INFEDELI

Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica. INFEDELI: secondo il significato ovvio della parola, infedele è chi non ha fede (in senso morale è chi non sta alle promesse, ai suoi obblighi, ai suoi doveri).

La fede (v. questa voce), intesa teologicamente come adesione dell'intelletto alle verità rivelate da Dio, può mancare per colpa dell'Individuo o senza sua colpa. Perciò si distingue: a) l'infedele positivo che rifiuta il suo assenso alla verità rivelata proposta come tale con sufficienti prove; b) l'infedele negativo, che non conosce affatto la divina rivelazione e quindi non ha modo di esercitare un atto di fede. L'infedele propriamente detto, o positivo o negativo, è il non battezzato. Ma a volte si estende il nome d'infedele anche al battezzato caduto nell'eresia (v. questa voce), che è negazione di qualche verità di fede definita dalla Chiesa, o nell'apostasia, che è abbandono di tutta la dottrina della fede. L'infedele positivo, l'eretico e l'apostata, Essendo in mala fede, si precludono volontariamente la via della salvezza. Quelli però che nascono nell'eresia, se sono in buona fede (eretici materiali non formali), possono salvarsi, pur non essendo incorporati nella Chiesa Cattolica, sotto l'azione della grazia divina.
  Il problema più grave è quello della salvezza degl'infedeli, i quali ignorano senza colpa la rivelazione divina e quindi Gesù Cristo e la sua Chiesa. Senza la rivelazione non è possibile la fede, senza la fede è impossibile la salvezza (S. Paolo e Conc. Trid.). C'è ancora il motto tradizionale che aggrava la situazione: «Extra Ecclesiam nulla salus» (= fuori della Chiesa non c'è salvezza). I Teologi tentano di risolvere il problema per varie vie: 1) Dio vuole tutti salvi (I Tim., 2, 4 ss.) e però dà a tutti i mezzi e le grazie sufficienti per salvarsi, anche fuori della Chiesa, quando s'ignora l'esistenza di essa. 2) Dio può far pervenire qualche traccia di rivelazione agli infedeli per render loro possibile, sotto l'impulso della grazia, un atto di fede, donde può iniziarsi la salvezza. 3) Chi sotto l'influsso divino fa un atto di fede e raggiunge poi la santificazione, aderendo a Dio e alla sua volontà, appartiene già in qualche modo alla Chiesa (si suol dire: all'anima della Chiesa) e avendo un desiderio implicito del battesimo appartiene anche al corpo della Chiesa in voto. 4) L'infedele che morisse col solo peccato originale, senza peccati personali, non andrebbe all'Inferno, ma al Limbo.
  In ogni caso la salvezza dell'infedele è più difficile che per un cristiano. Di qui l'importanza e la necessità delle Missioni.