DISORDINATO

Essere ordinato non è poco. È tra le virtù più preziose per l’equilibrio della vita individuale e per la buona armonia della vita sociale.

* Essere ordinato non è poco. È tra le virtù più preziose per l’equilibrio della vita individuale e per la buona armonia della vita sociale.

* I tuoi figlioli avranno bisogno in tutta la loro vita di essere ordinati, soprattutto le bambine che saranno a loro volta padrone di casa, spose o mamme. Ma questa disciplina bisogna svilupparla in esse all’età in cui si formano le abitudini. L’ordine è tanto più necessario ai nostri giovani in quanto non è di moda e colui che è ordinato non viene considerato superiore a chi non lo è. Purtroppo vi sono alcuni il cui disordine incorreggibile costituisce una specie di snobismo.

* L’ordine è un mezzo per sviluppare nei piccoli la padronanza di sé e, in certo senso, lo spirito di sacrificio, obbligandoli a lottare contro la tendenza a lasciar correre e la negligenza.

* L’esperienza dimostra che l’ordine esterno rende la vita più gradita: aiuta la memoria, permettendo di ritrovare senza sforzo le cose al loro posto; facilita la calma, sopprimendo le cause di snervamento e di stanchezza supplementari prodotte dal disordine; fa risparmiare tempo, permettendo di trovare con sicurezza quanto ci abbisogna. Facilita il rispetto del bene comune e il senso sociale, perché nulla nuoce di più all’accordo e all’aiuto vicendevole che il lasciare in disordine gli oggetti utili alla comunità familiare. L’ordine assicura anche l’esattezza e questa a sua volta è una delle forme più preziose di ordine e di gentilezza.

* Ogni cosa a suo posto e un posto per ogni cosa; ogni cosa a suo tempo e un tempo per ogni cosa. Due formule da ripetersi continuamente e soprattutto da tenere presenti.

* Per fare amare l’ordine ai fanciulli, bisogna fare loro notare quanto sia bello e pratico trovare ciò che si cerca, ad occhi chiusi; per esempio mostrare ai piccoli il vantaggio di tenere bene ordinati i loro oggetti nell’armadietto, nella cartella, nella borsa o nelle tasche.

* E’ facile abituare i fanciulli a tenere le cose nel medesimo posto e nello stesso modo, a condizione però che i genitori rispettino “il cassetto” dei loro piccoli.

* Mettere in guardia il fanciullo contro l’ordine-ipocrisia; per esempio: il tavolo ben ordinato e il cassetto in disordine.

* Rassettare ciò che si è usato; ritirarlo subito, al suo giusto posto, è una cosa cui si è più o meno portati per temperamento, ma è una di quelle abitudini che si acquistano, ed è uno degli obiettivi essenziali dell’educazione da far raggiungere ai fanciulli.

* La mamma dia al fanciullo il tempo di ordinare gli oggetti, si dia da fare essa stessa a rimettere le cose a posto e tutto si aggiusterà presto. A mamma ordinata figlioli ordinati.

* Si è notato che verso i tre anni vi è un “periodo sensibile”, cioè un periodo particolarmente favorevole all’acquisto dell’ordine. Questa è una osservazione esatta e molti sono i genitori che l’hanno verificata. Voler attendere assai, prima di creare nel fanciullo l’abitudine all’ordine, è rischiare di attendere poi sempre.

* A circa nove o dieci anni, l’abitudine all’ordine deve confermarsi con l’abitudine alla puntualità. Questa è l’età in cui bisogna insegnare al proprio bimbo a ordinare lavoro e tempo, a prevedere anche la successione delle occupazioni per un paio di ore, quindi per una mezza giornata.

* Allorché ritorna da scuola, ogni fanciullo dovrebbe poter stabilire il suo diario prima di mettersi al lavoro: lavori da compiere, lezioni da studiare, libri da leggere, ecc… Indicare il tempo necessario ad ogni occupazione e determinare l’ordine della esecuzione.

* Non si tratta certamente di meccanicizzare il fanciullo, ma di aiutarlo a ottenere il massimo rendimento con le ore di cui dispone. Gli gioverà molto di più in un domani, perché l’avvenire non è dei lavoratori disordinati, ma di quelli ordinati che sanno ottenere molto con poco sforzo, e procurarsi dei periodi di riposo in vista di un miglior rendimento.