Maria Stella Adela Mardosewicz e 10 Consorelle

Della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia di Nazareth, religiose e martiri.

 


Il seme del loro sangue porti una messe di frutti


Abbiamo conservato un vivo ricordo e siamo ancora sotto l’emozione provata durante la canonizzazione e la beatificazione presiedute dal Santo Padre Giovanni Paolo II l’anno scorso nel suo ultimo pellegrinaggio in Patria. Il Papa, nostro connazionale, ha arricchito la Chiesa in Polonia di un dono particolare quando a Varsavia, in piazza Pizsudski, ha elevato 108 Martiri della Seconda Guerra Mondiale alla gloria degli altari. Nell’omelia della beatificazione ha detto: «Gioisci, Polonia, per i nuovi Beati… È piaciuto a Dio mostrare la traboccante ricchezza della sua grazia profusa sull’esempio di bontà dei suoi figli e figlie in Cristo» (cfr Ef 2, 7).

Questa gioia di Dio si moltiplica in noi oggi mentre aspettiamo la beatificazione di Suor Maria Stella Mardosewicz e di altre dieci suore della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia di Nazareth, che avrà luogo a Roma domenica 5 marzo, nell’ambito della celebrazione del Grande Giubileo. La comunità delle Suore di Nowogródek, nei territori orientali gestiva nello spirito del suo carisma un convitto con annessa scuola elementare, e aveva cura della chiesa e della società locale.


Il 31 luglio del 1943, di sabato, nelle ore serali, le suore furono chiamate al commissariato della Gestapo, dove si recarono in abiti religiosi e lì furono trattenute per la notte nelle cantine. La domenica seguente, 1° agosto 1943, senza nessun processo, senza nessuna spiegazione, alle ore 4 di mattina furono portate nella vicina foresta fuori della città e lì di nascosto furono fucilate, senza che si fosse riusciti a nascondere le tracce della strage. La popolazione di Nowogródek, anche se diversificata etnicamente e confessionalmente, si trasmetteva segretamente la notizia della morte delle suore. L’opinione pubblica, unanimemente, decretò che le suore erano morte da martiri in quanto religiose al servizio di Dio e degli uomini. Non tutti diventano martiri, perché il martirio è una grazia di elezione, ma quelle suore, durante il terrore della guerra, avevano condiviso con solidarietà, con preghiere e sacrifici, la sorte dei loro concittadini perseguitati. Dio aveva chiamato tutta la loro comunità ad una missione particolare. Unite dal legame dell’amore insieme andarono al martirio e insieme saranno elevate alla gloria degli altari.


«Gioisci Polonia, per i nuovi Beati… ». La Chiesa in Polonia oggi condivide questa gioia con la Chiesa in Bielorussia, in modo particolare con la diocesi di Grodno, perché in quella terra fecondata dal sangue martire delle suore sono custodite le loro reliquie e lì vengono particolarmente venerate . Ringraziando Dio per il dono delle Beate Suore Nazaretane di Nowogródek, nelle preghiere affidiamo a Lu la Chiesa in Polonia e in Bielorussia. Che il seme del martirio, caduto sulla terra di Nowogródek porti una messe centupla per la santa Chiesa.


Il sangue delle martiri ha fecondato il terreno di molti cuori e porta i suoi frutti fino ad oggi.


Beati i perseguitati a causa della giustizia, poiché di essi è il Regno dei cieli (Mt 5, 10).


Rallegrandomi per l’elevazione alla gloria degli altari delle undici Suore Nazaretane, benedico di cuore.


 


Undici vocazioni pervase di amore


di TERESA GÓRSKA


 


Suor Maria Stella del Santissimo Sacramento (al secolo: Adelaide Mardosewicz) nacque il 14 dicembre 1888 nel villaggio di Ciasnówka, distretto di Nieœwiez (attuale Bielorussia, diocesi di Miñsk-Mohylew). Fu accolta nella Congregazione il 14 settembre 1910. Insegnante di professione, lavorava anche come responsabile del convitto, economa e sacrestana. Giunse a Nowogródek nel 1936. Durante la Seconda Guerra Mondiale faceva le veci della superiora di Nowogródek. Si distingueva per la bontà, la grandezza d’animo e la carità verso il prossimo. Nel ricordo, si conserva la sua immagine di persona immersa nella preghiera, pervasa di una fede profonda ed estremamente sensibile alle sventure altrui.


 


Suor M. Imelda di Gesù dell’Ostia (Jadwiga Karolina) nacque il 29 dicembre 1892 a Oœwiêcim (diocesi di Bielskoywiec). Fu accolta nella Congregazione il 13 maggio 1911. Giunse a Nowogródek nel 1936. Insegnante di professione, durante la guerra e l’occupazione faceva la sacrestana nella chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore. Nel ricordo ci appare come una persona immersa nella preghiera, dotata di una grande ricchezza interiore. I chierichetti che seguiva con grande premura, la ricordano affabile, sorridente, che insegnava loro l’ordine interiore mediante quello esteriore. Diceva: «Come sono pulite le vostre tuniche, così dovrebbero essere le vostre anime».


 


Suor M. Rajmunda di Gesù e Maria (Anna Kukorowicz) nacque il 24 agosto 1892 a Barwaniszki nella regione di Vilnius (attuale Lituania, diocesi di Vilnius). Fu accolta nella Congregazione il 1° settembre 1918. Giunse a Nowogródek nel 1934. Non disponiamo di informazioni particolareggiate su questa suora semplice, priva di istruzione. Suor Rajmunda aveva una salute cagionevole, soffriva di una gravissima forma di artrite, ma nonostante ciò lavorava «come una formica». Plasmata dalla sofferenza e dalla preghiera, «trascorreva il tempo libero dalle occupazioni domestiche in cappella, ai piedi di Gesù nascosto nel Santissimo Sacramento». Maturava al martirio nella luce della grazia.


 


Suor M. Daniela di Gesù e di Maria Immacolata (Eleonora Aniela Jówik) nacque il 25 gennaio 1895 a Poizdów in Podlachia (diocesi di Siedlce). Fu accolta nella Congregazione il 21 gennaio 1920. Giunse a Nowogródek nel 1932. Non aveva frequentato nessuna scuola, ma era molto abile nei lavori domestici. Adempiva tutte le sue incombenze senza dare all’occhio, senza rumore. Circondava i bambini di affetto e di premure, soprattutto quelli più poveri. «Là, dove era passata suor M. Daniela, regnavano davvero un ordine ed un’armonia perfetta. Il Cappellano la definisce così: “Un angelo custode silenzioso, discreto. Era estremamente premurosa, immersa nella preghiera, raccolta, viveva nella continua presenza divina”».


 


Suor M. Kanuta di Gesù nel Giardino di Getsemani (Józefa Chrobot) nacque il 22 maggio 1896 a Raczyn nel distretto di Wieluñ (diocesi di Czêstochowa). La storia della sua vocazione è davvero straordinaria. Il suo ingresso nella Congregazione è legato ad un segno datole dal Signore. Non pensava alla vita consacrata. Obbediente ai genitori, stava per sposarsi, quando udì in sogno una voce: «Non sposare Stanislaw, il tuo Sposo ti aspetta a Grodno e come dono nuziale ti offrirà una veste rossa». Entrò nella Congregazione il 21 maggio 1921. Fu la prima delle suore martiri a giungere a Nowogródek (1931). Benché fosse cagionevole di salute, lavorava duramente, talvolta soffriva molto, ma «continuava a lavorare in cucina per amore di Gesù». Tutti concordano nell’affermare che possedeva il dono della preghiera contemplativa. «Quando scoppiò la guerra, prostrata sul pavimento della cappella ogni giorno fino a mezzanotte, implorava misericordia e pregava affinché il Regno di Dio abbracciasse tutto il mondo». Qualche volta confidava alle consorelle che il suo sogno non si era avverato completamente, non aveva infatti ricevuto la veste rossa. Probabilmente comprese appieno soltanto nel momento della morte che anche il martirio è una grazia donata, una veste rossa.


 


Suor M. Sergia della Madonna Addolorata (Julia Rapiej) nacque il 18 agosto 1900 nel villaggio di Rogojyn, distretto di Augustów (diocesi di Elk). Fu accolta nella Congregazione il 25 dicembre 1922. Iniziò il noviziato a Grodno, da dove l’anno seguente venne inviata in America assieme ad altre suore. Dopo i voti perpetui, fece ritorno in Polonia, anche se le suore di Filadelfia la mettevano in guardia dal pericolo incombente di una guerra in Europa. Suor M. Sergia rispondeva «di non averne timore e poiché non aveva nient’altro da dare a Gesù in cambio del Suo amore desiderava offrirGli la sua vita e non temeva neppure il martirio». Giunse nella comunità di Nowogródek nel 1933, dove eseguiva i lavori domestici. Si distingueva per uno sconfinato amore verso Maria Santissima che era il suo argomento di conversazione preferito. L’influenza che esercitava sugli altri era conseguenza della sua vita interiore.


 


Suor M. Gwidona della Misericordia Divina (Helena Cierpka) nacque l’11 aprile 1900 a Granowiec, distretto di Odolanów (diocesi di Kalisz). Fu accolta nella Congregazione il 17 gennaio 1927. Dopo aver pronunciato la professione perpetua nel 1936, partì per Nowogródek dove lavorò nell’azienda agricola della Congregazione. Restò nella memoria delle suore e degli abitanti di Nowogródek come «piena di letizia e di gioia. (…) Molto operosa, era estremamente precisa ed accurata nelle sue mansioni. Lavorava dalla mattina alla sera senza tregua. Era solerte anche nel frequentare la cappella, sapeva pregare e Dio benediceva infatti il suo lavoro e concedeva un raccolto abbondante. Tutta la sua vita era ricolma di una fede profonda nel Signore e trattava le proprie incombenze come un’espressione di fede e di carità verso Dio e verso il prossimo. Si era guadagnata la definizione di titano del lavoro e della preghiera…». Era una religiosa dai solidi principi e dal carattere retto, che ardeva della fiamma chiara e ben visibile del sacrificio. Al gruppo delle undici suore martiri appartengono anche quattro suore che avevano pronunciato i voti temporanei. Tre erano state impossibilitate a prendere i voti perpetui a causa della guerra e dell’occupazione. La martire più giovane, suor M. Boromea, aveva pronunciato i voti appena un mese prima che scoppiasse la guerra.


 


Suor M. Felicyta (Paulina Borowik) nacque il 30 agosto 1905 a Rodno, nella regione di Lublino (diocesi di Siedlce). Fu accolta nella Congregazione il 4 marzo 1932. Dopo aver trascorso il noviziato a Grodno, pronunciò i primi voti nel 1935 e venne inviata nella casa di Nowogródek. Per natura taciturna, «timida come un passerotto», magra ed esile, operosa, gentile, serena e modesta, passò attraverso la vita quasi senza farsi notare. Su di lei ci sono pochissime informazioni. Era amata dalle suore e da chi le stava vicino.


 


Suor M. Heliodora (Leokadia Matuszewska) nacque l’8 febbraio 1906 a Stara Huta, distretto di Wieck (diocesi di Pelplin). Accolta nella Congregazione l’8 gennaio 1933, aveva trascorso il noviziato a Grodno e dopo aver pronunciato i primi voti nel 1935, era partita per Nowogródek. Aveva frequentato quattro classi della scuola elementare in lingua tedesca. Era tutta dedita a servire il prossimo. Le venivano affidate svariate incombenze. Aveva un’indole serena e lieta, retta, sincera e dovunque appariva era come se sorgesse il sole. Aveva in sé la letizia divina che rasserenava, e perciò gli abitanti di Nowogródek desideravano anche soltanto guardarla ed i bambini adoravano letteralmente suor Heliodora. «Questa religiosa sempre sorridente, coraggiosa, dalla quale i piccini correvano, sfuggendo alle loro stesse madri». Suor Heliodora era un testimone vivo della fede e perciò il Signore poteva operare sugli altri per suo tramite.


 


Suor M. Kanizja (Eugenia Mackiewicz) nacque il 27 settembre 1903 a Suwaski (diocesi di Komja). Entrò nella Congregazione il 27 agosto 1933, quando era una persona ormai adulta e svolgeva un lavoro indipendente come insegnante. Trascorse il noviziato ad Albano, dove pronunciò i primi voti nel 1936. Dapprima insegnò nella scuola di Kalisz e a partire dal 1938, in quella di Nowogródek. Aveva un carattere impulsivo, ma era anche padrona di sé e dedita alla mortificazione. Benché fosse piuttosto malaticcia, era molto esigente con sé stessa, ma piena di indulgenza verso gli altri. Quanto insegnava ai bambini e ai giovani derivava dalla sua esperienza personale ed era basato sulla preghiera e sul sacrificio. Era discreta e godeva di un’immensa fiducia da parte degli alunni, tanto che i bambini che si preparavano alla prima Santa Comunione le confidavano i loro peccati. Molti anni dopo, i suoi alunni la ricordano così: «Era un’insegnante esigente e severa. A dire il vero, era soprannominata “suor disciplina”, ma era amata e stimata. Godeva della simpatia degli alunni». Secondo l’opinione delle suore, aveva la vocazione dell’insegnante. «Lavorava con i bambini animata da grande spirito di abnegazione, perché sapeva comprendere bene l’anima infantile. Ricordo una frase da lei pronunciata durante una riunione di insegnanti: «ma la cosa più importante dovrebbe essere l’anima del bambino».


 


Suor M. Boromea (Weronika Narmontowicz) nacque il 18 dicembre 1916 a Wiercieliszki, nella regione di Grodno (diocesi di Grodno). Entrò nella Congregazione il 24 dicembre 1936 a Grodno, dove trascorse il noviziato e dopo aver pronunciato i primi voti, fu inviata alla casa di Nowogródek il 5 agosto 1939. Era priva di istruzione. Durante l’occupazione sovietica, faceva le pulizie nella scuola russa, situata nell’edificio nel quale aveva avuto sede la scuola delle suore e quando questa venne chiusa, aiutava nell’azienda agricola della Congregazione. Fu allora che suor Boromea ritornò a casa, su richiesta dei genitori e con l’approvazione dei superiori. Tuttavia non vi rimase a lungo, perché «qualcosa mi spingeva a tornare dalle suore», come scrisse alla sua maestra del noviziato. Di natura riservata, con grande senso della propria dignità, sensibile e delicata, lottava per rispondere appieno alle esigenze che le venivano poste. Le suore la ricordano come una persona animata da spirito di sacrificio, operosa, immersa nella preghiera.


 


«Pietre angolari» su cui ricostruire la rinascente Chiesa in Bielorussia


di ALEKSANDER KASZKIEWICZ


Vescovo di Grodno


La beatificazione delle undici religiose martiri di Nowogródek, della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia di Nazareth, è, per la rinascente Chiesa in Bielorussia e specialmente nella diocesi di Grodno, un avvenimento provvidenziale che fortifica la fede e l’amore del tormentato popolo di questa terra. Le martiri di Nowogródek diventeranno un modello di vita di sacrificio e d’intrepida edificazione cristiana. Saranno le patrone dell’insegnamento cristiano, modello nell’opera della riconciliazione tra le Chiese cristiane nel mondo. L’attività caritatevole della nostra diocesi prenderà l’ispirazione e il sostegno dalle beate martiri che diventeranno la fonte delle nuove vocazioni alla vita consacrata e sacerdotale. Le persone addette alla cura dei poveri, degli ammalati e degli abbandonati, imitando la vita e il servizio apostolico delle suore martiri, impareranno meglio ad aiutare e consolare i bisognosi.


Le beate martiri saranno le pietre angolari che solleveranno dalle rovine spirituali la Chiesa di Grodno. Ringraziamo il Padre Celeste per il dono giubilare di questa beatificazione, una grazia per la nostra giovane Diocesi. Speriamo che l’intercessione delle beate martiri porti la rinascita morale di questo Paese così travagliato ma sempre fedele a Dio e alla Sede Apostolica, e che la beatificazione aiuti a rinnovarci in Cristo e Maria.


 


Da 125 anni impegnate a vivere sul modello della Sacra Famiglia


La fondatrice della famiglia religiosa alla quale appartenevano le undici suore martiri è stata Franciszka Siedliska, nata il 12 novembre 1842 e morta il 21 novembre 1902, una polacca proveniente da una ricca e nobile famiglia che si distingueva per le sue tradizioni patriottiche. Giovanni Paolo II l’ha beatificata a Roma il 23 aprile 1989, con il nome religioso di Maria di Gesù Buon Pastore. La prima comunità della Congregazione nacque nel 1875 nella Città Eterna, sia per motivi politici (la Polonia era allora divisa tra Russia, Prussia ed Austria), sia perché Roma era la capitale apostolica. «Desiderando ricevere un qualche segno visibile della volontà del Signore Gesù» – per usare le sue stesse parole – Franciszka Siedliska presentò a Papa Pio IX il programma relativo alla fondazione di un nuovo istituto religioso, chiedendo il suo permesso e la sua benedizione. Il Santo Padre impartì la benedizione e scrisse di proprio pugno: Benedicat vos Deus et illuminet semper intelligentias vestras, ut possitis ambulare in viis Domini. Pius P.P. IX. Die 1 Octobris 1873 (Che Dio vi benedica ed illumini sempre le vostre menti, così che possiate camminare nelle vie del Signore. Papa Pio IX, 1 ottobre 1873).


La Congregazione fondata dalla beata Franciszka Siedliska e sorta tra innumerevoli difficoltà, si sviluppò gradualmente e, ancora in vita la fondatrice, si era già diffusa anche in altri Paesi. Nel 1881 nacque così la casa della Congregazione a Cracovia in Polonia. Nel 1885 la Fondatrice divise la Congregazione che contava appena ventidue suore e con undici di loro partì per gli Stati Uniti su invito dei padri resurrezionisti. Nello stesso anno fondò la casa a Chicago. Nel 1891 nacque la casa della Congregazione a Parigi (in Francia) e nel 1895 a Londra (in Inghilterra), dove Franciszka Siedliska aveva cercato di aprire una Missione cattolica polacca già l’anno precedente. In occasione del centesimo anniversario di tale missione, è stata proclamata patrona della Missione cattolica in Inghilterra e nel Galles il 13 settembre 1994. Attualmente, esistono millesettecento suore nazaretane appartenenti ad otto province ed al distretto del generalato, che abbracciano tredici Paesi con il loro apostolato: Australia, Bielorussia, Filippine, Francia, Gran Bretagna, Israele, Italia, Lituania, Polonia, Russia, Spagna, Stati Uniti ed Ucraina. La beata Maria di Gesù Buon Pastore (Franciszka Siedliska) lasciò alle sue suore come modello di vita la Sacra Famiglia di Nazareth: comunione di Amore, silenziosa ed umile presenza del Figlio di Dio ed insieme Regno del Divino Amore, portato dal cielo sulla terra. La missione delle suore nazaretane è quella di contribuire alla crescita del Regno di Dio non solo dentro di sé e nelle comunità della Congregazione, ma anche tra gli altri, mediante l’esempio, la preghiera ed il lavoro (svariate forme di apostolato, che hanno come scopo il bene della famiglia umana). Mettendosi al servizio del prossimo in numerosi campi della vita come quello religioso, l’educazione e l’insegnamento, l’assistenza ai bambini disabili, agli anziani ed alle persone sole, il lavoro negli ospedali e nelle parrocchie, le nazaretane hanno cura del sommo bene dell’uomo: la salvezza dell’anima.


In virtù del loro carisma, le suore nazaretane sono legate alla Chiesa ed alla sua missione. In effetti, la Sacra Famiglia costituisce un chiaro segno di salvezza della missione di Cristo, che si attua nel tempo e nella dimensione della realtà terrena, santificata dalla presenza del Dio-Uomo, dove le cose divine ed umane si compenetrano l’una con l’altra.


Legate alla missione della Chiesa universale le suore nazaretane la realizzano nell’ambito del proprio carisma, propagando il Regno del Divino Amore, che il Figlio di Dio testimoniò quando viveva sulla terra nella Sacra Famiglia di Nazareth. Tale Divino Amore – rivelato mediante l’Incarnazione – costituisce il compito peculiare a cui è chiamata ciascuna suora.


Nel corso della sua storia, che conta già centoventicinque anni, la Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia di Nazareth ha adempito la missione affidatale, avendo cura innanzitutto di diffondere l’istruzione mediante l’apertura di scuole di vario genere e la conduzione di ospedali, in particolare negli Stati Uniti ed in Polonia, già prima della seconda guerra mondiale. Proprio in un centro preposto all’istruzione, maturarono spiritualmente le future martiri. Seguendo l’esempio della Fondatrice, le suore correvano in aiuto degli emigranti polacchi che vivevano negli Stati Uniti, in Inghilterra ed in Australia, perché non smarrissero la fede dei loro padri e non dimenticassero la loro lingua madre. Nello spirito del loro carisma, le suore nazaretane corrono in aiuto dovunque c’è una persona bisognosa. La situazione venutasi a creare durante la Seconda Guerra Mondiale mostrò che le suore nazaretane erano capaci di condividere il dolore della gente in quegli anni bui. Il gruppo di suore deportate in Siberia da Vilnius, percorse un tormentoso cammino di fame, di prigionia e di durissimo lavoro coatto. Dopo aver lasciato la Russia sovietica, le nazaretane passarono attraverso la Persia, l’Africa e l’Inghilterra, prendendosi cura di un gruppo di orfani polacchi, restando fedeli a Cristo e condividendo il tragico destino di numerosi connazionali. Durante l’occupazione nazista ed il successivo periodo stalinista, molte suore nazaretane sopportarono eroicamente la persecuzione per la fede e per la Chiesa.


 


«Preghiamo perché Dio accetti la nostra offerta»


Le suore della Sacra Famiglia di Nazareth arrivarono a Nowogródek nel 1929 su invito del vescovo Zygmunt Koziñski, ora Servo di Dio, per prendersi cura della chiesa consacrata alla Trasfigurazione di Nostro Signore, detta Chiesa Bianca e per dedicarsi all’insegnamento ed all’educazione dei bambini e dei giovani. Le suore intrapresero il lavoro tra i giovani subito dopo il loro arrivo, prima in un locale in affitto e poi, a partire dal 1933, nella scuola costruita ad opera della Congregazione e della società locale. Il compito principale delle suore era l’opera riguardante la chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore, che influiva sull’attività educativa. Questa chiesa rappresentava un importante centro di influenza religiosa sugli abitanti della città e dei dintorni. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale il 1° settembre 1939 e la conseguente invasione di quelle regioni, prima da parte sovietica (1939-1941) e poi tedesca (1941-1945), turbarono l’ordine e l’armonia che erano regnati fino allora nella società di Nowogródek. Entrambi gli aggressori miravano a far nascere antagonismo tra bielorussi e polacchi, in conformità al principio divide et impera. Le suore, cacciate di casa durante l’occupazione sovietica, erano state separate ma durante l’occupazione tedesca tornarono a riunirsi nel convento. La chiesa della Trasfigurazione diventò così una luce nelle tenebre della guerra. Ma quando i reparti speciali della Gestapo giunsero nella vicina Baranowicze, aumentò la repressione nei riguardi della popolazione civile, sia in città che nei dintorni. Nel luglio 1942, ebbe luogo la prima esecuzione di massa, durante la quale vennero fucilate sessanta persone. Dopo gli ebrei, i polacchi, soprattutto i sacerdoti, rappresentavano il gruppo etnico più perseguitato. Nella primavera del 1943, le suore intensificarono ulteriormente la loro attività, sia in campo religioso che in quello caritativo. I travagliati abitanti di Nowogródek cercavano conforto e sollievo in chiesa, dove l’unico sacerdote, sopravvissuto in quella zona, celebrava ogni mattina la Santa Messa. La sera veniva esposto il Santissimo Sacramento ed i fedeli, insieme con il sacerdote e le suore, recitavano il Rosario.


Il 18 luglio 1943 si verificò una nuova ondata di arresti tra la popolazione polacca: vennero infatti imprigionate centoventi persone. A Nowogródek erano ben poche le case in cui non si piangeva la sorte di persone care. Poiché i nazisti avevano intenzione di fucilare tutti gli ostaggi, la gente correva dalle suore per sfogare il proprio dolore. Fu allora che le suore presero insieme la decisione di offrire la propria vita in cambio di quella dei prigionieri che avevano tutti la propria famiglia. La sera di quel terribile giorno, suor M. Stella, che faceva le veci della superiora, alla presenza del sacerdote Aleksander Zienkiewicz, cappellano e Padre della Chiesa Bianca, pronunciò queste parole: «Mio Dio, se è necessario il sacrificio della vita, è meglio che fucilino noi piuttosto di coloro che hanno famiglia. Preghiamo che Dio accetti la nostra offerta». In risposta alla preghiera delle suore, si verificò un avvenimento del tutto imprevedibile. Gli ostaggi vennero deportati ai lavori coatti in Germania ed alcuni furono addirittura rilasciati.Tutti sopravvissero alla guerra, ma poiché la vita dell’unico sacerdote dei dintorni, Padre A. Zienkiewicz, continuava ad essere in pericolo, le suore espressero ancora una volta la loro disponibilità ad offrire la propria vita. Il 31 luglio 1943, un uomo della Gestapo comunicò a suor M. Stella l’ordine di presentarsi con tutte le suore quella sera stessa alle 19.30 a Gebietskomisariat, nell’edificio un tempo occupato dall’ufficio regionale. Undici suore nazaretane si recarono all’indirizzo indicato. La loro sorte era già segnata. Non ci fu nessuna inchiesta: era proprio la Gestapo ad occuparsi dello sterminio dei sacerdoti e delle religiose. Le suore che dovevano essere fucilate quello stesso giorno vennero condotte fuori città, ma a causa del grande movimento sulla strada e della presenza dei contadini nei campi, gli ufficiali della Gestapo decisero di tornare indietro. Il giorno seguente, all’alba di domenica 1° agosto 1943, le suore condotte in un piccolo boschetto di betulle e di pini, situato a 5 km da Nowogródek, furono fucilate.


© L’OSSERVATORE ROMANO Domenica 5 Marzo 2000