Rinnovamento, si’; cambiamento arbitrario, no.

Di Paolo VI …la Chiesa ha anche sofferto e soffre ancora per un turbine di idee e di fatti, che non sono certo secondo lo Spirito buono e non promettono quel rinnovamento vitale, che il Concilio ha promesso e promosso

Perché, voi sapete, l’ora storica e spirituale, che la Chiesa sta attraversando, specialmente in alcuni Paesi, non è serena; e ciò è per i Pastori della Chiesa e per Noi motivo dì viva apprensione e talora di grande amarezza. E ciò non solo perché tutto il mondo moderno va staccandosi dal senso di Dio, tutto preso com’è dalla ricchezza delle sue conquiste nel campo scientifico e tecnico; non già che queste esigano “la morte di Dio”, come qualcuno ha detto con infelice espressione; esigano cioè una mentalità atea e lontana da ogni religione; tali progressi caratteristici del mondo moderno esigerebbero piuttosto un più alto, più penetrante, più adorante senso di Dio, una religione più pura e più viva, sui fastigi del sapere umano; non solo, diciamo, per questa pratica apostasia religiosa tanto diffusa, ma anche e, per rapporto alla sensibilità di chi ha responsabilità nella Chiesa, specialmente per l’inquietudine che turba alcuni settori dello stesso mondo cattolico.


Non è cosa ignota. Dopo il Concilio la Chiesa ha goduto, e sta tuttora godendo, d’un grande e magnifico risveglio, che a Noi per primi piace riconoscere e favorire; ma la Chiesa ha anche sofferto e soffre ancora per un turbine di idee e di fatti, che non sono certo secondo lo Spirito buono e non promettono quel rinnovamento vitale, che il Concilio ha promesso e promosso. Un’idea a doppio effetto sì è fatta strada anche in certi ambienti cattolici: l’idea del cambiamento, che ha preso il posto per alcuni dell’idea dell’aggiornamento, presagito da Papa Giovanni, di venerata memoria, attribuendo così contro l’evidenza e contro la giustizia, a quel fedelissimo Pastore della Chiesa criteri non più innovatori, ma talvolta perfino eversivi dell’insegnamento e della disciplina della Chiesa stessa.


Vi sono molte cose che possono essere corrette e modificate nella vita cattolica, molte dottrine che possono essere approfondite, integrate ed esposte in termini meglio comprensibili, molte norme che possono essere semplificate e meglio adattate ai bisogni del nostro tempo; ma due cose specialmente non possono essere messe in discussione: le verità della fede, autorevolmente sancite dalla tradizione e dal magistero ecclesiastico, e le leggi costituzionali della Chiesa, con la conseguente obbedienza al ministero di governo pastorale, che Cristo ha stabilito e che la saggezza della Chiesa ha sviluppato ed esteso nelle varie membra del corpo mistico e visibile della Chiesa medesima, a guida ed a conforto della multiforme compagine del Popolo di Dio. Perciò: rinnovamento, sì; cambiamento arbitrario no. Storia sempre viva e nuova della Chiesa, sì; storicismo dissolvitore dell’impegno dogmatico tradizionale, no; integrazione teologica secondo gli insegnamenti del Concilio, sì; teologia conforme a libere teorie soggettive, spesso mutuate a fonti avversarie, no; Chiesa aperta alla carità ecumenica, al dialogo responsabile, e al riconoscimento dei valori cristiani presso i fratelli separati, sì; irenismo rinunciatario alle verità della fede, ovvero proclive ad uniformarsi a certi principii negativi, che hanno favorito il distacco di tanti fratelli cristiani dal centro dell’unità della comunione cattolica, no; libertà religiosa per tutti nell’ambito della società civile, sì, come pure libertà di adesione personale alla religione secondo la scelta meditata della propria coscienza, sì; libertà di coscienza, come criterio di verità religiosa, non suffragata dalla autenticità d’un insegnamento serio e autorizzato, no; e così via.


Perciò, figli carissimi, la Chiesa ha bisogno oggi del vostro discernimento e della vostra fedeltà. Ed è questa la speranza, che Ci porta, con grande Nostra consolazione, la vostra visita. La Chiesa ha bisogno della lucidità di spirito dei suoi figli; ha bisogno della loro amorosa e ferma fedeltà. Ci portate voi, carissimi, questa chiarezza di idee in ordine al rinnovamento della vita della Chiesa? Ci portate il grande, il prezioso, il carissimo dono della vostra fedeltà? Noi lo speriamo paternamente.


 


Discorso di Paolo VI ai pellegrini, “ Osservatore Romano ” 26 aprile 1968