GIANSENISMO

Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica. GIANSENISMO: è l\’eresia di Giansenio (Janssens, +1638), olandese, vissuto molto tempo a Lovanio, dove era viva la memoria e la dottrina di Baio. 

Il Giansenismo è uno sviluppo del Baianismo (v. questa voce): esso si è affermato e divulgato attraverso intrighi e maneggi politico-religiosi, in cui ebbero molta parte specialmente il Duvergier, Abate di St-Cyran, e più tardi il turbolento Arnauld. A questi tenne dietro Quesnel. L\’eresia fin dall\’inizio assunse un tono polemico, non sempre alto, contro i Gesuiti, che a Lovanio affermando il loro Molinismo (v. questa voce) avevano combattuto Baio, e copertamente anche contro la Curia Romana e la S. Sede, a cui si voleva contestare il diritto d\’intervenire in questioni teologiche.
Dal punto di vista dottrinale, che qui solo interessa, il Giansenismo si può ridurre a questa sintesi:
  a) restano fermi i principi fondamentali del Baianismo sulla giustizia originale, sul peccato di Adamo e la conseguente corruzione intrinseca della natura umana, ecc.;
  b) in particolare Giansenio sviluppa il rapporto della grazia con la libertà seguendo, dice lui, le orme di S. Agostino: Adamo prima del peccato era libero e poté peccare perché aveva soltanto la grazia sufficiente, che S. Agostino chiamava «auxilium sine quo non»; dopo il peccato, perduta la libertà, l\’uomo ha bisogno per ogni atto buono della grazia efficace (auxilium quo), che determina infallibilmente la volontà. Questa determinazione intrinseca non si oppone alla libertà;
  c) il duplice amore di Baio si riduce per Giansenio alla duplice dilettazione vittrice, una terrena che determina al peccato, l\’altra celeste (grazia efficace) che determina al bene e quindi alla vita eterna: l\’uomo è schiavo dell\’una o dell\’altra;
  d) nello stato attuale non si dà più la grazia sufficiente, ma solo quella efficace, cui l\’uomo non può resistere;
  e) Dio predestina all\’Inferno o al Paradiso antecedentemente ad ogni considerazione di merito; Cristo è morto solo per i Predestinati, cui soltanto tocca la grazia efficace (cfr. Calvinismo).
Conclusione: un tetro pessimismo, che si vuol mitigare con la rassegnazione, la quale non riesce a vincere il terrore e la disperazione. Il Giansenismo influì molto sul pensiero, sull\’arte e sulla vita cristiana.
E\’ merito della Compagnia di Gesù averlo combattuto col Molinismo in Teologia dogmatica e col Probabilismo in Morale. Alcuni recenti scrittori di cose letterarie hanno voluto vedere il Giansenismo nella vita e nelle opere di Alessandro Manzoni, esagerando la scrupolosità di quella coscienza netta. Ma tale opinione ha incontrato forti reazioni nel mondo critico.
Giansenio lasciò l\’opera sua principale, l\’«Augustinus», la cui dottrina fu condannata dopo la morte dell\’autore, che era diventato vescovo. Vedi le Proposizioni condannate da Innocenzo X: DB, 1092 ss.