I TESORI DI CORNELIO A LAPIDE: Servizio di Dio

 1. Necessità di servire Dio.
 2. Motivi di servire Dio.
 3. vantaggi del servire Dio.
 4. Nessuno può servire due padroni.
 5. Come si serve Dio.

1. NECESSITÀ DI SERVIRE DIO. – «Voi non servirete mai a dèi stranieri, disse Iddio al popolo d\’Israele, ma temerete il Signore vostro Dio, e lui solo servirete» (Deut. V. 7 – VI, 13). «Adorerete il Signore Dio vostro, ripete Gesù Cristo, ed a lui solo servirete» (MATTH. IV, 10). «Chi vuole avere sottomesso a sé l\’inferiore, dice S. Agostino, deve sottoporsi egli medesimo al suo superiore. Riconoscete l\’ordine: obbedite voi a Dio e la carne obbedisca a voi. Qual cosa più giusta? qual cosa più bella? Voi stare soggetto a chi vi è superiore e il vostro inferiore stare soggetto a voi. Servite voi colui che vi ha creato, affinché a voi serva quello che è stato fatto per voi. Ma se voi disprezzate il servizio di Dio, non avrete mai la carne soggetta a voi. Voi che non obbedite al Signore, sarete tormentati dallo schiavo (In Psalm. CXLIII)». Vedete Faraone, dice altrove il medesimo Santo; ricusò di obbedire a Dio e si vide costretto a sottoporsi a moscerini.
«Avendo voi ricevuto il Signore Gesù Cristo, scriveva S. Paolo ai Colossesi, camminate in lui, radicati in lui, edificati su lui e rinforzati nella fede quale vi fu insegnata, e fate che abbondi ogni dì più in voi con azioni di grazie» (Coloss. II, 6-7). Notate questo triplice paragone: l° l\’Apostolo assomiglia Gesù e la fede in Gesù ad una strada, per la quale bisogna camminare; 2° ad una radice, alla quale noi dobbiamo essere innestati e abbarbicati; 3° ad una pietra fondamentale, su cui dobbiamo fabbricare… A proposito di quel precetto del medesimo Apostolo: «Tutti quelli che si trovano in condizione servile, stimino i loro padroni degni di ogni onore» (I Tim. VI, 1), il Crisostomo fa quest\’osservazione: Se l\’Apostolo comanda in modo così rigoroso ai servi di obbedire, servire ed onorare i loro padroni; quanto più severo e grande e stringente è per noi l\’obbligo di servire il Signore, dal quale abbiamo ogni cosa! (Homil. ad pop.).
Dio ha fatto l\’uomo perché lo conosca, conoscendolo l\’ami, amandolo lo possegga, e possedendolo ne goda e sia eternamente felice. «Non conoscere Dio, commenta S. Agostino, è morire; conoscerlo, è vivere; disprezzarlo, è perire; servirlo, è regnare (De coelest. Vita)». E se l\’anima nostra non è governata dal legittimo re del cielo, dice altrove, è saccheggiata dal tiranno (Serm. LXXXIV de Temp.). Perciò il Salmista cantava: «Applaudite, o popoli, sciogliete inni di gioia al Signore» (Psalm. XLVI, 2); «Il Dio dei prodigi è il nostro Dio per tutti i secoli e nell\’eternità» (Psalm. XL VII, 15); «Cercate il Signore, e l\’anima vostra avrà vita» (Psalm. LXVIII, 33); «La mia parte è di servire voi, o Signore, osservando la vostra legge» (Psalm. CXVIII, 57); «Ogni anima lodi il Signore» (Psalm. CL, 6). «Il Signore è mia forza e mia gloria, diceva Mosè e con lui ad una voce tutto Israele; egli è stato mia salute; è il mio Dio e lo glorificherò; il Dio dei miei padri e lo esalterò» (Exod. XV, 2).
«Temete il Signore vostro Dio, dice la Scrittura, adoratelo e offritegli i vostri sacrifizi. Osservate le sue cerimonie, i suoi ordini, le sue leggi ed i precetti che ha scritto per voi; adempiteli tutti i giorni della vostra vita e non dimenticate mai l\’alleanza che ha stretto con voi» (IV Reg. XVII, 36-38). Il vecchio Tobia esortava il figliolo che servisse il Signore in ogni tempo, lo pregasse di custodirlo in tutti i suoi passi e tenesse sempre il pensiero volto in Dio; che servisse a Dio nella verità e si studiasse di fare quello che sapeva essergli accetto e raccomandasse alla sua famiglia di fare elemosine ed opere di giustizia, di ricordarsi di Dio e benedirlo in ogni tempo nella verità (TOB. IV, 20 – XI, 10-11). Il Signore ci domanda che gli diamo il cuore (Prov. XXIII, 26); e ci avvisa che, consecrandosi al suo servizio, guardiamo di tenerci nella giustizia e nel timore e di preparare l\’anima nostra alle prove (Eccli. II, 1). «Cercate il Signore, dice Isaia, mentre vi è dato trovarlo; invocatelo, mentre vi sta dappresso» (ISAI. LV, 6). Secondo S. Bernardo, chi non cerca Iddio, chi non lo serve, non ha nessuna virtù. Il servizio di Dio non deve aver fine. Anche quando abbiamo trovato Iddio, non dobbiamo cessare dal cercarlo con desideri ardenti (De Quadrup. debito).
La Sacra Scrittura, i santi Padri, la Chiesa, la nostra coscienza, i nostri bisogni, la nostra felicità, tutto insomma ci grida che è dovere nostro il servire Dio per tutta la vita.

2. MOTIVI DI SERVIRE DIO. – Dobbiamo servire Dio perché nostro Creatore…, padre…, redentore…, nostra provvidenza…, nostro benefattore continuo… Dobbiamo servire Dio perché è somma felicità servirlo fedelmente; suprema, immensa disgrazia non servirlo… Egli dice a ciascuno di noi, come già al popolo di Giuda: «Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho cavato dalla terra dell\’Egitto, dalla casa della schiavitù» (Deut. V, 6). Noi veniamo da Dio, abbiamo tutto da Dio, siamo debitori di tutto a Dio, dell\’anima, del corpo, dei beni, della sanità, del cibo, del vestito, ecc.; tutto ciò adunque importa a noi il dovere di attendere al servizio di Dio. con tutta l\’anima, con tutto il cuore, con tutte le forze. Tutto quello che abbiamo da lui, si deve consecrare al suo servizio: ora che cosa abbiamo, che non ci venga da lui?.. «Ecco che colui il quale fece il cielo e la terra, sta su la soglia di tua casa, dice S. Bernardo; egli è il tuo Creatore, tu sei la sua creatura; tu il servo, egli il padrone; egli il vasaio, tu il fango di cui forma il vaso. Tutto quello adunque che sei, lo devi a colui dal quale hai ricevuto tutto ciò che hai, a colui che ti ha fatto e ti ha beneficato; è lui che regola a tuo pro il corso degli astri, la temperatura delle stagioni, la fecondità della terra, la copia dei frutti. Lui devi servire con tutto l\’affetto, con tutto il vigore dell\’anima tua (De Quadrup. debito)». Di maniera che possa dire col Salmista: «L\’anima mia vivrà per il mio Dio, e la mia discendenza servirà a lui» (Psalm. XXI, 31).
E\’ dovere di ogni uomo lodare, pregare, servire incessantemente Iddio col pensiero, con l\’opera, con l\’anima, col cuore: 1° perché Dio è la maestà infinita, la libertà, la bontà, la misericordia, la santità, la potenza illimitata… 2° A motivo dei suoi doni spirituali e temporali… 3° Tutte le creature anche irragionevoli testimoniano della gloria del loro Creatore e dell\’omaggio che gli prestano con la loro bellezza, col loro ordine, con la loro inalterabile obbedienza; col loro esempio invitano e sollecitano l\’uomo a conoscerlo, amarlo, servirlo, adorarlo… 4° Perché servire Dio è l\’uffizio proprio degli Angeli e dei Santi nel cielo, per tutta l\’eternità.
In quanto poi all\’obbligo di servire Gesù Cristo, non può essere né più chiaro, né più stringente. «Gesù Cristo è morto per tutti, dice il grande Apostolo, affinché tutti quelli che vivono, non vivano omai più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro» (II Cor V, 14-15). «L\’anima deve dimenticare se stessa, dice S. Anselmo, ed essere tutta di Gesù Cristo il quale morì per farci morire al peccato, e risuscitò per farci risuscitare alle opere della giustizia (Monolog.)». Per quattro potenti ragioni, dice S. Bernardo, noi dobbiamo consecrare tutta la vita nostra al servizio di Gesù Cristo. 1° In soddisfazione delle nostre colpe passate… 2° Perché è nostro Creatore… 3° Perché nostro Redentore… 4° perché autore della nostra gloria futura (De Quadrup. debito).

3. VANTAGGI DEL SERVIRE DIO. – Così il Salmista parla del servizio di Dio: «Cercate il Signore e l\’anima vostra avrà vita» (Psalm. LXVIII, 33); «Oh, come utile e dolce mi è il consacrarmi al servizio di Dio!» (LXXII, 28); «Signore, voi sbaragliate tutti quelli che angustiano l\’anima mia, perché io sono vostro servo» (CXLII, 12); «Quelli che servono al Signore, lo loderanno e le anime loro vivranno eternamente» (XXI, 27); «Dio è il mio pastore, io non languirò perché mi ha collocato in mezzo ai suoi pascoli, dove scorre un\’acqua. pura e tranquilla. Egli dà la forza all\’anima mia; mi ha fatto entrare nelle vie della giustizia per la gloria del suo nome. Anche quando camminerò in mezzo alle ombre di morte, io non temerò, a Signore, perché voi siete con me. Voi preparate per me una tavola sotto gli occhi medesimi di quelli che mi perseguitano. Voi spargete sul mio capo l\’olio dei profumi. Delizioso e inebriante è il vostro calice e la vostra misericordia mi seguirà tutti i giorni della mia vita, affinché abiti nella casa del Signore per i giorni eterni» (XXII).
Dio è nostro pastore: le pecore abbisognano 1° di pascoli fertili; 2° di acqua pura; 3° di essere condotte per buone strade; 4° di essere difese dai lupi e da ogni altra bestia feroce; 5° di essere curate, se ammalate; 6° di essere ricondotte, se traviate; 7° di essere portate, se stanche; finalmente, di riparare all\’ovile sul fare della notte. Ora Dio, il divina Pastore, di tutte queste attenzioni è largo con tutti coloro che fedelmente lo servono… «Scegliete la vita, affinché anche voi viviate, affinché amiate il Signore vostro Dio, obbediate alla sua voce e vi abbracciate a lui; poiché egli è la vita e la lunghezza dei giorni vostri» (Deut. XXX, 19-20). Ma per fare ciò, ricordiamoci che il tempo più utile e più propizio è la gioventù: «Quanto felice è l\’uomo, esclama Geremia, che si è avvezzato a portare il giogo del Signore fino dall\’adolescenza!» (Lament. III, 27).
«Il servizio di Dio vale infinitamente più che la libertà del secolo», scrive S. Ambrogio (De fuga Saeculi); perché, come osserva S. Bernardo, servire a Dio è un regnare; portare Dio, non è peso, ma è ornamento e gloria (Serm. VII, in Psalm.). «Dio, dice S. Agostino, il cui servizio è così vantaggiosa per tutti, ed al cui servizio si trova la sola e vera libertà, ci libera da tutto ciò che ci può nuocere. Questa è la nostra speranza, di essere liberati da colui che possiede la suprema libertà e di ottenere la salvezza nostra per mezzo della liberazione. Infatti noi eravamo servi della passione; ora resi liberi, facciamoci servi della carità (De Quant. animae)». Che sublime dignità, esclama S. Ambrogio è mai quella di essere serva dell\’Onnipotente! (De Fuga saeculi). Anche Filone vide nel servizio di Dio una gloria incomparabile, una gloria non solamente più grande della libertà, ma infinitamente più preziosa di tutti i tesori, di ogni sovranità e di quante cose gli uomini sogliano maggiormente ammirare (De Ioseph.). – Diciamo dunque con Cassiodoro: «Azione molto più nobile e più gloriosa è servire a voi, a Signore, che non insignorirsi di tutti i regni del mondo; ed a ragione, perché al vostro servizio, di servi diventiamo figli, di empi diventiamo giusti, di schiavi diventiamo liberi (In Psalm.)».
Dice il Signore: «I miei servi nuoteranno nell\’abbondanza, e voi che disprezzate il mio servizio, morrete di fame; i miei servi berranno a sazietà, e voi languirete di sete; essi lieti, e voi mesti e confusi; essi scioglieranno nell\’esultanza del loro cuore cantici di lode, e voi manderete, nell\’ambascia del vostro petto, grida, gemiti e lamenti» (ISAI. LXV, 13-14). Leggiamo ancora nella Scrittura, che la casa del servo di Dio sarà benedetta in eterno (II Reg. VII, 29); che coloro i quali ascoltano e osservano la legge di Dio, passeranno i loro giorni nella felicità e i loro anni nella gloria (IOB. XXXVI, 11).
Dovunque il popolo di Dio entrò senz\’arco, senza saetta, senza scudo, senza spada, si legge nel libro di Giuditta, ché Dio combatté e vinse per lui; e nessuna mai insultò quel popolo, se non quando egli cessò o si scostò dal servizio del Signore. Tutte le volte ch\’egli adorò altri che il suo Dio, fu abbandonato alla spada ed all\’ignominia, e ogni volta che, pentito di aver lasciato il servizio del suo Dio, lo riprendeva, il Signore del cielo gli dava forza a resistere. Mentre si mantenne fedele nel servizio di Dio, soggiogò i re dei Cananei, dei Gebusei, dei Ferezei, degli Etei, degli Evei, degli Amorei vinse tutti i forti di Esebon, ne occupò le terre e le città. Finché non peccò alla presenza del suo Dio, ebbe beni in abbondanza, perché il suo Dio abomina l\’iniquità. Prima di questi anni, essendosi essi ritirati dal servizio di Dio, furono battuti e sterminati in guerra da parecchie nazioni, e buon numero di loro vennero condotti schiavi in terra straniera (IUDITH. V, 18-22). In questo quadro dipinto dalla mano stessa dello Spirito Santo, noi vediamo i vantaggi mirabili del servizio di Dio e le calamità che incolgono quelli che lo abbandonano…
Chi ha salvato Noè dal diluvio? La sua fedeltà nel servizio di Dio. Chi ha resi sì celebri Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe? Chi ha fatto così forti e potenti Mosè, Giosuè, Giuda Maccabeo? Donde attingevano i Profeti tante virtù, tanti lumi? Chi formò la gloria di Giobbe, di Tobia, di Susanna, di Giuditta, d\’Ester, di Debora, di Giaele? Chi ha dato agli Apostoli tanto zelo, ai martiri tanta pazienza, agli anacoreti tanto ardore di mortificazione, alle vergini tanta bellezza di santità? Chi forma anche al presente i generosi missionari, le sante figlie della carità? Chi popola i chiostri di ferventi religiosi? Chi fa il buon pastore ed il buon gregge? Chi forma tutti i Santi in tutti i tempi? Una sola risposta si può dare a tutte queste domande: Chi opera tutti questi prodigi è la consecrazione al servizio di Dio. All\’opposto, qual è la causa di tanti scandali, di tanti misfatti, di tanti delitti? la trascuranza, il disprezzo del servizio di Dio. Chi empie l\’inferno e fa i reprobi? l\’oblìo, l\’abbandono del servizio di Dio… Udite come parla un gran servo di Gesù Cristo, S. Paolo: «Io ho combattuto il buon combattimento, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora non mi resta che aspettare la corona di giustizia, la quale il Signore, giusto giudice, mi darà in quel giorno, né solo a me, ma anche a quanti amano la sua venuta» (II Tim. IV, 7-8).

4. NESSUNO PUÒ SERVIRE DUE PADRONI. – Perentoria è la sentenza del divin Redentore: «Nessuno può servire due padroni a un tempo; perché o amerà l\’uno e odierà l\’altro; o ubbidirà questo e disprezzerà quello» (MATTH. VI, 24). No, non si può servire il Creatore e la creatura, Dio e Satana, il cielo e la terra, la virtù e il vizio, l\’anima e il corpo. «Se piacessi tuttavia agli uomini, non sarei punto servo di Cristo», diceva il grande Apostolo (Gal. I, 10). «Impossibile impresa, dice S. Bernardo, riuscirà sempre l\’accoppiare insieme la verità e la menzogna, quello che è eterno e ciò che è transitorio, le cose dello spirito e quelle della carne, il cielo e la terra; nessuno arriverà mai a gustare nel medesimo tempo le delizie che vengono dall\’alto e quelle che vengono dal basso (Serm. super Missus est)». Quelli che hanno il cuore diviso, periranno, dice il profeta Osea (X, 2).
Il Signore aveva detto ad Israele: «Non avrai dèi stranieri» (Deut. V, 7). Ora quando i figli di Giuda, dimenticato questo comando, alternavano il culto del vero Dio con quello degli dèi delle nazioni, Elia fortemente ne li riprese e disse: «Orsù decidetevi; e fino a quando tentennate fra due partiti? Se il Signore è Dio, seguitelo; se poi tale è Baal, a lui decisamente consacratevi» (III Reg. XVIII, 21).

5. COME SI SERVE DIO. – Otto condizioni assegna Iddio al suo servizio, perché gli sia gradito: 1° vuole che lo serviamo nella giustizia…; 2° con cuore puro, buono, sincero, retto, fervente; 3° che ci dedichiamo tutti interi al suo servizio; 4° che lo serviamo con gioia, non con angustia e tristezza; 5° che facciamo tutto il possibile per servirlo nel miglior modo; 6° che lo serviamo con cuore generoso e buona volontà; 7° che il nostro servizio non sia incoerente, viziato, corrotto, ma puro e perfetto; 8° che lo serviamo fino all\’ultimo respiro.
I mezzi per servire Dio sono: 1 ° Avere gusto per le cose del cielo, non per quelle della terra (Coloss. III, 2). 2° Fare ogni nostra azione nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre (Coloss. III, 17). 3° Pensare che quel giorno solamente voi cominciate a servire Dio, e che può forse essere l\’ultimo vostro giorno. 4° Non darvi mai a credere di avere, fino a quel punto, servito fedelmente e puntualmente Iddio. 5° «Un mezzo vi suggerisco, scrive S. Agostino, col quale potete lodare e servire del continuo Iddio, quando lo vogliate; ed è che facciate bene tutto ciò che fate (In Psalm. XXXIV)».