I TESORI DI CORNELIO A LAPIDE: Presenza di Dio

 1. Tutto è per Iddio; Dio è dappertutto.
 2. Dio vede e conosce tutto.
 3. Vantaggi della presenza di Dio.
 4. Non bisogna perdere mai di vista la presenza di Dio.
 5. Motivi di ricordare la presenza di Dio.
 6. Disgrazia di chi non pensa alla presenza di Dio.

1. TUTTO È PER IDDIO: DIO È DAPPERTUTTO. – Da Dio, in Dio, per Iddio, sono tutte le cose, dice S. Paolo (Rom. XI, 36). Tutto è dal Padre, per il Figlio, nello Spirito Santo, talmente che in Dio noi viviamo, ci muoviamo ed esistiamo (Act. XVII, 28). Dio tiene in suo potere la nostra vita, la nostra morte, il nostro tempo, la nostra eternità, la nostr\’anima, il nostro corpo; noi dipendiamo da lui come i raggi dal sole, l\’ombra dal corpo. Egli ci ha creati, Egli ci conserva, ossia ci crea continuamente con la sua paterna provvidenza; da lui abbiamo i nostri sensi interiori ed esteriori; da lui i beni temporali e le grazie spirituali.
Dice S. Gregorio: «Dio dimora in tutte le cose, fuori di tutte le cose, sopra tutte le cose, sotto tutte le cose. Sta sopra di tutto per la sua potenza, al di sotto di tutto per il sostegno che dà a tutte le cose; è al di fuori per la sua grandezza, al di dentro per la sua sottigliezza. Egli è uno e insieme tutto. Dappertutto ci sostiene presiedendo a tutte le cose e presiede sostenendo dovunque ogni cosa: circondandola la penetra, e penetrandola la circonda; al di sopra di tutte le cose, tutto governa senz\’affanno, tutto sostiene Senza fatica. Egli è adunque al di sopra e al di sotto senza luogo, è al di là di tutto senza estensione (Moral. l. II, c. VIII)». S. Bernardo dice: «Pecca là dove sii sicuro che non si trovi Dio; ah! non c\’è luogo fuori di questo Essere infinito (De modo bene viv., c. XXIX)». «Perché se salgo al cielo, là egli dimora, se mi sprofondo nell\’inferno ve lo trovo: se prese le ali in sull\’aurora me ne volo ad abitare all\’estremità dei mari, colà la destra sua mi guida e trasporta» (Psalm. CXXXVIII, 8-10).

2. DIO VEDE E CONOSCE TUTTO. – «Non vi è creatura invisibile a Dio, scrive il grande Apostolo, ma tutto è aperto e chiaro ai suoi occhi» (Hebr. IV, 13). Questo faceva dire a S. Agostino: «Se vuoi commettere peccato, cerca un luogo dove Iddio non ti veda, e allora fa\’ quello che vuoi (De Spiritu et Anima)». Ma dove trovarlo questo luogo, se Iddio, secondo la sua parola medesima, penetra le viscere e legge nel cuore? (Apoc. II, 23).
Di questa verità si mostra ben persuaso il re Davide i cui salmi spirano i sensi della più viva fede nella presenza di Dio. « Voi avete posto le nostre iniquità dinanzi al vostro cospetto, e la nostra vita è stata rischiarata dalla luce della vostra faccia» (Psalm. LXXXIX, 8). «Egli (Dio), non dormirà punto; non mai sonnecchia quegli che guarda Israele» (Psalm. CXX, 4). «Voi avete conosciuto, o Signore, il momento del mio sonno e il punto del mio svegliarmi; scoprite da lungi i miei pensieri. Voi conoscete tutte le cose, quelle che furono come quelle che sono; voi mi avete plasmato e posto sulla vostra mano. La vostra scienza è meravigliosamente innalzata al di sopra di me, e non posso raggiungerla. Dove andrò io dinanzi al vostro soffio? Dove fuggirò a nascondermi dal vostro sguardo? Io ho detto: Forse le tenebre mi celeranno, e la notte coprirà i miei piaceri. Ah! davanti a voi le tenebre non hanno oscurità e la notte splende come il giorno; il buio e la luce sono per voi una sola e medesima cosa» (Psalm. CXXXVIII, 2, 3-7, 12). «Il Signore conosce tutti i pensieri degli uomini» (Psalm. XCIII, 11), «e le sue pupille interrogano i figli degli uomini» (Psalm. X, 5).
«Dio è il vero scrutato re dei cuori, nelle sue mani siamo noi e i nostri discorsi e tutta la nostra sapienza e la scienza delle opere e la regola della vita», dice il Savio (Sap. I, 6). – In manu illius, et nos, et sermones nostri, et omnis sapientia, et operum scientia et disciplina (Id. VII, 16). La stessa cosa ripete la Scrittura dove nota che il Signore è il Dio delle scienze; che egli penetra col suo sguardo il cuore, e che egli dispone i pensieri (I Reg. II, 3) ; (Ib.).
L\’autore dei Proverbi ci assicura che tutti i portamenti dell\’uomo sono manifesti agli occhi di Dio; il quale pesa gli spiriti, cioè li dirige, li dispone, li misura, li pesa, li giudica (Prov. XVI, 2). «Dio osserva le strade degli uomini e considera tutti i loro andamenti; in ogni luogo i suoi occhi contemplano i buoni e i cattivi» (Prov. V, 21); (Ib. XV, 3). Dio guarda dall\’alto dei cieli, o meglio dal profondo della sua eternità vede, considera tutto quello che si fa nel cielo, su la terra, negli inferni; tutto quello che è passato, presente, futuro; tutti gli arcani e i misteri del cuore. Ora dobbiamo anche noi, a nostra volta, vederlo, rispettarlo e ricordarci di lui in ogni tempo e luogo.
«Dobbiamo temere Iddio in pubblico, osserva qui S. Agostino, dobbiamo temerlo in privato. Cammini? Egli ti vede. Splende la luce? Egli ti vede. È buio? Ti vede. Entri nella camera? Ti vede. Ah! temiamo colui che ha cura di tenerci l\’occhio sopra, e temendolo guardiamoci dall\’offenderlo (Serm. XLVI, de verbis Domini)». «Egli è tutto occhio, tutto mani, tutto piedi; perché tutto vede, tutto fa, ed è dovunque (Epist. III ad Fortunat.)». Questa cosa già aveva conosciuto e confessato Platone medesimo; avendo lasciato scritto: «Dio è tutto intelligenza, tutto occhio, tutto orecchio (Lib. II, cap. VII)». «Tutte le cose erano conosciute dal Signore prima che le creasse, leggiamo nell\’Ecclesiastico; ed egli le vede tutte ora che sono fatte» (Eccli. XXIII, 29). Dio vede tutto, essendo il creatore, il conservatore, il governatore di tutte le creature… Tutte le cose stanno presenti innanzi a Dio, perché i tempi passati non passano per lui, come i futuri non arrivano per lui. Il passato non se ne va, tutto resta davanti i suoi occhi: l\’eternità non ha né passato né futuro, tutto è presente… «Gli occhi del Signore sono più penetranti del sole, vedono l\’uomo tutto intero, scoprono il. fondo dell\’abisso, penetrano gli arcani più misteriosi del cuore» (ut sup. 28). «Le opere di tutti gli uomini sono palesi a Dio, niente si tiene celato ai suoi occhi; il suo sguardo abbraccia i secoli, e niente di straordinario, di meraviglioso succede alla sua presenza» (Id. XXXIX, 24-25). Dio, immobile nella sua eternità, vede ogni cosa dinnanzi a sé… Ah sì! «sappiano tutti gli abitanti della terra che voi siete il Dio che, contempla i secoli» (Id. XXXVI, 19). Voi contemplate, che è quanto dire voi provvedete, voi prevedete, voi ordinate, voi conoscete, voi governate, voi ricompensate, voi punite…
Signore, esclama S. Agostino nei suoi Soliloqui, voi considerate i miei passi e le mie vie, e notte e giorno vegliate alla mia custodia; voi notate tutto. Voi osservate i miei pensieri e le mie azioni con tale diligenza come se, dimenticando terra e cielo, di nient\’altro vi deste pensiero se non di me solo. La luce immutabile della vostra vista non può crescere quando guardate una sola cosa, non può scemare quando le guardate tutte insieme. Come infatti vedete perfettamente un oggetto in particolare, così vedete perfettamente tutte le cose insieme, non ostante la loro diversità e dissomiglianza. Voi vedete tutte le cose, come se. fossero una sola, e ciascuna cosa come tutto a un tratto, senza divisione, o mutamento, o diminuzione. Voi siete tutto intero in tutti i tempi, senza che per voi vi sia tempo; voi mi vedete come se non aveste altra cosa a vedere. Voi vegliate sopra di me come se non aveste altro pensiero che di me solo. Voi vi mostrate sempre presente, e vi mostrate sempre pronto, se trovate pronto me stesso. In qualunque parte io sia, voi non vi allontanate, perché siete dappertutto, affinché dovunque io vada trovi voi, per il quale solamente io posso essere, affinché io non perisca privo di voi, non potendo esistere senza di voi. lo confesso che tutto ciò che faccio, dovunque lo faccia, lo fa in vostra presenza; tutto quello che io fa, voi lo vedete meglio di me che lo faccio. Voi infatti siete presente a tutte le mie azioni, come continuo testimonio di tutti i miei pensieri, di tutte le mie intenzioni, di tutte le mie gioie, di tutti i fatti miei. E quando io vi penso, o Signore, o Dio potente e terribile, io mi confondo di timore e di vergogna; perché una rigorosa necessità ci è imposta di vivere in giustizia e rettitudine, facendo tutto sotto gli occhi di un giudice che tutto vede. «Ricordati, scriveva S. Basilio ad un suo figlio spirituale, che tu sei sempre sotto lo sguardo di Dio il quale indaga e scopre i segreti del cuore, che vede quello che si cela in fondo all\’anima. In tutto ciò che vuoi fare, esamina prima se è secondo Dio; quindi se è cosa retta innanzi al Signore, mettivi mano; ma se non lo è, non pensarci neppure (Ad fil. spirit.)».
«Ingannatore e impenetrabile è il cuore dell\’uomo, dice Geremia, chi lo potrà conoscere? Io, il Signore che scruto il cuore e indago le viscere, che dò a ciascuno secondo i suoi fatti, e a proporzione dei frutti delle opere sue» (IEREM. XVII, 9-10).
Sempre ed incessantemente Dio ci guarda, sempre e continuamente Egli opera in noi; infine Egli è tutto in noi. (Deuter. VI, 15); o come si esprime S. Paolo: «Dio ci sta sempre vicino» (Philipp. IV, 5). «Come l\’anima è la vita del corpo, dice S. Agostino, così Dio è la vita dell\’anima; e come il corpo muore quando ne esce l\’anima, così l\’anima muore quando perde Iddio (Serm. XVIII, de Verb. Apost.)» Noi siamo talmente uniti a Dio fisicamente, che tutte le volte che respiriamo, aspiriamo Dio. Guardiamo di esserlo anche moralmente, sicché l\’anima nostra non aspiri che a Dio, non pensi che a Dio, invochi incessantemente Dio. Dio è più e meglio in noi che non noi in noi medesimi; e vicendevolmente noi siamo in Dio come la luce è nell\’aria e l\’aria è nella luce.

3. VANTAGGI DELLA PRESENZA DI DIO. – 1° La presenza di Dio esclude ogni peccato, dice S. Gerolamo (In Ezech. 1. VII, c. 22), ed è rimedio efficacissimo contro ogni genere di vizi, dice S. Basilio (In Psalm.). Perciò San Ignazio scriveva a Gerone: «Ricordati di Dio, e non cadrai mai in peccato».
2° La presenza di Dio rende costante nel bene e quasi impeccabile. «Io ho sempre dinanzi agli occhi miei il Signore, diceva il Profeta; egli sta alla mia destra, ed io non patirò scossa veruna» (Psalm. XV, 8). «Deh! invocate, cercate il Signore, tenetevi del continuo alla sua presenza e riceverete stabilità e saldezza » (Psalm. CIV, 4). Rammentando la presenza del giudice, che sa tutto, si prende vivo orrore al vizio e lo si schiva, nota Boezio; si ama e si pratica la virtù (De Consol. 1. V, p. VI). Giuseppe è violentemente assalito: che fa? si richiama al pensiero la presenza di Dio dicendo: «Come mai posso io commettere questo male e peccare in faccia al Signore mio Dio?» (Gen. XXXIX, 9); ed esce vittorioso della tentazione. Susanna anch\’essa è fortemente sollecitata, si ricorda che Dio la vede e trionfa (DAN. XIII). Tertulliano ribatteva le calunnie dei nemici e dei persecutori dei cristiani, accusati di vari e gravi delitti, rispondendo che ne erano incapaci, perché sanno che sono sotto gli occhi di Dio, loro giudice incorruttibile, e questo pensiero li rende come impeccabili (Apolog.).
3° Il ricordo della presenza di Dio ci fa osservare la sua santa legge. Ne dà la prova il Salmista: «Signore, se l\’anima mia ha osservato i vostri precetti e li ha grandemente amati; se ho custodito la vostra legge e Adempito i vostri voleri, è perché fa tutte le mie azioni alla vostra presenza» (Psalm. CXVIII, 167-168).
4° Per la presenza di Dio i nostri nemici sono messi in fuga. «Il terrore investe i nemici della salute, leggiamo nella Scrittura; ed essi si dànno alla fuga in presenza del Dio che vede tutto» (II Mach. XII, 22). La presenza di Gesù Cristo cacciava legioni di demoni dai corpi degli ossessi; non meno efficace a scacciare i demoni dall\’anima nostra è il ricordo della presenza di Dio. Il mondo, la concupiscenza, l\’inferno, tutto è vinto ed atterrato da quest\’arma potente ed invincibile… Sicché
l\’uomo si tiene alla presenza di Dio, diceva l\’abate Serapione, nulla possono contro di lui i suoi nemici (In Vit. Patr.). «L\’unico ed infallibile mezzo per trionfare del nemico, soggiunge S. Antonio, sta nel ricordo continuo della presenza del Signore. Questo pensiero sconcerta i disegni dei demoni e manda in fumo tutti i loro sforzi (Vit. Patr.)».
5° Dio ascolta i voti di colui che si tiene alla sua divina presenza. «Gli occhi del Signore posano sui giusti, canta il Salmista, le sue orecchie stanno aperte ad accogliere le loro preghiere» (Psalm. XXXIII, 10).
6° Questa santa presenza dà la gioia e la felicità. Dice il Profeta: «Io mi sono richiamato a mente la presenza di Dio, e il mio cuore fu inondato di gioia; la mia bocca, o Signore, ha cantato le vostre lodi, e la mia carne ha riposato nella speranza» (Psalm. XV, 8-9). «L\’anima mia non trovava conforto; allora mi sono ricordato del Signore e mi sentii riempire di gioia» (Psalm. LXXVI, 3-4). Cassiano dice, dietro l\’abate Isacco, che la felicità di questa vita consiste nel frequente ricordo di Dio: questa divina presenza procura all\’uomo, in questa vita, un\’anticipazione della beatitudine eterna. Come infatti non vivere felici alla presenza di Dio, sapendo ch\’egli ci guarda, che ha cura di noi, che ci protegge, e desidera colmarci dei suoi favori? Come il sole rallegra, illumina, abbellisce, vivifica, feconda il creato, così la presenza di Dio apporta gioia, luce, calore, fecondità e vita all\’anima.
7° Questa preziosa presenza rende la vita all\’anima e gliela conserva. «Nella presenza di Dio noi vivremo» – dice il profeta Osea (VI, 3). Quelli che stanno alla presenza di Dio, che sanno come Dio li vede dappertutto e sempre, non possono non santamente vivere, e non vi è altra vera vita fuori di questa: e cercano di piacere a Dio in ogni cosa, e di fare la sua volontà. Noi vivremo, cioè, saremo pieni di vigore e di sanità, produrremo frutti, saremo attivi, forti, energici, colmi di onore e di gloria. Per la presenza di Dio noi vivremo della virtù e nella virtù; vivremo della grazia in questo. mondo e della gloria nell\’altro. «Ecco quello che dice il Signore: Cercatemi, ricordatevi di me, e vivrete» (AMOS. V, 4).
8° La presenza di Dio ci rende perfetti. Il Signore apparve ad Abramo e gli disse: «Io sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza e sii perfetto» (Gen. XVII, 1). La via alla perfezione è la presenza di Dio. « Voi sarete perfetti e senza macchia, tenendovi al cospetto del Signore vostro Dio», leggiamo nel Deuteronomio (XVIII, 13). Infatti, è impossibile non tendere alla perfezione, stando alla presenza di Dio; mediante questa presenza, si vive di Dio, e vivere di Dio vuol dire andare presto alla più alta perfezione; perché in tale condizione l\’uomo studia di evitare tutto ciò che spiace a Dio e di fare tutto ciò che a lui piace. Ascoltate il consiglio di Seneca: «Vivete con gli uomini come se foste sotto lo sguardo di Dio; trattenetevi con Dio, come se gli uomini vi udissero (Epist. X, ad Lucillum.)».
9° La presenza di Dio ci procura tutti i beni. Il 1° frutto di questa presenza è la fuga del peccato…; il 2° è la vittoria su le tentazioni, sui pericoli, sui nemici…; il 3° è che l\’anima, pure stando in terra, abita il cielo…! il 4° è che ci assimila agli Angeli, perché gli Angeli, secondo la parola del Redentore (MATTH. XVIII, 20), si specchiano del continuo nella faccia di Dio…; il 5° è l\’amor di Dio…; il 6° è che dissipa la collera, la cupidigia, le noie, le distrazioni… «Come potrete voi ottenere di non essere distratti nella preghiera? domanda S. Basilio; e risponde: pensando seriamente che vi trovate sotto gli occhi di Dio (In Psalm)». Con tre legami i Santi s\’incatenano fortemente a Dio, per essergli fedeli e non offenderlo: il primo è il rispetto per la Maestà divina presente a tutto e giudicante tutto…; il secondo è il ricordo della bontà e dei benefizi di Dio…; il terzo è il timor di Dio, fondato su la considerazione dell\’ultimo giudizio e della vendetta divina.
Dice il Crisostomo: « Se noi ci facciamo uno studio di vedere continuamente Iddio con gli occhi dell\’anima, se procuriamo di figurarcelo sempre in mente, tutto ci parrà facile, tutto ci riuscirà leggero; noi sopporteremo ogni cosa, vinceremo ogni difficoltà. Se chi ricorda un amico, ritempra il suo coraggio, e si sente inondare il cuore di gioia a questo dolce ricordo; come potrà essere triste, o temere disgrazie colui che alla mente si richiamerà Iddio, così buono, e che si è degnato di amarci così teneramente? (Hom. XXVI, in Epist. ad Hebr.)». Di qual bene patirà difetto chi sta alla presenza di Dio? dice Filone: «Ah! egli abbonda di ogni cosa: perché è impossibile che manchi qualche cosa dove presiede Dio, solito a largheggiare di squisiti favori in tutto (De Migratione Abrahae)».
Il continuo ricordo della presenza di Dio è il principio di tutti i beni, come la dimenticanza della presenza di Dio è la causa di tutti i mali. Perciò Mosè non finiva di ripetere agli Ebrei: «Ricordatevi del vostro Dio» (Deuter. XIII, 2). Perciò gli uomini savi e i Santi di tutti i luoghi e di tutte le età, ebbero grandemente a cuore di non dimenticarsi mai di Dio, e cercarono sempre
di rammentarsene la presenza, col pensiero, con l\’invocazione, con la lode, con l\’amore… Chi si occupa della presenza di Dio, si assicura la grazia, la virtù, la salute e la gloria eterna… Tanti inestimabili vantaggi della presenza di Dio, ci devono animare a vivere di questa ineffabile presenza…

4. NON BISOGNA PERDERE MAI DI VISTA LA PRESENZA DI DIO. – Di Noè e di Enoc, dice la Sacra Scrittura, che camminarono del continuo alla presenza di Dio (Gen. VI, 9). Ecco il nostro modello. «Siccome non vi è minuto, dice Ugo da S. Vittore, in cui l\’uomo non si giovi o non goda della bontà e della misericordia di Dio; così non deve scorrere momento in cui non ne ricordi la santa presenza; perciò ritieni come sciupato quel tempo che non pensi a Dio (De Anima, lib. III)». La medesima cosa ripete S. Bernardo, e, prima di loro, così già pregava S. Agostino: «Come non passa ora od attimo della mia vita, in cui di qualche tuo dono, o Signore, io non mi serva, perciò ornai più non deve passare nessun momento senza che io ti abbia presente agli occhi dell\’anima mia, e ti ami con tutte le forze del mio cuore (Soliloq., c. XVIII)».
«Tienti Iddio presente all\’anima in tutti i giorni della tua vita» – diceva il vecchio Tobia al figlio (IV, 6). Abbiate Dio nella memoria, per ricordarvi sempre di lui; nell\’intelletto, per pensare sovente a lui e meditare su le infinite sue perfezioni e bontà; nella volontà, per rispettarlo, amarlo, benedirlo, invocarlo, obbedirgli, glorificarlo e per vegliare del continuo su di voi per evitare ogni offesa e peccato… «In tutte le tue imprese pensa a Dio, dice il Savio, ed egli dirigerà i tuoi passi» (Prov, III, 6). Pensate a Dio, 1° soventissimamente…; 2° riconoscete Dio in tutto e dovunque, cioè temetelo e adoratelo presente dappertutto…; 3° pensate a Dio, cioè non guardate nei fatti vostri altro scopo fuorché Dio…; 4° pensate a Dio, cioè alla sua operazione ed alla sua grazia…; 5° riconoscete Dio in tutte le vostre idee, cioè figuratevi che la volontà di Dio, la sua dottrina, la sua morale, la sua vita, la sua legge vi stia sempre dinanzi come la norma della vostra condotta, dei vostri costumi, dei vostri pensieri, delle vostre opere, insomma di tutto il vostro vivere.
«Che cosa domanda da voi il Signore, leggiamo in Michea, se non che camminiate guardinghi alla presenza del vostro Dio?» (VI, 8). E infatti, se in ogni tempo e luogo gli occhi di Dio stanno rivolti su di noi è giusto che per parte nostra lo stiamo contemplando in ogni luogo e in ogni tempo, ora pregando, ora inneggiando, ora lodandolo, ora ringraziandolo; ora esclamando col Salmista: «L\’anima mia benedice il Signore in tutti i luoghi del suo dominio» (Psalm. CII, 22); ora dicendo col medesimo: «Benedici, anima mia, il Signore, e non dimenticare mai le sue misericordie» (Ib. 2).
Pratichiamo l\’avviso di S. Basilio il quale ci esorta a vegliare sul nostro cuore, e non lasciare che mai da noi si allontani il pensiero di Dio e di tutto ciò che Dio ha fatto per utile nostro; di non permettere che pensieri futili e vani macchino la nostra memoria, ma di occuparci assiduamente della santa presenza di Dio, d\’imprimerla fortemente come suggello nell\’anima nostra; perché col ricordo continuo di questa presenza si acquista l\’amor di Dio e si dura nella fedele osservanza della sua santa legge (In Gen.).

5. MOTIVI DI RICORDARE LA PRESENZA DI DIO. – Il primo motivo è che, volere o non volere, non possiamo sottrarci alla vista di Dio…; il secondo è il conto che dovremo rendere a Dio di tutto ciò che egli vede in noi; il terzo sta nel pensare quanto grande e terribile sia quella maestà divina, in faccia alla quale tremano le colonne dei cieli e i Cherubini e i Serafini si fanno delle ali schermo al viso…; il quarto è di rammentarci le sollecitudini di Dio per noi..; il quinto è che questa maestà esige da noi che l\’abbiamo sempre presente, che la serviamo con umiltà, l\’ascoltiamo con obbedienza…; il sesto è che dalla dimenticanza di Dio provengono tutte le nostre cadute…; il settimo si deduce dai molti e terribili nemici che abbiamo da vincere, e dei quali non possiamo trionfare se non con l\’esercizio della presenza di Dio…; l\’ottavo è di riflettere che tutto ciò che noi abbiamo, ci viene da Dio e dipende da lui, in faccia al quale noi non siamo che poveri mendichi…; il nono è che la necessità di camminare alla presenza di Dio obbliga tutti gli uomini, in tutti i loro pensieri, in tutte le loro azioni, ecc.; che anche ogni menomo atto nostro deve esser fatto, sia per il corpo, sia per l\’anima, con esattezza, sollecitudine, secondo la legge e la volontà di Dio, affinché noi possiamo in ogni cosa piacergli sempre meglio e ottenere le sue grazie. Una azione mediocre, fatta con perfezione, vale molto di più che un\’azione eccellente, fatta con negligenza e con tepidezza; perché Dio guarda piuttosto al come è fatta un\’opera, anziché alla grandezza dell\’opera in se medesima.

6. DISGRAZIA DI CHI NON PENSA ALLA PRESENZA DI DIO. – Il Profeta Davide ha con un solo tratto dipinto al vero il carattere del mondo, chiamandolo: «Terra di oblio». E infatti, dove trovare nel mondo chi pensi a Dio? A che cosa pensano i ragazzi?… dove hanno la mente i giovani?… Di che cosa si occupa la maggior parte delle donne?… Quali sono i pensieri del letterato, del negoziante, dell\’artista, del contadino? L\’ubriacone, il bestemmiatore, il libertino, l\’invidioso, il mondano, l\’empio, l\’incredulo, lo spensierato, a che pensano?… forse a Dio?… le loro iniquità provano il contrario… A quanti si potrebbe fare quel rimprovero di Giovanni Battista agli Ebrei, a proposito della presenza di Gesù Cristo; «In mezzo a voi abita un tale, che voi non conoscete» (IOANN. I, 26). Una gran parte degli uomini non conosce altro altare se non quello veduto già da S. Paolo in Atene, sul quale stava scritto: «Al Dio ignoto». Ma guai a loro! perché con la dimenticanza di Dio nascono e allignano nel loro cuore tutte le ree semenze delle passioni…; le virtù vi restano soffocate nel nascere; tutti i nemici lo corrono da padroni…; tutte le loro azioni, in una parola, sono lordura e feccia (Psalm. X, 5). La dimenticanza di Dio è origine di tutti i mali… Noi dimentichiamo Iddio… Tutto è perduto, il tempo e l\’eternità…