Proposizioni sottoscritte da Bautain

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Testo tratto da: J. COLLANTES (a c. di), La fede della Chiesa Cattolica. Le idee e gli uomini nei documenti dottrinali del Magistero, Città del Vaticano 1993, pp. 47-50. La Chiesa riafferma il valore della ragione contro il fideismo. Bautain ritratta i suoi errori

La fede della Chiesa Cattolica


CAPITOLO I
FEDE E RAGIONE


I. DIFESA DELLA RAGIONE


Proposizioni sottoscritte da Bautain*


(18.11.1835 e 8.9.1840)


Louis Eugène Bautain (1796-1867), medico e filosofo, professore all’università di Strasburgo, è un rappresentante qualificato del fídeismo del sec. XIX. Nato da genitori profondamente cristiani, perse la fede per l’influenza dell’agnosticismo kantiano. Colpito dalla pietà e dalla cultura di Louise Humann, recuperò gradualmente l’antica fede (1822) e riunì intorno a sé un gruppo di giovani, tra i quali alcuni ebrei che non tardarono a convertirsi al cattolicesimo (M.T. Ratisbonne, GoschIer, Level e altri). Ordinato sacerdote nel 1828, ebbe poco dopo l’incarico dal vescovo di Strasburgo, Lepappe de Trévern, di dirigere il seminario diocesano (1830). Cominciarono subito i conflitti: la formazione kantiana, l’esperienza della propria conversione e un sincero desiderio di modernità, congiunti alla carenza di una solida formazione teologica, lo indussero a ricercare un approccio alla fede compatibile con la sfiducia nella ragione. Nei suoi sermoni nella cattedrale combatté la scolastica, accusandola di razionalismo; nell’insegnamento sosteneva l’incapacità della ragione a dimostrare i motivi di credibilità. Facendo proprio il romanticismo cattolico di Baader e il tradizionalismo di Bonald, riteneva che la ragione è un elemento passivo, nel quale si riceve la conoscenza certa della verità, come si riceve la vita da un germe proveniente da un soggetto preesistente. La fede (fideismo), trasmessa per mezzo di uomini straordinari (tradizionalismo) nella Chiesa e nella parola viva della Scrittura, è l’ultima garanzia delle certezze metafisiche che costituiscono i motivi di credibilità. Queste sue tesi esercitarono un notevole influsso su A. Gratry, L. Ollé-Laprune, M. Blondel, Le Roy, Laberthonnière e altri, al punto che fu definito il Newman francee (6).
Il vescovo intervenne sollecitamente e con provvedimenti drastici. Scrisse un’istruzione pastorale (Avertissement), nella quale mise in luce gli errori di Bautain (15.9.1834) e allontanò lui e il suo gruppo dalla direzione del seminario. Inviò anche una relazione a Gregorio XVI, che approvò le misure con un breve (20.12.1834), esprimendo la speranza di una sottomissione dell’inquisito. L’anno dopo infatti Bautain sottoscrisse sei proposizioni presentategli dal vescovo, e più tardi, nel timore che la sua opera La philosophie du Christianisme (Strasbourg 1835) fosse messa all’indíce, tornò a firmarle, leggermente sfumate dal vescovo ausiliare Raess.
Benché emanate da un’autorità locale, queste proposizioni hanno valore universale, perché fatte proprie dalla Congregazione dell’Indice nella causa contro Bonnetty (7). Presentiamo i due testi unificati, indicando in corsivo le aggiunte del 1840 e tra parentesi quadre quanto soppresso rispetto alla stesura del 1835.


TESTO: Der Katolik. Zeitschrft für katolische Wissenschaft und kirkhliches Leben, 59(1838), suppl. I, XXV; 79(1841), suppl. I, LVI.








































FCC


Denz


testo originale


traduzione italiana


1.001


2751


1. Le raisonnement peut prouver avee certitude l’existence de Dieu et l’infinité de ses perfectíons. La foi, don du ciel, suppose [est postérieure à] la révélation; elle ne peut donc pas convenoeblemente étre alléguée vis-à-vis d’un athée en preuve de l’existenee de Dieu (8).


1. Il raziocinio può provare con certezza l’esistenza di Dio e l’infinità delle sue perfezioni. La fede, dono del cielo, suppone la [è posteriore alla] rivelazione e quindi non può essere convenientemente invocata nel dibattito con gli atei come dimostrazione dell’esistenza di Dio (8).


1.002


2752


2. La [diviníté de la] révélation mosaique se prouve avec certitude par la tradition orale et écrite de la synagogue et du christianísme.


2. La [divinità della] rivelazione mosaica è attestata con certezza dalla tradizione orale e scritta del giudaismo e del cristianesimo.


1.003


2753


3. La preuve [de la révélation chrétienne] tirée des miracles de Jésus-Christ, sensible et frappante pour les témoins oculaires, n’a point perdu sa force et son éclat vis-à-vis des générations subsequentes. Nous trouvons cette preuve en toute certitude dons l’authenticité du Nouvenu Testament, dans la tradition orale et écrite de tous les chrétiens. C’est par cette double tradition que nous devons la démontrer à l’incrédule qui la rejette [A ceux qui la rejettent] ou à ceux qui, sans l’admettre encore, la désirent.


3. La prova [della rivelazione cristiana] dedotta dai miracoli di Gesù Cristo, sensibile e lampante per i testimoni oculari, nulla ha perduto di forza e di chiarezza per le generazioni posteriori. Questa prova la troviamo con assoluta sicurezza nell’autenticità del Nuovo Testamento, nella tradizione orale e scritta di tutti i cristiani; ed è con il ricorso a questa duplice tradizione che noi dobbiamo dimostrarla all’incredulo che la rifiuta [a quelli che la rifiutano] o a quelli che ancora non l’ammettono ma vi sono attratti.


1.004


2754


4. On n’a pas [point] le droit d’attendre d’un incrédule qu’il admette la résurrection de notre divin Sauveur, avant de lui en avoir administré des preuves certaines; et ces preuves son déduites [de la méme tradition] par le raisonnement.


4. Non c’è [nessun] diritto di pretendere che un incredulo ammetta la risurrezione del nostro divin Salvatore prima di avergliene fornito prove certe, le quali sono deducibili [dalla stessa tradizione] con il raziocinio.


1.005


2755


5. Sur ces questíons díverses, la raíson précède la foi et doít nous y conduire [L’usage de la raison précède la foi, et y conduit l’homme par la révélation et la grâce] (9).


5. In tutte queste questioni la ragione precede la fede e alla fede deve condurci [L’uso della ragione precede la fede e vi conduce l’uomo per mezzo della rivelazione e della grazia] (9).


1.006


2756


6. Quelque faible et obscure que soit devenue la raíson por le péché orígínel, il luí reste assez de clarté et de force pour nous guíder avec certitude à l’existence de Dieu, à la révélatíon faite aux juífs par Moise, et aux chrétíens por notre adoroble Honune-Díeu [La raison peut prouver avec certitude l’authenticité de la révélation faite aux chrétiens par Jésus-Christ].


6. Benché il peccato originale abbia indebolito e offuscato la ragione, essa tuttavia possiede ancora risorse e chiarezza sufficienti per condurci con sicurezza all’esistenza di Dio, alla rivelazione fatta agli ebrei da Mosè e ai cristiani dal nostro adorabile Uomo-Dio. [La ragione può provare con certezza l’autenticità della rivelazione fatta agli ebrei da Mosè e ai cristiani da Gesù Cristo].





NOTE





(6) A. LUGAN, «Le Newman français», Revue Apologetique (49,1929), pp. 44-60.
(7) FCC 1.011-1.013; AAS 3(1867)224.
(8) FCC 1.012; Denz 2812.
(9) FCC 1.013; Denz 2813.




SIGLE





FCC: numerazione secondo: J. COLLANTES (a c. di), La fede della Chiesa Cattolica. Le idee e gli uomini nei documenti dottrinali del Magistero, Città del Vaticano 1993.
Denz: numerazione secondo: H. DENZINGER – A. SHÖNMETZER, Enchiridion Symbolorum definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, 1976/36.





Testo tratto da: J. COLLANTES (a c. di), La fede della Chiesa Cattolica. Le idee e gli uomini nei documenti dottrinali del Magistero, Città del Vaticano 1993, pp. 47-50.