MISTERO

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". MISTERO (gr. , da = chiudere; cf. lat. mutus): è una cosa arcana, segreta, specialmente. sacra (cfr. misteri eleusini di Cibele, di Iside, ecc.).

Nella S. Scrittura, oltre che cosa segreta in genere, la voce mistero significa le cose divine del «regno dei cieli» (Mt., 13, 11), in S. Paolo la rivelazione della salvezza del mondo per mezza di Cristo redentore (Efes., 3, 9; Col., 1, 26, ecc.). Nel secolo scorso il Magistero Ecclesiastico ha fissato definitivamente il significato di quel termine (Gregorio XVI, Pio IX, Leone XIII). Il Conc. Vat. (sess. III, c. 4, DE, 1795 ss.) così definisce:«I misteri divini per la loro stessa natura trascendono talmente l'intelletto creato che, anche rivelati e creduti, restano tuttavia velati e oscuri durante la vita mortale».  
 Il mistero dunque in senso stretto è una verità divina, di cui la ragione umana può conoscere l'essenza solo per via di rivelazione, ma non può comprenderne l'essenza neppure dopo la rivelazione. Così per es. il mistero della SS. Trinità.  
 In senso largo si dice mistero una verità conosciuta solo per rivelazione e comprensibile, dopo di essa, da parte della ragione; per es. la creazione dell'universo nel tempo. La ragione umana non può dimostrare il mistero strettamente detto, ma lo può illustrare e difendere dalle obbiezioni. La ripugnanza tra un mistero di fede e i principi di ragione o le scoperte della scienza può essere solo apparente, perché la verità soprannaturale e quella naturale derivano insieme dalla stessa fonte, che è Dio, Verità sostanziale.