RISPOSTE a domande sul ricevere la comunione stando in ginocchio

Della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
RISPOSTE a domande sul ricevere la comunione stando in ginocchio

Le seguenti risposte sono state pubblicate nel numero di Novembre/Dicembre 2002 di “Notitiae”, organo ufficiale della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. 


 


Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum
Roma, 1 Luglio 2002
 


Eccellenza,
A questa Congregazione per l’Adorazione divina e la Disciplina dei Sacramenti sono recentemente giunte notizie di fedeli membri della vostra Diocesi cui veniva rifiutata la Santa Comunione ove non stessero in piedi per riceverla, invece che in ginocchio.
E’ riportato che tale politica era stata annunziata ai parrocchiani.
Ci sono sospetti che un simile fenomeno possa in qualche modo espandersi ulteriormente nella Diocesi, ma la Congregazione non è in grado di verificarlo.
Questo Dicastero ha fiducia nella vostra Eccellenza affinché possa definire in modo più chiaro la questione, e queste lamentele in qualsiasi evento offrono occasione perché la Congregazione possa comunicare il modo in cui usualmente si rivolge a tale questione, con la richiesta che rendiate tale posizione nota a qualsiasi sacerdote che si trovasse nel bisogno di esserne informato.
La Congregazione è effettivamente preoccupata di fronte al numero di tali lamentele ricevute negli ultimi mesi da varie direzioni, e ritiene che qualsiasi rifiuto della Santa Comunione ad un fedele sulla base del suo modo di presentarsi sia una grave violazione di uno dei più fondamentali diritti del fedele cristiano, precisamente quello di essere assistito dai suoi
Pastori per mezzo dei Sacramenti (CIC 213).
E tenendo conto della norma per cui “i ministri dei sacramenti non possono negarli a chi legittimamente li chiedono, essendo propriamente disposti e non sia loro vietato di riceverli [*]” (canone 843 comma 1), non dovrebbe esserci un tale rifiuto ad alcun cattolico che si presenti per la Santa Comunione alla Messa, tranne casi che presentino pericolo di grave scandalo ad altri credenti, che scaturisca da peccato pubblico impenitente od eresia impenitente o scisma, pubblicamente professati o dichiarati, della persona.
Anche ove la Congregazione abbia approvato norme sulla posizione de fedele durante la Santa Comunione, in accordo con gli adeguamenti ammessi alla Conferenza Episcopale dall’Istituzione Generalis Missalis Romani 160 comma 2, ciò è stato fatto colla clausola per cui su tale base non si potrà negare la Santa Comunione ai comunicandi che sceglieranno di inginocchiarsi.
E fattivamente, e come sua Eminenza Card. Joseph Ratzinger ha recentemente sottolineato, la pratica d’inginocchiarsi per la Santa Comunione ha in suo favore una tradizione secolare, ed è un segno particolarmente eloquente di adorazione, completamente adeguato alla luce della presenza vera, reale e sostanziale di Nostro Signore Gesù Cristo sotto le specie consacrate.
Datasi l’importanza di tale questione, la Congregazione vorrebbe richiedere alla vostra Eccellenza che s’indaghi specificamente se questo prete abbia effettivamente l’abitudine di rifiutare la Santa Comunione a qualsiasi fedele nelle suddescritte circostanze; e, se la lamentela è comprovata, sia fermamente istruito a lui e ad altri preti che possano aver avuto una tale abitudine di evitare simili comportamenti per il futuro.
Conviene ai sacerdoti il capire che la Congregazione terrà molto serio conto di future lamentele di tale natura, e se esse venissero verificate è determinata a richiedere azioni disciplinari consone al peso dell’abuso pastorale.
Ringraziando Vostra Eccellenza per l’attenzione e confidando nella vostra sollecita collaborazione in merito, il sinceramente vostro in Cristo
 


+ Jorge A. Cardinal Medina Estévez, Prefect
+ Francesco Pio Tamburrino, Segretario Arcivescovile

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Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum
Roma, 1 Luglio 2002

Egregio signore,
Questa Congregazione per l’Adorazione divina gratamente accusa ricevuta della vostra lettera che concerne una politica preannunziata di diniego della Santa Comunione a chi s’inginocchia per riceverla in una certa chiesa.
E’ inquietante che voi sembriate esprimere riserve circa sia la proprietà che l’utilità dell’indirizzarsi alla Santa Sede su tale questione. 
Il Codice di Diritto Canonico 212, comma 2, stabilisce che “i fedeli di Cristo sono totalmente liberi di render note le loro istanze, specialmente le spirituali, ed i loro desideri, al Pastore della Chiesa” [*]. E continua nel comma 3: “Secondo la propria competenza e posizione, hanno il diritto, e a volte il vero dovere, di presentare al sacro Pastore le loro opinioni circa le cose che riguardano il bene della Chiesa” [*]. 
Secondo ciò, considerando la natura del problema e la possibilità relativa che lo si possa o no risolvere a livello locale,ogni fedele ha il diritto di ricorrere al Romano Pontefice: o personalmente, o per mezzo dei Dicasteri o Tribunali della Curia romana.
Altro fondamentale diritto del fedele, come statuito dal canone 213, è “il diritto di ricevere assistenza dai sacri Pastori dai beni spirituali della Chiesa, specialmente la parola di Dio ed i Sacramenti”. 
Tenuto conto della norma per cui i “sacri” ministri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedono opportunamente, sono adeguatamente disposti e non vietati dal riceverli (canone 843, comma 1) [*], non dovrebbe trovar luogo simile rifiuto ad alcun cattolico che si presenti a Messa per la Santa Comunione, tranne in casi che presentino pericolo di scandalo grave ad altri credenti che sorga da peccato pubblico impenitente od eresia o scisma ostinato della persona, pubblicamente professati o dichiarati. 
Anche ove la Congregazione abbia approvato norme che stabiliscano che si stia in piedi per la Santa Comunione, secondo gli adeguamenti ammessi alla Conferenza Episcopale dall’Istituzione Generalis Missalis Romani 160 comma 2, è stato fatto collaclausola per cui su tale base non si potrà negare la Santa Comunione ai comunicandi che sceglieranno di inginocchiarsi.
Assicuriamo che la Congregazione continuerà a considerare tale questione con la massima serietà e sta prendendo i contatti necessari a riguardo.
Contemporaneamente, questo Dicastero sarà sempre disponibile all’assistenza, se doveste contattarlo nuovamente in futuro.
Ringraziando per l’interesse, e con ogni buon auspicio nella preghiera, resto sinceramente vostro in Cristo
+ Monsignor Mario Marini,
Sottosegretario