PREDESTINAZIONE

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofano: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". PREDESTINAZIONE: significa generalmente preordinare verso un fine. In senso teologico la Predestinazione è l'ordine concepito da Dio per condurre la creatura razionale al fine soprannaturale, che è la vita eterna (S. Tommaso).

 1) S. Scrittura: è S. Paolo che ne parla più insistentemente (Rom. 8; Efes. 1) adoperando il termine **, per indicare un disegno di Dio, che riguarda in blocco la salute cristiana del genere umano (cfr. Lagrange, comm. all'Ep. ai Rom.) da attuarsi attraverso la grazia, i doni celesti, non esclusa però la cooperazione dell'uomo.
 2) Tradizione: culmina in S. Agostino, che, in contraddittorio coi Pelagiani, sviluppa ampiamente il pensiero di S. Paolo arrivando alla concezione di una categoria di uomini, che Dio, secondo il suo beneplacito, aiuterebbe in modo da assicurarne la salvezza. Ad altri invece Dio concederebbe qualche aiuto, ma non così efficace come ai predestinati, e però essi non si salverebbero. La ragione intima della Predestinazione è un mistero, ma nessuno può accusare Dio d'ingiustizia perché il peccato originale ha reso l'umanità una «massa damnationis» e solo per bontà sua Dio sceglie in essa un gruppo di anime predestinate infallibilmente alla vita eterna. Del resto nessuno si danna senza propria colpa (cfr. De praedestinatione sanctorum; De gratia et libero arbitrio).
 3) La Chiesa: ha definito la gratuita Predestinazione alla grazia e alla gloria, ma ha condannato il Predestinazianismo di Gottschalk, Russ, Wicleff, Lutero e Calvino, che mettono sulla stessa linea i predestinati al Paradiso e i predestinati all'inferno, indipendentemente dal merito o dal demerito.
 4) I Teologi: S. Tommaso adotta sostanzialmente la dottrina di S. Agostino, ma ne smussa qualche angolo troppo acuto e tempera la questione tenendo conto di tutti gli elementi.
 Nel sec. XVI arse la controversia tra Domenicani (Bannesiani) e Gesuiti (Molinisti) sul concorso e sulla scienza divina che fu portata poi davanti al Papa, senza utili risultati (Congregatio de Auxiliis). Naturalmente la discussione investì poi anche il problema della Predestinazione specialmente su questo punto: nel predestinare alla vita eterna Dio nella sua mente tiene conto della cooperazione meritoria dell'uomo? I Bannesiani rispondono no (quindi Predestinazione ante praevisa merita); dei Molinisti alcuni rispondono (quindi Predestinazione post praevia merita), altri (i Suareziani) stanno per il no, avvicinandosi ai Bannesiani. Ma non è soltanto questa la divergenza. Il mistero resta in ogni sistema e forse consiste nella complessa molteplicità degli elementi (grazia, scienza divina, libero arbitrio, ecc. ecc.). Ma la dottrina cristiana insiste su due cose: 1° per salvarsi bisogna cooperare con la grazia; 2° nessuno si danna se non per propria colpa (cfr. Conc. II d'Orange, Conc. di Kiersy Conc. Trid.; DB, 198 ss.; 316 ss.. 850, 826-27).