CELIBATO

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". CELIBATO (lat. caelibatus = stato di colui che non è congiunto in matrimonio): l\’esempio e la dottrina di G. C., figlio di una Vergine e specchio d\’illibata purezza.

Il celibato, come quello degli apostoli che, seguendo Gesù, abbandonarono le loro famiglie, esercitò un potente fascino sulle prime generazioni cristiane; di qui l\’alta stima che la Chiesa nascente ebbe per la verginità, stima che non poteva non esercitare un grande influsso nella scelta delle persone deputate al culto. Effettivamente all\’inizio del III secolo Tertulliano e Origene ci parlano del gran numero di chierici continenti e al principio del IV Eusebio di Cesarea ce ne dà l\’intima ragione: «E\’ conveniente che chi è dedito al ministero divino si astenga dall\’uso del matrimonio, affinché libero da ogni sollecitudine terrena possa meglio attendere alla predicazione» (Dem. Evang..1. 1, c. 9; PG. 22, 81).
 Tali testimonianze ci assicurano della consuetudine largamente diffusa del celibato clericale, ma, nessun documento dei primi secoli parla di una legge stabilita, anzi il Conc. Niceno, per la Chiesa Orientale tollera l\’uso del legittimo matrimonio per il prete e per il diacono. Sarà questa la norma costante dell\’Oriente fino ai nostri giorni. Nell\’Occidente invece dovette ben presto determinarsi una tendenza più rigorosa se l\’anno 306 nel Conc. di Elvira, in Spagna, si poté promulgare un canone del seguente tenore: «Placuit in totum prohibere episcopis, presbyteris et diaconibus vel omnibus clericis positis in ministerio abstinere se a coniugibus suis et non generare filios; quicumque vero fecerit ab honore clericatus exterminabitur» (EFHE, 399). E\’ questa la prima legge celibataria, che segnò la via che doveva essere poi costantemente battuta dalla Chiesa Latina. L\’alta convenienza di questa legge è magistralmente esposta da J. de Maistre nella classica opera «Il Papa» 1. 3, c. 3 e soprattutto da Pio XI nell\’Enciclica «Ad catholici sacerdotii» del 1935, che vede nella castità sacerdotale la gemma più bella del clero cattolico.