PREGHIERA

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofano: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". PREGHIERA: comunemente si definisce un'elevazione dell'anima a Dio per esprimere a Lui i propri sentimenti e i propri desideri.

Psicolologicamente la preghiera è un atto dell'intelletto, mentre la devozione è un atto della volontà, che si dà prontamente al servizio di Dio: l'una e l'altra appartengono alla virtù della religione, che inclina l'uomo a rendere a Dio la riverenza e l'onore dovuto (S. Tommaso). In senso largo si suole dire preghiera ogni movimento verso Dio e ogni opera fatta per Lui. Ma strettamente parlando la preghiera è l'elevazione della mente a Dio (aspetto soggettivo) e domanda o petizione (aspetto oggettivo).
  Modelle divino di preghiera è il «Pater noster» dettato da Gesù Cristo il quale ha dato l'esempio dell'uso continuo della preghiera e ha esortato a pregare sempre.
  La preghiera, come atto di religione, è un dovere; ma è anche un bisogno dell'anima che sente le sue infermità e le sue indigenze e si rivolge umilmente e confidenzialmente a chi può aiutarla. La preghiera può essere mentale (silenziosa) o anche orale, vocale. Il suono della parola non serve a comunicare con Dio, che tutto sa, ma ad eccitare i nostri affetti. Negano il valore della preghiera quelli che ammettono il Fatalismo o il Determinismo universale, rigettando il concetto d'un Dio provvido. Ma anche ammessa la divina Provvidenza, può sorgere una molesta difficoltà: la preghiera, se fosse valida, muterebbe i disegni di Dio (il quale invece non può mutare!). S. Tommaso risponde che la divina Provvidenza ha disposto ab aeterno che alcuni effetti fossero subordinati alla preghiera la quale perciò entra insieme con altri elementi nel disegno di Dio
  Il termine della nostra preghiera propriamente è soltanto Dio è Uno e Trino: preghiamo però la SS. Vergine e i Santi perché intercedano per noi. L'efficacia della preghiera dipende dalla divina misericordia, ma ordinariamente è proporzionata anche alla dignità di chi prega. La potenza dell'intercessione di Maria è espressa dai Padri con la frase «Omnipotentia supplex». Gesù Cristo ha pregato in terra come uomo e così secondo S. Paolo, continua a «interpellare» per noi in cielo. Ma anche il peccatore può e deve pregare nella migliore maniera: Dio lo esaudisce non secondo la giustizia, ma secondo la misericordia.
  Tutta la liturgia cristiana attesta l'utilità, la bellezza e la necessità della preghiera. V. Contemplazione, Mistica.