Le regole del Cattolicismo schietto

“Le regole del Cattolicismo schietto”, di P. Maurizio Meschler S. I., apparve in due riprese ne La Civiltà Cattolica, 1906, vol 2., nei fascicoli 1342 (9 maggio 1906), pp. 385-397 e 1343 (22 maggio 1906), pp. 545-559. Riportiamo il testo immutato, fuorché in alcune minime variazioni della formattazione del testo, dell’accentazione di alcune parole e con l’aggiunta della traduzione di alcuni testi latini. La versione multimediale del testo, nonché l’indice, la divisione in più parti del documento, la nuova numerazione delle note e alcuni titoli sono redazionali

Commento alle “Regole per sentire nella Chiesa” degli Esercizi Spirituali di S. Ignazio di Loyola (1)
di P. Maurizio Meschler S. I.


INTRODUZIONE


Christianus mihi nomen, catholicus cognomen. Questo detto di S. Paciano in ogni tempo ebbe valore di professione di fede intera e compiuta. Così è e dev’essere nel fatto, perché quei termini vanno presi insieme, e non solo l’uno non esclude l’altro, ma ambedue s’integrano e si compiono a vicenda.
Però molti non pensano né giudicano così. Un gran numero vogliono essere cristiani, ma a nessun patto cattolici. Perfino il cattolicismo, come tante altre cose in questo povero mondo, vien diviso in due! Ci sono cattolici, che si riconoscono cattolici, ma che dicono aperto di non praticare quali cattolici: è un triste fare a metà, una contraddizione disonorante. Similmente altri vogliono essere cattolici, ma a modo loro; si foggiano un cattolicismo loro proprio, fanno riserve su tutto che loro non garba e tagliano e trinciano tanto nelle dottrine da credere, come ne’ doveri religiosi della vita pratica. Quest’è la condizione quaggiù; non pure le cose terrene, ma le divine altresì, come le concepisce e le tratta l’uomo, vanno soggette ad alterazione e mutamento. L’inclinazione della natura corrotta, l’andazzo dei tempi, il vario modo di vedere e sentire, le credute esigenze del vivere sociale ed altre simili cause inducono mutazioni perfino in ciò che è immutabile, perfino in cose di religione. Né è da farne le meraviglie. La vita religiosa ebbe sempre a modificarsi a seconda dei sistemi filosofici e teologici di questa o di quella età; e così avvenne pure ed avviene tuttavia del cattolicismo, sebbene a preferenza di ogni altra professione religiosa sia stato preso da Dio medesimo sotto la sua speciale protezione. Tutto insomma si va più o meno colorando secondo lo spirito dei tempi ed il contatto con quelli.
È dunque sovramodo importante avere di continuo innanzi gli occhi un quadro fedele, chiaro e compiuto del cattolicismo schietto, con pochi, ma sicuri tratti, perché subito al solo fissarvi lo sguardo si sappia quello che s’ha da tenere. Dicasi quel che si vuole, ma la religione cattolica è l’unica vera, e l’essere e il rimanere cattolici schietti, sans peur et sans reproche, è l’unico nostro bene pel tempo e per l’eternità. Non sempre tra le occupazioni della vita e l’ondeggiar degli affari abbiamo il tempo di raccoglierci in noi stessi e di rimetterci allo studio de’ grandi problemi religiosi. Ma sempre in ogni incontro della vita possiamo dirigere il nostro cammino con alcune massime fondamentali, frutto di lungo studio e di conosciuta esperienza, e però sicure ed infallibili. Così il nocchiero fissa la stella, secondo cui dirigere la nave, e tanto gli basta a procedere sicuro.
A questo fine possediamo un libretto, scritto già da trecent’anni e conosciuto universalmente nel mondo cristiano. Esso ha contribuito potentemente al mantenimento dell’antica fede cattolica ed al miglioramento dei costumi ed è stato approvato e raccomandato dalla Santa Sede con termini, quali non ebbe mai nessun altro libro spirituale. Intendiamo parlare degli Esercizii di S. Ignazio di Lojola. È un pratico manuale della vita spirituale ed offre non solo considerazioni sulle verità eterne e sulla vita di Gesù Cristo logicamente e psicologicamente ordinate, ma aggiunge eziandio importanti istruzioni e regole sulla vita cristiana. Ora alla fine del libro S. Ignazio ne ha poste alcune degnissime di considerazione e di studio, dove si rispecchia incorrotto e nei suoi minuti particolari il vero spirito cattolico, o ciò che torna al medesimo, il genuino modo di sentir con la Chiesa. L’istruzione infatti ha per titolo: Regulae aliquot servandae ut cum orthodoxa Ecclesia sentiamus, ovvero più letteralmente secondo il manoscritto originale spagnuolo: Ad sentiendum vere, sicut debemus in Ecclesia militante. E queste regole possono ben dirsi il Vademecum, che il Santo pone in mano dell’esercitante alla fine del suo ritiro, perché lo rechi seco nel mondo e sappia come deve pensare, giudicare ed operare, per essere in ogni cosa in pieno accordo con la Chiesa e condurre nella realtà una vita veramente e schiettamente cattolica.
Esse sono in tutto diciotto, ma si possono facilmente ridurre a due capi; le une trattano dei primi fondamenti riguardanti la fede; le altre hanno per oggetto l’esercizio pratico della vita cristiana. Manterremo quest’ordine ed il breve nostro commento sarà una lezione di ascetica cristiana, quanto semplice, altrettanto opportuna in questo guazzabuglio d’idee, di propositi, di tendenze, di accuse, di critiche, dove si è addirittura perduta la via, appunto perché si è perduta di vista la stella fissa che ha sempre diretto il cattolico, e che deve ancora dirigerlo, se non si vuol dar negli scogli.


Per leggere le altre Regole: http://sanlorenzo.dataport.it/Sentire/Regxsentnc0.htm

NOTE

1 Abbiamo chiesto al R. P. Maurizio Meschler S. I. di stendere pel nostro periodico un particolare commento delle Regole di S. Ignazio ad sentiendum cum Ecclesia e ci onoriamo di pubblicarne la traduzione, fatta da noi sul manoscritto originale tedesco. La singolare competenza del ch. Autore nello studio degli Esercizii di S. Ignazio e la sua conosciuta valentia nel trattare argomenti di ascetica in modo ai nostri tempi appropriato renderanno, senza dubbio, doppiamente pregevole questa pubblicazione. N. d. D.