure nessuno ammira quel gran fatto, mentre si ammira il secondo, non già perché sia più grande, ma più raro».
(8) Dr. BOISSARIE, Lourdes, Histoire médicale, 1891; Les grandes guérisons de Lourdes, 1900; L’Oeuvre de Lourdes, 1907. – G. BERTRIN, Histotre critique des événernents de Lourdes, 1905, 40ª ed. – Dr. DESCHAMPS, Le cas Pierre de Rudder, 1912. – VALLET A., Mes Conférences sur les guérisons miraculeuses de Lourdes, Paris, Tequi, 1939.
(9) Non si crederebbe, pure alcuni che pretendono di essere scienziati, per sbarazzarsi del miracolo, hanno avuto il coraggio di proclamare il contingentismo, cioè la nessuna stabilità e determinazione delle forze della natura nel loro operare. Così fece p. es. il Dr. Bonardi nella discussione col P. Gemelli intorno ai miracoli di Laurdes. Cfr. Gemelli, La lotta contro Lourdes, Firenze, 1911, p. 222 e s.
“E chi mai può prendere sul serio la contingenza delle leggi di natura? Se fosse lecito sospettarne, dovremmo rinunciare ad ogni scienza fisica, tutta fondata sul principio che le stesse cagioni producono gli stessi effetti; dovremmo dire che le sostanze non sono dalla loro costituzione determinate a un proprio modo di agire e di patire, dovremmo ammettere negli esseri corporei una certa libertà di movimento: stranezze davvero inconcepibili. Pensate voi che un filo di rame non condurrà con eguale misura sempre il calore e l’elettricità? Che il peso di ua, corpo varierà non variata la massa e le altre circostanze?” G. MATTIUSSI, Il veleno Kantiano, p. 262.
(10) BERNHEIM, Hypnotisme, Suggestion, Psycothérapie, Paris, 1903. Nella prima lezione attribuisce alla suggestione le guarigioni meravigliose del Cristianesimo nascente, degli Apostoli e dei Santi, e la conclude con queste parole “È l’immaginazione umana che opera i miracoli “, p. 23.
(11) G. BERTRIN, Storia critica di Lourdes, Torìno, p. 173, ss.
(12) Cfr. BERNHEIM, Op. cit., p. 336 e s., dove dice che la nevrastenia con le sue innumerevoli manifestazioni, l’epilessia, il tetano, ecc., non si possono curare con la suggestione. E a pag. 32 così scrive: ” Affinchè l’idea sia accettata bisogna accrescere la creditività. Diversi mezzi possono ottenerne lo scopo. Il primo di tutti, che esalta la creditività fino a trasformarla in fede, è la suggestione religiosa, quando opera sopra anime credenti. La fede solleva le montagne, la fede fa i miracoli, perché la fede è cieca, non ragiona, sopprime il controllo e s’impone all’immaginazione. L’idea religiosa muove direttamente, senza altra intenzione moderatrice, l’automatismo cerebrale e si trasforma in atto. Sono vere le guarigioni ottenute dai sacerdoti dei templi d’Esculapio coi talismani e gli amuleti, con le reliquie dei santi, dagli esorcismi dei sacerdoti, dagli uomini pii, che avevano ottenuto da Dio il potere di guarire, come… il curato d’Ars, il principe di Hohenlohe, i membri Rosa Croce, sono vere le guarigioni ottenute a Lourdes e altrove. Le guarigioni dette miracolose non sono sempre inventare, ma sono guarigioni per suggestione, che l’ignoranza degli uni ha trasformato in miracoli, lo scetticismo degli altri in imposture“. Ho riportato questa lunga citazione per far toccare la somma incredibile leggerezza di chi osa, atteggiandosi pure a uomo di scienza mettere insieme alla rinfusa, allo stesso livello, i fatti certissimi dei Vangelo, della storia della Chiesa e le favole della mitologia e… della massoneria… e per somma degnazione concede ai credenti una patente di ignoranza.
(13) L. IV, pars I, cap. ult., n. 31. Cfr. anche S. TOMMASO D’AQUINO, Quaestiones disputatae, De potentia, q. VI, a. 3.
(14) Op. cit., p. 320 e 502.
(15) Op. cit.: “Troppo spesso la suggestione non produce che un miglioramento transitorio”.
(16) Cfr. MARCOZZI V., Il valore del miracolo, Collez. S. 0. S., Chieri, 1941.
(17) Racconta il BERTRIN “Recentemente ebbi occasione di vedere uno dei medici di Francia che più si sono occupati teoricamente e praticamente di tale questione, il dott. Grasset di Montpellier. – Dottore, gli dissi, mi permette di rivolgerle una domanda nell’interesse scientifico? Lei non solo ha scritto intorno alla terapeutica della suggestione, ma spesso ne ha fatto uso sopra i suoi malati. Ebbene, ha ottenuto dei buoni risultati? – Pochi e poco durevoli, mi rispose. – Altri uomini competenti mi hanno data la stessa risposta, ripresi. Non crede lei che questa terapeutica già tanto di moda, sia anch’essa molto ammalata? Rispose con un gesto, che voleva dire: Sì, lo credo anch’io: è proprio gravemente ammalata”. Art. Lourdes, in Dictionnaire apologétique, 1917, V. III col. 54.
testo tratto da: G. RE S.J., Religione e Cristianesimo, Torino 1944/4, pp. 105-119.