I TESORI DI CORNELIO A LAPIDE: Peccato originale

 1. L\’esistenza del peccato originale è certa.
 2. Cause del peccato originale.
 3. In qual modo si contrae il peccato originale.
 4. Conseguenze del peccato originale.

1. L\’ESISTENZA DEL PECCATO ORIGINALE È CERTA. – Dio prescrisse la circoncisione ad Abramo a cagione del peccato originale e per cancellare la macchia che esso imprime nell\’anima (Gen. XVII, 10). La stessa legge rinnovò per mezzo di Mosè; Gesù Cristo medesimo, sebbene esente da ogni neo ed impeccabile, le si volle per umiltà e spirito di obbedienza assoggettare. Abolita poi la circoncisione, Dio stabiliva il sacramento del battesimo in luogo di quella, ed al medesimo scopo.
«Per un uomo, scrive S. Paolo, il peccato è entrato nel mondo e col peccato la morte; e così la morte passò in tutti gli uomini e per mezzo di colui nel quale tutti hanno peccato» (Rom. V, 12). Tutti, non esclusi i bambini, hanno dunque peccato; ma i bambini non possono avere un peccato attuale, resta dunque che nascano con un peccato di origine, contratto da loro in Adamo.
È una chiara confessione dell\’esistenza e della trasmissione del peccato originale, quella che fa il Salmista: «Considerate, o Signore, che nell\’iniquità ebbi vita, e che nel peccato mi concepì mia madre» (Psalm. L, 6)… Un simile linguaggio tiene Giobbe; né è da stupire, perché, fin presso gli antichi popoli, benché affatto separati dalla nazione giudaica, troviamo conservata qualche rimembranza della caduta del primo uomo e della maledizione divina, da lui provocata sopra di sé e su tutta la sua stirpe.

2. CAUSE DEL PECCATO ORIGINALE. – «Per l\’invidia di Satana, dice la Sapienza, la morte entrò nel mondo» (Sap. II, 24). Ancorché la disobbedienza di Eva abbia preceduto quella di Adamo, questi tuttavia, in qualità di nostro capo e come colui nel quale era stata posta l\’innocenza e la giustizia originale, è in verità la causa prima del peccato originale, delle sue conseguenze e della sua trasmissione, come è la causa prima della generazione. Questa considerazione dà molto peso di probabilità al sentimento di S. Tommaso, seguito da parecchi teologi, che nonostante la caduta di Eva, se Adamo non avesse peccato, non ci sarebbe stata la trasmissione del peccato originale.

3. IN QUAL MODO SI CONTRAE IL PECCATO ORIGINALE. – «Tutti gli uomini, secondo la parola di S. Paolo (Rom. V, 12), hanno peccato in Adamo, perché tutti gli uomini, osserva S. Agostino, furono quel solo uomo, cioè Adamo» (De peccat. merit. c. X). Tutti gli uomini furono quel solo uomo per la loro origine; esso tutti li rappresentava e conteneva in germe… Come il peccato attuale, ossia l\’atto del peccato, passa, ma lascia dietro di sé il peccato abituale, cioè una macchia nell\’anima, così il peccato originale, in quanto che fu atto di disobbedienza di Adamo, è passato, ma ha lasciato a tutti gli uomini, perché parte di quell\’Adamo, una macchia che ciascuno di essi porta con sé nascendo. Esso è ad un tempo peccato attuale ed abituale. Non si vede forse ben sovente passare nei figli il disordine e l\’infamia del padre? Non è il delitto di un principe imputato alcune volte a tutta la nazione?
Ognuno vede che su di noi pesa la pena di Adamo essendo soggetti all\’ignoranza, alla concupiscenza, alle malattie, alla morte, ecc… Noi nasciamo dunque colpevoli, perché l\’uomo non uscì dalle mani del Creatore nella misera condizione in cui lo vediamo presentemente, poiché tutte le creature fatte da Dio, erano assai buone (Gen. I, 31). Il sangue di Adamo era stato infettato dal suo delitto; ora tutti gli uomini vengono da questo sangue impuro; essi nascono dunque tutti macchiati del peccato originale.
L\’eccezione fatta in favore della Vergine Immacolata non indebolisce la legge generale, anzi la conferma; poiché non vi è legge così generale che non possa ammettere delle eccezioni. Il supremo legislatore ha sempre diritto di dispensa. In virtù della suprema signoria ch\’egli ha su tutte le creature, Dio pose la volontà di tutti gli uomini nella volontà di Adamo, affinché la sua posterità fosse creduta fare quel medesimo ch\’egli farebbe di bene e di male. La volontà di Adamo è dunque stata la volontà di tutta la sua schiatta. Così dispose Iddio affinché Adamo fosse il tipo, o se così si può dire, l\’anti-tipo di Gesù Cristo, la cui volontà, la soddisfazione e i meriti devono essere i nostri. Perché, come dice S. Paolo, Gesù Cristo si è fatto a noi sapienza venuta da Dio, e giustizia, e santificazione, e redenzione (I Cor I, 30).

4. CONSEGUENZE DEL PECCATO ORIGINALE. – «Io vedo, confessava di sé S. Paolo, nelle mie membra un\’altra legge la quale contrasta alla legge del mio spirito, e mi soggioga alla legge del peccato che è nelle mie membra. Me infelice! chi mi libererà da questo corpo di morte?» (Rom. VII, 23-24). ­ «Non intendo quello che faccio, dice il medesimo Apostolo, poiché non compio il bene che vorrei e commetto quel male che odio» (Rom. VII, 15).
Tertulliano riconosce che quel languore, quella fiacchezza la quale al bene ci rende torpidi, non ci viene dalla natura, ma dalla colpa (De Poenit. n. 5): Per il peccato originale, dice S. Prospero, l\’uomo ha perduto la scienza del bene; l\’iniquità ha dato lo sfratto alla giustizia; l\’orgoglio ha distrutto l\’umiltà; la concupiscenza ha fatto sfregio alla continenza; l\’infedeltà ha bandito la fede; la schiavitù sottentrò alla libertà; la virtù non poté tener fronte né mantenersi salda dove irruppe tanta folla di vizi (Sentent.).
«Ho veduto, narra S. Giovanni nell\’Apocalisse, nella destra di colui che era assiso sul trono, un libro scritto e chiuso con sette sigilli» (Apoc. V, l). Molti dottori pensano che questo libro era l\’emblema della colpa e della pena del peccato di Adamo; peccato col quale esso ha legato sé e noi alla vendetta di Dio. I sette sigilli denotano i sette mali nati da questo peccato, e sono: l° l\’offesa di Dio; 2° la pena del danno; 3° la pena del fuoco infernale e delle afflizioni di questa vita; 4° la necessità di morire; 5° il giogo di Satana; 6° un senso di allontanamento da Dio ed una violenta inclinazione alle creature; 7° la concupiscenza e l\’ignoranza. Solo Gesù Cristo ha potuto rompere quei sette sigilli, cioè distruggere questi sette mali.
Dieci miserie o pene enumera il Cardinal Bellarmino, inflitte alla natura umana per cagione del peccato originale: l° l\’ignoranza dello spirito; 2° la perversità del1a volontà; 3° la concupiscenza; 4° il lavoro e i dolori del corpo; 5° la morte; 6° la collera di Dio; 7° la schiavitù sotto il giogo del demonio; 8° le liti, le risse, le ribellioni, le guerre; 9° la rivolta degli animali contro l\’uomo; 10° tutte le disgrazie previste ed impreviste che vengono all\’uomo, o dal cielo, o dalla terra, o dal mare (In Eccles.).
Di qui si comprende che cosa sia il peccato; quanto terribile e di quanta malizia. Il solo peccato di Adamo ha attirato, attira e attirerà fino alla fine del mondo, sopra Adamo e su l\’innumerevole sua schiatta, tutti i mali di cui abbiamo fatto cenno… Per il peccato di Adamo, l\’anima è stata degradata nella sua intelligenza, abbandonata alla cecità e all\’ignoranza…; degradata nella sua volontà, che si allontana da Dio ed è trascinata ai beni perituri; degradata nella sua memoria che dimentica il bene e solo ricorda il male; degradata nella sua sensibilità, zimbello di diversi timori e spaventi; degradata nell\’appetito irascibile, per la sua fiacchezza e per una turba di concupiscenze (*).
Ma se Dio punisce per tal modo nei bambini il peccato di Adamo, che può dirsi a loro straniero, come punirà le colpe di cui ciascuno di noi si fa reo di proprio volere? Se così severamente castiga in questa vita, in bambini innocenti, o in anime giuste e sante, una disobbedienza di Adamo, come castigherà egli tante impurità, gelosie, bestemmie, scandali, omicidi, frodi, eresie, che ogni giorno i grandi peccatori accumulano per l\’inferno?

[* L\’appetito irascibile è la facoltà con cui l\’anima si porta a superare le difficoltà che incontra nel seguire il bene o nel fuggire il male. Esso è per l\’ordinario opposto all\’appetito inconcupiscibile, che è quell\’appetito per cui l\’anima si porta verso un bene sensibile, o verso un oggetto che le piace]