Sulle indulgenze

Penitenzieria apostolica. Le preghiere e pie opere che uomini e donne, membri di Istituti di vita consacrata e di Società di vita apostolica, sono tenuti ad offrire in virtù delle loro regole o costituzioni o altrimenti per precetto, sono escluse dal conseguimento le indulgenze?

PENITENZIERIA APOSTOLICA
Sulle indulgenze

E’ stato chiesto a questa Penitenzieria apostolica se la Norma 24 del Manuale delle indulgenze – cioè: “Non si può acquistare un’indulgenza con un’opera che si è obbligati a compiere per legge o per precetto, a meno che nella concessione non si dica espressamente il contrario. Tuttavia chi compie un’opera che gli è stata ingiunta come penitenza sacramentale, può nello stesso tempo soddisfare alla penitenza e acquistare l’eventuale indulgenza annessa a quell’opera” – sia da intendersi che le preghiere e pie opere che uomini e donne, membri di Istituti di vita consacrata e di Società di vita apostolica, sono tenuti ad offrire in virtù delle loro regole o costituzioni o altrimenti per precetto, siano escluse dal conseguimento le indulgenze, oppure invece che esse siano da ritenersi sufficienti a conseguirle. Questo quesito riguarda in particolare l’adorazione del ss.mo sacramento (cf. Manuale delle indulgenze, concessione n. 3), la recita del rosario mariano (cf. ivi, concessione n. 48), la lettura della s. Scrittura (cf. ivi, concessione n. 50).
La Penitenzieria apostolica, dopo matura riflessione, risponde: negativamente alla prima parte, affermativamente alla seconda; cioè: queste preghiere e pie opere valgono per lucrare le indulgenze.

Nell’udienza al sottoscritto cardinale Penitenziere maggiore, concessa il 30 giugno 1992, sua santità Giovanni Paolo II ha approvato questa interpretazione e ha comandato di renderla pubblica.

Roma, dalla sede della Penitenzieria apostolica, 1 luglio 1992.

WILLIAM card. BAUM, penitenziere maggiore
LUIGI DE MAGISTRIS, reggente