GRAZIA (necessità della)

Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica. GRAZIA (necessità della): necessario equivale a inevitabile, indispensabile.

Necessità fisica: connessa con le leggi della natura nel suo essere o nel suo operare; morale: secondo le condizioni e i costumi degli uomini. La prima è più rigida della seconda.
 La grazia, dono divino per la conquista della vita eterna, s'inserisce nell'uomo come un nuovo principio di attività, che corrobora, purifica ed eleva le facoltà umane all'ordine soprannaturale. Essendo le facoltà specifiche dell'uomo l'intelletto e la volontà, si considera la necessità della grazia in rapporto alla verità e al bene.
 
A. – La grazia è necessaria:
 
1) fisicamente (come dono interno)
          
a) a conoscere le verità oggettivamente soprannaturali, per es. i misteri;
b) alla fede soprannaturale (adesione dell'intelletto e della volontà alla parola rivelata da Dio) (v. Fede).
(Cfr. Conc. II di Orange, can. 5 (DB, 178); Conc. Trid., sess. VI (DB, 198 e 813);
Conc. Vat., sess. III (DB, 1789, 1891, 1814).)
 
 
2) moralmente (come dono esterno o rivelazione)
– a conoscere le verità di ordine morale-religioso con facilità, con sicura certezza e senza errori. Quelle verità infatti, pur essendo proporzionate alla ragione umana, restano difficili per le condizioni del genere umano dopo il peccato originale.
(Cfr. Conc. Vat. sess. III (DB, 1786).)
 
 La ragione dell'una e dell'altra necessità è nella sproporzione (assoluta nel 1° caso; relativa nel 2°) tra la capacità naturale dell'intelletto e l'oggetto.
 
B – La grazia interna è necessaria:

1) moralmente:
 
a) a fare tutto il bene secondo tutti i precetti della legge naturale;

b) ad amare Dio sopra tutte le cose non solo con l'affetto, ma anche con tutte le azioni;

c) ad evitare per lungo tempo tutti i peccati mortali;
(Cfr. Conc. Cartag. DB. 104. 105, 106; 107.)
 
d) a perseverare per lungo tempo nella grazia santificante ricevuta;

e) ad evitare tutti i peccati veniali nello stato di santificazione (il che fu privilegio di Gesù e di Maria V.).
Cfr. Conc. Trid. sess. VI, can. 22, 23 (DB, 832-833)
 
2) fisicamente:
 
a) a qualunque atto salutare, cioè meritorio della vita eterna
 (Conc. Cartag., Conc. II di Orange, Conc. Trid., DB, 105, 179, 180, 811, 812, 813);
 
 b) per prepararsi alla grazia
 (cfr. Conc. II di Orange, DE, 176. 179; Cone. Trid., DB, 798, 813);
 
 c) per la perseveranza finale
 (Conc. Trid., DB, 826).
 
 In questo secondo quadro la necessità morale della grazia si fonda sull'infermità umana in seguito al peccato originale (la quale però non toglie all'uomo la capacità di fare qualche bene con le sole sue forze naturali: cfr. la condanna del Luteranesimo, del Baianesimo e del Giansenismo); la necessità fisica invece si fonda sulla trascendenza dell'ordine soprannaturale rispetto all'uomo.