I TESORI DI CORNELIO A LAPIDE: Nome di Gesù

1. Che cosa significa il nome di
Gesù.

2. Il nome di Gesù annunziato
dai profeti.

3. Grandezza del nome di Gesù.

4. Il nome di Gesù è
prezioso.
5. Bisogna invocare sovente il santo
nome di Gesù.

1. CHE COSA SIGNIFICA
IL NOME DI GESÙ. – Il nome di Gesù vuol dire Salvatore
e Redentore. «Nella lingua ebraica, scrive Sant’Epifanio, Gesù
significa colui che guarisce,
ovvero medico e salvatore [*Iesus, hebraica lingua, curator
appellatur, aut medicus et salvator (De
Christo
).]». L’angelo Gabriele dà
egli medesimo questo senso al nome di Gesù, quando dice a
Giuseppe che non tema di prendere in isposa Maria: poiché
quello che è nato in lei le viene dallo Spirito Santo. «Essa
partorirà un figlio e lo chiamerai Gesù, perché
libererà il suo popolo dai suoi peccati» (MATTH. I,
20-21).
«Non si dà
salute in nessun altro, predicava S. Pietro, se non in Gesù di
Nazareth, e non è dato in terra agli uomini altro nome, in
virtù del quale possano essere salvi» (Act.
IV, 12). «Il mio nome, è nuovo», dice il Signore
nell’Apocalisse (III,
12). Il nome al quale qui si accenna è quello di Gesù;
nome da lui ricevuto, nella circoncisione.

2. IL NOME DI GESÙ
ANNUNZIATO DAI PROFETI. – «Io aspetterò, o Signore, la
vostra salute» (Gen.
XLIX, 18), diceva Giacobbe vicino a morire; più esplicito il
profeta Abacuc chiamava questa salute col proprio nome, esclamando:
«Io mi rallegrerò nel Signore, e tripudierò di
gioia in Gesù Dio della mia salute» (HABAC. III, 18).
«Stillate, o cieli, la vostra rugiada, pioveteci, o nubi, il
giusto; si apra la terra e produca il Salvatore» (ISAI. XLV,
8) andava sospirando Isaia.

3. GRANDEZZA DEL NOME
DI GESÙ. – «Dio ha esaltato il Cristo, scrive il grande
Apostolo e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni altro
nome: così che nel nome di Gesù si piega ogni ginocchio
in cielo, in terra, e nell’inferno» (Philipp.
II, 9-10). Il Padre eterno ha dato al Cristo 1° il nome di Dio e
di Figlio di Dio; ora, il nome si prende per la cosa che significa;
il nome di Dio è dunque Dio stesso, è la divinità.
2° Dio Padre ha dato al Cristo il nome di Gesù, cioè
la celebrità e la glorificazione di questo nome, affinché
in qualità di Messia e Salvatore, Gesù fosse conosciuto
e rinomato e celebrato in tutti i luoghi e per sempre su la terra, in
cielo e nell’inferno. 3° Per la sua umiltà ed obbedienza
fino alla morte, Cristo si è meritato il nome di Gesù
che è il titolo di Salvatore e di Redentore, e per la morte di
croce egli é infatti divenuto il Salvatore e Redentore del
mondo.
Il nome di Gesù
è al disopra di ogni altro nome, e non vi è sotto il
cielo altro nome dato agli uomini, nel quale possano essere salvi;
perché il nome di Gesù è il nome proprio del
Verbo incarnato. Quindi il nome di Gesù rappresenta tutta
l’economia della Incarnazione del Verbo e della Redenzione, nelle
quali più che in tutte le altre opere divine spiccano unite la
sapienza e la potenza, la bontà e la maestà di Dio, con
tutti gli altri suoi attributi. Chi è infatti Gesù
Cristo, se non la suprema maestà, il sommo amore, per mezzo
del quale ci vengono e ci sono date la salute, la gloria, tutti i
beni del corpo e dell’anima, tanto in questa che nella futura e beata
vita, per tutta l’eternità? Da ciò ne segue che il nome
di Gesù è in modo assoluto più grande, più
santo, più venerabile che non il nome stesso di Jehovah. E la
ragione fondamentale sta in ciò, che Jehovah significa Dio, in
qualità di Signore e Creatore, mentre Gesù indica Dio,
in qualità di Salvatore e Redentore. Ora, siccome il benefizio
e l’opera della redenzione stanno molto al di sopra, per ciò
che è di eccellenza intrinseca e di vantaggio all’umanità,
all’opera e al benefizio della creazione, così il nome di Gesù
o Salvatore vince in grandezza e santità e venerabilità
il nome sacro di Jehovah, ossia Creatore. Perciò la Chiesa
canta nella sua liturgia, che la nascita dell’uomo a nulla avrebbe
giovato senza la redenzione (In benedict.
Cerei pasch
.). Inoltre il nome di Dio
Redentore racchiude il nome di Dio Creatore, mentre questo non
contiene quello; essendo evidente che la redenzione presuppone la
creazione, e la creazione non porta con sé di necessità,
la redenzione.
Il nome di Jehovah
dice: Colui che è,
ed è il nome appunto con cui Dio chiamò se stesso
quando volle manifestarsi a Mosè: «Io sono colui che
sono» (Exod.
III, 14). Il nome di Gesù dice Colui
che crea e salva
quelli che sono perduti, che
Il giustifica, vivifica, beatifica, e divinizza. Jehovah è il
principio e la sorgente dell’essere; Gesù è il
principio e la sorgente della grazia, della salute, della gloria.
Jehovah è il vincitore, il soggiogatore di Faraone e
dell’Egitto; Gesù è il trionfatore del demonio e
dell’inferno. Jehovah è il legislatore dei Giudei, l’autore
dell’antico Patto; Gesù è il legislatore di tutti i
cristiani, l’autore del nuovo Testamento. Jehovah guida gli Ebrei nel
paese di Canaan a traverso del mar Rosso; Gesù ci conduce al
cielo a traverso i flutti del suo sangue, nel quale siamo battezzati
e lavati.
Ecco perché i pii fedeli
chinano il capo o genuflettono pronunziando il nome di Gesù,
il che non fanno al proferirsi il nome di Jehovah. Chi oltraggia o
bestemmia il nome di Gesù, pecca più gravemente che chi
insulta e strapazza il nome di Dio.
Difatti il nome di Gesù è
il nome proprio del Verbo incarnato e contiene e sopravanza tutti gli
altri nomi del Cristo; di modo che è un
nome superiore a tutti gli altri nomi: – Nomen
quod est super omne nomen.
– Bisogna dunque che al nome di Gesù
si pieghi ogni ginocchio, in cielo, in terra e nell’inferno. – Ogni
ginocchio deve piegarsi al nome di Gesù, cioè tutti gli
esseri dotati d’intelligenza devono adorare questo santo nome… Il
cielo riverisce e adora il nome di Gesù, perché in
virtù di questo nome gli angeli furono confermati in grazia e
in gloria. La terra lo riverisce e adora, perché a questo nome
essa deve il suo riscatto e la sua salute. L’inferno freme udendolo
pronunziare e lo rispetta, perché chi lo porta è il
vendicatore delle leggi divine, il giudice ed il padrone dei demoni e
dei reprobi.
«Ogni lingua
confessi, continua S. Paolo, che il Signore Gesù Cristo è
nella gloria di Dio Padre» (Loc. cit.
12). Queste parole dinotano che, come Dio, Gesù ha l’essenza,
la gloria, la maestà, la potenza del Padre e che, come uomo,
fu collocato alla destra di Dio Padre ed elevato al di sopra di tutti
gli uomini e di tutti gli angeli; che partecipa così da vicino
ed in sì alta misura alla gloria del Padre, che si può
dire con tutta ragione che egli è nella medesima gloria, ed
infinitamente meglio di tutti gli angeli e di tutti i santi che,
ciascuno a suo modo, si trovano pure nella gloria di Dio Padre.
Non dimentichiamo mai
l’esortazione di S. Paolo ai Tessalonicesi:
«Il nome di Gesù Cristo sia reso chiaro e glorioso in
voi e voi in esso, mediante la grazia del nostro Dio, e del Signore
Gesù Cristo» (II Thess.
I, 12).
 
4. IL NOME DI GESÙ
È PREZIOSO. – O nome benedetto, esclama S. Bernardo, olio
prezioso sparso in tutti i luoghi! È già da gran tempo
che questo nome è venerato in cielo, nella Giudea, e di là
in tutta la terra! La Chiesa innalza la voce da un capo all’altro del
mondo e dice: Il vostro nome, o Gesù, è olio dolce e
soave, sparso dappertutto e largamente sparso; esso non si dilata
solamente per il cielo e per la terra, ma penetra perfino negli
inferni; tanto che al nome di Gesù si piega ogni ginocchio in
cielo, in terra, e nell’inferno. Ah sì! ogni lingua confessi e
dica che il vostro nome è olio delizioso largamente sparso in
ogni luogo (Serm. XV in Cant.).

L’olio, continua il
medesimo Padre, splende, nutrisce, conforta. È esca al fuoco,
cibo al corpo, lenimento al dolore; serve di luce, di alimento, di
rimedio. Vedete ora come simili effetti produce il nome di Gesù.
Annunziato, illumina; meditato, nutrisce; invocato, solleva e
guarisce. Studiamo ad una ad una queste meraviglie: donde credete che
abbia potuto uscire, per spandersi su l’universo, così
improvvisa e così splendida la luce della fede, se non da Gesù
rivelato, annunziato, predicato? Non è forse per mezzo dello
splendore di questo nome, che Dio ci ha chiamati all’ammirabile sua
luce? Illuminandoci, ha fatto splendere ai nostri occhi la sua luce,
nella luce che spandeva il nome di Gesù. Con ragione dice S.
Paolo: Altre volte voi eravate tenebre, al presente siete luce nel
Signore. Il nome di Gesù non è solamente luce, ma anche
cibo. E infatti non vi sentite voi rinvigorire quando richiamate alla
mente questo prezioso nome? Quale pensiero mi sostiene più di
questo? Quale ricordo rinfranca di più i sensi, affranti
dall’esercizio e dal lavoro? Che cosa vi è che più
rassodi le virtù, mantenga i casti affetti, rinsaldi i buoni e
onesti costumi? Arido e insipido è ogni cibo dell’anima, che
non sia ammollito di questo dolcissimo olio; esso è insulso,
se non è condito di questo sale celeste. Non gusto gli
scritti, se non vi trovo il nome di Gesù; a noia mi vengono i
ragionamenti, e discorsi, quando non sento il nome di Gesù.
Gesù è miele alla mia bocca, melodia al mio orecchio,
giubilo al mio cuore. Finalmente, il nome di Gesù è
rimedio. Vi è tra di voi chi sia triste, afflitto, tormentato?
si getti costui sul petto di Gesù, penetri nel sacro Cuore di
lui, ne proferisca con la lingua il santo nome; e tosto al comparire
di questo splendido, potente nome, si dileguerà ogni nebbia e
il cielo dell’anima ridiverrà sereno. Cade alcuno nella colpa
e corre rischio di dare nella disperazione? il soffio della vita lo
rianimerà non appena avrà invocato questo vivifico
nome. Sarà forse la durezza del cuore, il torpore nato
dall’indolenza e figlio della viltà, la corruzione dell’anima,
la languidezza dell’accidia, che possa resistere alla potenza di
questo nome salutare? Nessun rimedio calma più prontamente la
violenza della collera e dissipa l’enfiagione dell’orgoglio, quanto.
questo nome divino. Guarisce la piaga dell’invidia, arresta la
lussuria, spegne il fuoco della passione infame, estingue la sete
dell’avarizia, doma il fremito di tutti i cattivi istinti che
potrebbero togliere l’onore. Infatti quando nomino Gesù, il
mio pensiero corre e si ferma sopra un essere dolce e umile di cuore,
buono, sobrio, casto, misericordioso, insomma notevole per purità
e santità: io nomino il medesimo Dio onnipotente che col suo
aiuto ed esempio, medica, guarisce, e rinforza. Tutte queste
meraviglie suonano al mio orecchio, quando sento il nome di Gesù.
Sia questo sempre nel vostro cuore, suoni del continuo su le vostre
labbra; perché in virtù di questo prezioso nome, tutti
i vostri sentimenti e tutte le vostre azioni si dirigono verso Gesù
Cristo, che loro serve di principio e di termine. Non è forse
egli in persona che v’invita a fare così, quando vi dice nel
Cantico dei Cantici
(VIII, 6): «Mettetemi come un sigillo sul vostro cuore, come
un’impronta sul vostro braccio» (Serm.
XV in Cant
.).
Ripetiamo anche noi
con S. Pietro: Non da altri abbiamo salute se non da Gesù di
Nazareth; perché non vi è sotto il cielo altro nome nel
quale dobbiamo essere salvati (Act.
IV, 12); ma per questa nome augusto tutti possono avere salvezza…
Due soli nomi vi sona nel mondo, portatori di pace, di ordine, di
armonia, di virtù e di felicità e sono i dolci, potenti
nomi di Gesù e di Maria.
Il santissimo nome di Gesù,
1° seda le tempeste e calma gli uragani di qualunque passione; 2°
sparge la grazia e la misericordia; 3° nutrisce l’anima e
l’infiamma di amore celeste; 4° porta conforti ineffabili e
divini; 5° procura una buona fama; 6° bandisce la tristezza e
rallegra il cuore; 7° dà vigore ai martiri e a tutti i
fedeli che combattono per la fede; fa che trionfino generosamente di
tutti gli ostacoli, di tutti i patimenti, di tutte le prove, di tutte
le persecuzioni e della morte stessa; questo sacro nome corona i
vincitori; 8° medica tutte le piaghe, cura tutte le infermità
dell’anima e del corpo; 9° incatena il demonio, il mondo e la
concupiscenza della carne.
Tutti i Padri della
Chiesa ci dicono che il demonio nessuna cosa teme tanto, quanto
l’invocazione del Nome di Gesù. «I demoni, dice S.
Giustino, impauriscono di questo nome che li fa tremare; e anche ora
ci obbediscono, se nel nome di Gesù Cristo crocefisso li
scongiuriamo… In qualunque luogo suoni il nome del Signore, quivi
tutte le cose riescono a bene (Hom. VIII)».
Origene avverte che vi è nel nome di Gesù sì
grande forza per vincere i demoni, che pronunziandolo si ottiene
quanto si desidera, come insegnava il divin Maestro quando diceva:
Molti nel giorno del giudizio mi diranno: Nel tuo nome, abbiamo
cacciato i demoni (Contra Celsum).
«Basta la sola invocazione del nome di Gesù, soggiunge
Teodoreto, per far sì che l’avversario nostro ci rispetti e ci
tema grandemente (Epist. ad Philemon)».
Racconta un gravissimo autore, che è severamente proibito ai
fattucchieri e a quanti si consecrano di proposito al demonio,
d’invocare o ricordare in qualunque modo nei loro notturni convegni,
il nome di Gesù, ancorché avessero rinnegato il divin
Salvatore. Noi sappiamo che il diavolo e tutta la sua corte scompare
immediatamente, quando alcuno della setta pronunzia, anche senza
averne intenzione, il nome di Gesù (TYREUS, de
Daemon
. c. XLII, n. 22).
S. Giovanni
Crisostomo diceva che: «il nome di Gesù, e la potenza
della croce tengono per noi cristiani il luogo d’incantesimi
spirituali. Questo incanto, non solamente caccia il dragone dalla sua
caverna e lo precipita nel fuoco, ma rimedia ancora alle ferite da
esso fatte all’anima nostra. Il nome di Gesù suona terribile
ai demoni i quali appena uditolo menzionare si dileguano; riesce
salutare a guarirci delle nostre infermità e agitazioni.
Divenga esso dunque il nostro ornamento, e sia per noi un muro di
difesa (Homil. VIII
ad pop.
)».
S. Ignazio di Loiola
non volle che la sua congregazione prendesse nome da lui, ma da Gesù,
affinché questo nome le fosse d’incentivo ad operare sempre
con energia, e ad affrontare i supplizi e la morte.
Al nome di Gesù
conviene in modo speciale quel detto dei Proverbi: «Torre
munitissima è il nome del Signore; a lui avrà ricorso
il giusto e sarà esaltato» (Prov.
XVIII, 10). «Gesù si è fatto nostra fortezza in
faccia al nemico, dice qui a proposito S. Agostino; guardate che il
demonio non vi ferisca e per ciò rifugiatevi nella torre. Colà
i dardi di Satana non vi potranno mai colpire e voi ci starete in
tutta sicurezza e pace (In Psalm)».
Con l’invocazione del
nome di Gesù, si ottiene tutta la sua protezione ed ogni
desiderabile aiuto. «Chiunque invocherà il nome del
Signore, sarà salvo», dice Gioele
(IOEL. II, 32). Perciò dice il Salmista: «Io loderò
e invocherò il Signore, e sarò liberato di tutti i miei
nemici» (Psalm.
XVII, 4), e il profeta Abacuc
esclamava: «Io mi rallegrerò nel Signore, ed esulterò
di gioia in Gesù, Dio, mia salute» (III, 18). Questi
profeti c’insegnano quanto sia amabile e prezioso il nome di Gesù,
affinché ci rallegriamo e lo prendiamo per protettore e guida.
Il nome di Gesù
significa, 1° che tutti i beni ci vengono da lui, poiché
la salvezza, portataci dal Redentore, comprende tutti i doni di Dio e
tutti i beni. Come le acque che si dividono in molti rivi, zampillano
da una sola sorgente; come tutti i raggi vengono dal sole e tutti i
bracci di mare appartengono all’oceano, così ogni virtù
e grazia e santità nel loro principio, nel mezzo, nel fine,
vengono da Gesù Cristo. È Gesù che scancella col
suo sangue le macchie dei nostri peccati; è lui che tempra gli
ardori della concupiscenza, che rompe i ceppi delle cattive
consuetudini, che doma il furore delle passioni, che ci sottrae al
giogo del demonio; è lui che rende la libertà allo
spirito, che orna l’anima della grazia e ne fa la sposa, la figlia,
il tempio di Dio; è lui che quieta e rasserena la coscienza,
dà vita ai nostri sensi e al nostro spirito, illumina il
nostro intelletto mediante la cognizione delle cose divine, eccita la
nostra volontà a ricercarle, fortifica la nostra debolezza, ci
dà vittoria nelle tentazioni e ci ottiene il trionfo nel
combattimento. Se gemete nella desolazione, invocate Gesù e
non tarderete a provare il potente soccorso di questo consolatore. Se
i timori, le ansietà, gli scrupoli vi mettono nelle angustie,
invocate Gesù, egli vi aprirà e allargherà il
cuore, lo libererà e renderà lieto ed allegro. Se la
febbre dei patimenti corporali e delle passioni vi abbrucia e vi
consuma, invocate Gesù; il fiele della sua passione e il miele
della sua mansuetudine misericordiosa, la calmeranno e troncheranno
dalle radici. Se la povertà, le malattie, le tribolazioni, i
nemici della salute si scaglieranno e rovesceranno su di voi per
atterrarvi, invocate Gesù con fiducia e perseveranza e voi
supererete tutte le prove, trionferete di tutto e sarete coronati per
mano di Gesù medesimo… Ecco perché le persone pie
portano incessantemente nel cuore ed hanno del continuo su le labbra
i dolci nomi di Gesù e di Maria e vi ricorrono in tutte le
occasioni. Essi sanno per prova la verità di quel detto di S.
Bernardo: che di tutti coloro i quali, in ogni tempo, hanno invocato
i nomi di Gesù e di Maria, neppure uno si è perduto
(Serm. XV
in Cant
.).
2° Il nome di Gesù non
indica soltanto il Salvatore e la salute che ci è venuta da
lui, ma anche, l’eccellente e mirabile maniera con cui ci ha salvati.
Egli infatti non ci ha salvati con una parola, come con una parola ha
creato il mondo, ma ha preso sopra di sé le nostre infermità
per guarircene; si è preso sopra di sé i nostri peccati
e li espiò con durissime pene nel corpo e nell’anima, per
distruggerli in noi. Egli ha accettato la morte alla quale noi
eravamo condannati per uccidere la nostra morte e restituirci alla
vita della grazia e della gloria. Quando pertanto pronunziamo il nome
di Gesù, noi esprimiamo che il Verbo si è fatto carne,
che Dio si è incarnato per noi, che nacque in una stalla e fu
deposto in una greppia, e circonciso; che ha lavorato e sudato e
pianto; che ha sofferto la fame, la sete, il caldo, il freddo; che
per noi fu preso, legato, sputacchiato, flagellato, oltraggiato,
coronato di spine, abbeverato di fiele, crocefisso. Tutto questo
ricorda il nome di Gesù Cristo, ed è per ciò che
suona infinitamente venerabile e adorabile agli uomini ed agli
angeli, ed infinitamente terribile ai demoni che all’udirlo fremono,
tremano e fuggono.
 
5. BISOGNA INVOCARE
SOVENTE IL SANTO NOME DI GESÙ. – S. Bernardo dice: «Abbi
sempre Gesù nel cuore, e l’immagine del Crocefisso non si
allontani mai dalla tua mente. Sia Gesù tuo cibo e tua
bevanda, tua dolcezza e tua consolazione, tuo miele e tuo desiderio,
tua lettura e tua meditazione, tua preghiera e tua contemplazione,
vita, morte e risurrezione tua. Gesù è miele alla
bocca, melodia all’orecchio, letizia al cuore (Serm.
XV in Cantic
.)».
Sia Gesù il nostro amore e
il centro dei nostri affetti; sia il soffio del nostro respiro,
l’oggetto dei nostri discorsi; sia l’anima e la vita nostra, il modo
che siccome noi siamo, noi viviamo, noi operiamo in lui e per lui,
così pure non serviamo che lui, non ci studiamo di piacere ad
altri che a lui, non parliamo che di lui solo; ci stia
incessantemente sotto gli occhi; camminiamo sempre alla sua presenza,
lavoriamo e soffriamo per lui; siamo pronti a fare per lui ogni
sacrifizio, ancorché difficile e penoso; moriamo finalmente
per lui, in lui e di lui, affinché regniamo eternamente con
lui nel soggiorno della felicità e della gloria.