I TESORI DI CORNELIO A LAPIDE: Maria (IV)

31. Santità di Maria.  
32. Umiltà di Maria.  
33. Obbedienza di Maria.  
34. Purità di Maria.  
35. Bontà e misericordia di Maria.  
36. Grandezza di Maria.  
37. Potenza di Maria.  
38. Bellezza di Maria.  
39. Felicità di Maria.  
40. Maria è regina.

31. SANTITÀ DI MARIA. – Dio solo è santo per essenza… Nessuno è santo se non chi si avvicina a Dio e conversa con lui; la santità aumenta a misura che l'uomo si avvicina e comunica can Dio. Perciò Maria, essendo la più vicina e la più intimamente unita a Dio, è anche la più santa di tutte le creature. Non vi fu mai, né vi può essere avvicinamento ed unione più intima con Dia, di quella che risulta dalla maternità divina; poco o nulla però avrebbe giovato a Maria questa sua vicinanza e parentela con Dio, se non avesse portato Gesù Cristo meglio ancora nel cuore, che nel seno. Ben più beata si deve chiamare la Vergine per aver ricevuta Gesù Cristo mediante la fede, che non per averlo ricevuto nell'incarnazione… Maria aveva udito e compreso quelle parole di Zaccaria: «Noi cammineremo al suo cospetto in santità e giustizia per tutti i giorni della nostra vita» (Luc. I, 75).

Se la santità consiste nel tenersi divisi dal secolo e aborrire il peccato, nell'abbracciarsi alla virtù e stringersi a Gesù Cristo; dove potremo trovare una persona che schivi il mondo, aborra il peccato, sia unita a Gesù Cristo e devota alla virtù, più di Maria? Se la santità consiste, secondo l'insegnamento dell'Apostolo, nell'offrire a Dio il proprio corpo in ostia vivente, santa e a lui gradita (Rom. XII, 1); chi più di Maria osservò tale condotta? Essa poteva dire di sé più ancora che S. Paolo: «Il mio vivere è Cristo» (Philipp. I, 21). «Io vivo; ma non sano più io che vivo: è Gesù che vive in me» (Gal. II, 20). Maria fu santa di occhi, di orecchi, di lingua, di mani, di piedi; santa nei pensieri, nei desideri, nel cuore, nello spirito, nell'anima tutta; santa nel sua trattare, nel sua portamento, in tutte le sue azioni. «Camminò con Dio» (Gen. V, 22), più perfettamente di Enoch. Vivente col corpo su la terra, l'anima sua già abitava continuamente nel cielo. Nessuno mai adempì più esattamente di lei, il precetto del Signore: «Siate santi, perché sono santo io, il Signore Dio vostro» (Levit. XIX, 2).

32. UMILTÀ DI MARIA. – Al saluto dell'angelo che la proclamava piena di grazia e benedetta fra le donne, che le annunziava come il Signore si trovasse in lei e che sarebbe divenuta madre di Dio, Maria ben lungi dall'insuperbire di un onore così alto, di un titolo così sublime, di un favore così straordinario, si protestò l'umilissima serva del Signore: – Ecce ancilla Domini (Luc. I, 38). Regina del cielo e della terra, destinata ad avere signoria su Gesù Cristo, ella si chiama ancella del Signore: -. Ecce ancilla Domini. – Salutata dal messaggero celeste come la madre futura di un Dio, ella non vuol esserne che la serva. «Ben giustamente, osserva qui S. Bernardo, divenne signora e regina di tutti colei che si riguardava come la serva di tutti (Serm. in Apoc.)». A chi si rallegra con lei dell'alta sua destinazione, risponde: «Perché il Signore si è degnato di abbassare il suo sguardo sulla piccolezza della sua serva, perciò tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Luc. I, 48). «Con ragione, osserva S. Agostino, Maria asserisce che il Signore ha considerato e amato la sua umiltà; perché la salute che l'umanità aveva perduta per l'orgoglio dei primi padri, l'ha ritrovata per l'umiltà di Maria (Serm. XXXVI)».
Dio si compiace dell'umiltà di Maria e la colma di grazie… Mosse da un certo quale orgoglio, tutte le donne giudee ambivano di essere madri del Messia; solo Maria, ancorché più accesamente di ogni altra desiderasse la nascita del promesso Redentore, non accarezzò mai nel suo cuore, tanto era umile, il pensiero di essere lei la madre fortunata; ma appunto la sua umiltà attrasse nel seno verginale di lei il Verbo di Dio. La più umile delle creature divenne, per la sua umiltà, la più grande ed eccellente: avverandosi in tutta la sua pienezza la frase del Salmista: «Dall'alto del suo trono, il Signore posa l'occhio su gli umili e non guarda i superbi se non da lontano» (Psalm. CXXXVII, 7).
«O vera umiltà, esclama S. Agostino, vera e cara umiltà che hai partorito un Dio agli uomini, hai dato la vita ai mortali, hai rinnovato i cieli, purificato la terra, aperto il paradiso, liberato dalla schiavitù le anime (Serm. II de Assumpt.)». L'umiltà è designata da S. Basilio come la più sicura salvaguardia, la radice, il fondamento di ogni virtù (Constit. monast. c. XVII). In essa vede il Crisostomo il più eccellente dei sacrifici (Homil. II, in Psalm. L). Perciò San Bernardo non esita 'ad affermare che la Beata Vergine piacque certo infinitamente a Dio per la sua verginità; ma non sarebbe mai stata eletta a madre di Dio, se non fosse stata fornita di profondissima umiltà (Homil. super Missus).

33. OBBEDIENZA DI MARIA. – «Eva, dice S. Ireneo, si lascia indurre a disobbedire e fuggire Dio; Maria si lascia persuadere ad obbedirlo; per ciò la vergine Maria meritò di diventare l'avvocata della vergine Eva (De Laud. virg.)». E infatti all'annunzio dell'angelo che le palesa il disegno di Dio per l'incarnazione in lei del Verbo, china obbediente il capo e con tutta umiltà risponde: Ecco l'ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola (Luc. I, 38). La disobbedienza di Eva aveva tratto in rovina il mondo; l'obbedienza di Maria lo ripara e ristora.
L'angelo ordina a Maria d'intraprendere il lungo, disastroso viaggio di Egitto e portarsi in collo il bambinello; ed ella parte senza indugio… L'obbedienza di Maria è di ogni istante: obbedisce in ogni cosa, in ogni incontro; né solo adempie gli ordini, ma li previene… Sta scritto di Gesù che fu obbediente fino alla morte e alla morte di croce (Philipp. II, 8). Il medesimo può affermarsi di Maria; fu obbediente fino al martirio e al martirio del cuore, più atroce che quello del corpo… Ma avendo Maria fatto in ogni cosa e sempre la volontà del cielo, il cielo farà quella di lei eternamente.

34. PURITÀ DI MARIA. – Maria è sempre stata vergine, quindi sempre purissima… Bisognava, dice S. Anselmo, che la Vergine Maria avesse tale purità, che fosse la più grande dopo quella di Dio (De Laud. Virg.). E tale fu veramente, perché sappiamo che ella trepidò alla vista di un angelo (Luc. I, 29). Imparate, o vergini cristiane, a temere e a stare guardinghe, perché non vi sia rubata la più bella e la più delicata delle virtù…
L'angelo annunzia a Maria che sarà madre di Dio; ma ella è così pura e così innamorata di questa angelica virtù, che, come dice San Gregario Nisseno, ama meglio conservare questa anziché diventare madre di Dio, se questa maternità non si possa ottenere senza sfregio alla purità immacolata (Orat. de Nativ. Christi). La Chiesa nelle litanie encomia Maria come Madre purissima, madre castissima, madre inviolata ed illibata…

V. sopra n. 9.

35. BONTÀ E MISERICORDIA DI MARIA. – Si può affermare che Maria è l'immagine della bontà di Dio (Sap. VII, 26): e che al pari di Gesù ella trova le sue delizie nello stare in mezzo ai figliuoli degli uomini (Prov. VIII, 31). Infatti nessun secolo, osserva S. Bernardo, ha mai sentito dire che sia stato abbandonato chi ebbe ricorso a Maria (Memorare, ecc.). «Ma essa ha aperto il seno della sua misericordia a tutti, affinché della sua pienezza tutti attingano: il peccatore il perdono, il giusto la grazia, l'angelo la gioia, la Trinità la gloria (Serm. de Assumpt.)». «O Vergine beata, esclama il medesimo dottore, taccia la vostra misericordia colui, se si può trovare al mondo, il quale ricordi di non essere stato da voi soccorso in qualche sua necessità. Chi mai potrà, o Vergine santa, comprendere la lunghezza, la larghezza, la profondità e l'altezza della vostra misericordia? (Serm. IV de Assumpt.)».
«Sarà forse, domanda S. Pier Damiani, la vostra esaltazione, o Maria, alla dignità di madre di Dio, un motivo perché vi dimentichiate della nostra umanità? Oh! no, Signora nostra. Voi ben sapete in mezzo a quali rischi ci avete lasciato andando al cielo e come i vostri servi sono esposti a cadere. Ah no! non conviene a tanta misericordia dimenticare tanta miseria. Poiché se la gloria vostra vi allontana da noi, la natura vi avvicina; né siete divenuta così impassibile, che non sappiate più compatire ai mali nostri (Serm. de Nativ. Virg.)».
La bontà di Maria è tutta amabile e graziosa; ella si può chiamare madre delle misericordie e regina di ogni consolazione, applicando a lei il titolo che dà S. Paolo a Dio (II Cor. I, 3). I suoi sentimenti di tenerezza e d'ineffabile amore verso gli uomini sono come ali su le quali vola in soccorso di chi l'invoca. E tanto pronto il suo soccorso, che S. Anselmo non dubita di asserire che «siamo talora più presto esauditi implorando il nome di Maria, che non invocando il Nome del Signore Gesù; poiché a Gesù, come giudice, tocca anche punire; mentre a Maria, come protettrice, tocca soltanto l'avere compassione (De Excellent. Virg.)». S. Bernardino dice che alla bontà di Maria può partecipare chi vuole (De Laud. B. Virg.); S. Bernardo afferma che, per la sua carità immensa, Maria si è costituita debitrice tanto ai peccatori quanto ai giusti; e a tutti apre le sue viscere di misericordia (Hom. V sup. Missus).
«Io ho coperto la terra come nebbia, dice di sé Maria, per bocca del Savio; ho posto il mio seggio in tutte le regioni del globo e mi sono seduta in mezzo a tutti i popoli» (Eccli. XXIV, 6, 9).
La Beata Vergine involge il mondo come una nebbia, perché: 1° ella copre con la sua misericordia e protezione l'uomo miserabile e nudo… 2° Siccome con le nebbie della primavera si alza un vento tiepida e soave che scioglie le nevi e prepara la terra alla vegetazione, così al comparire di Maria, si scioglie il ghiaccio accumulato dal demonio sul cuore del peccatore, vi nasce il pentimento, vi germogliano i buoni desideri, vi maturano i frutti delle virtù.
«Io ho disteso i miei rami, dice ancora Maria nell'Ecclesiastico, e i rami miei sono rami di grazia» (Eccli. XXIV, 22). Questi rami sono le braccia misericordiose di Maria distese ad invitare e ad accogliere i peccatori. Si legge nell'Esodo che il Signore guardò dalla colonna di fuoco e di nube che precedeva gli Ebrei nel deserto, l'esercito egiziano e lo mise in rotta, rovesciò i carri e ogni cosa seppellì nelle onde (Exod. XIV, 24, 25, 27). Ora chi è per il popolo cristiano la colonna di fuoco e dì nube? «La nostra colonna di nube, risponde S. Bonaventura, è Maria; perché come nuvola benefica ci protegge dai cocenti raggi della giustizia divina e dall'ardore delle passioni (Specul.)».
«Io mi sono fatto tutto a tutti, per salvare tutti» (I Cor IX, 22). Queste belle parole che una carità immensa traeva di bocca all'Apostolo delle genti, quanto suonano più efficaci ancora sul labbro di Maria! Essa, rifugio dei peccatori, consolazione degli afflitti, aiuto dei cristiani, salute dei malati, come la chiamano le litanie lauretane, apre a tutti gli uomini il suo cuore misericordioso, affinché tutti provino gli effetti della sua bontà. Per lei lo schiavo vede spezzate le sue catene; l'infermo ricupera la guarigione; l'afflitto trova consolazione; il peccatore ottiene riconciliazione. Gesù Cristo va a lei debitore della sua sostanza corporale; gli angeli e gli uomini, il cielo e la terra hanno tutti ricevuto qualche cosa da Maria: dov'è chi abbia potuto sottrarsi alla bontà ed alla carità di Maria? Nessuno si schermisce del calore del sole, nessuno sfugge al tenero amore di Maria (Psalm. XVIII, 7). Dall'alto della croce, Gesù allarga amorosamente le braccia e si stringe al petto il mondo; anche Maria stende le sue braccia e stringe con misericordiosa bontà al suo materno seno, tutti coloro che non la fuggono a bello studio.
Chi è colui che, parlando di questa ammirabile madre, non possa applicarle quelle espressioni della Sapienza: «Ogni bene mi venne insieme con essa, e ricchezze immense ricevetti dalle sue mani… Poiché Essa è per gli uomini una miniera di tesori inesauribile della quale chi si è profittato, è divenuto amico di Dio» (VII, 11, 14).
Si legge di Giuseppe, che aperse i granai pieni di frumento e che da tutte le contrade la gente accorreva a comprare di che sfamarsi e mitigare gli orrori della carestia (Gen. XLI, 56-57). Maria si diporta come il figliuolo di Giacobbe; anzi infinitamente meglio di lui; perché non ad alcuni popoli e in qualche tempo, ma a tutto il mondo e a tutti i tempi si estendono le sue cure; non vende, come Giuseppe, ma dà e copiosamente; non mitiga solamente la penuria, ma la toglie affatto e sazia tutti quelli che a lei si presentano affamati.
Si racconta pure nella sacra Scrittura, che Assuero, per riguardo di Ester, sua sposa, diede riposo a tutte le sue province, e fece loro liberalità veramente regali (Esth. II, 18). Bella, ma pallida immagine di quello che fa Dio agli uomini, per rispetto di Maria; non vi è desiderio che non appaghi, non domanda che non esaudisca se gli viene presentata in nome della Vergine Maria… Che inestimabile fortuna non è questa per gli uomini, casi poveri, casi deboli, così fragili, di avere in Maria un così saldo appoggio e un tanto grande tesoro!…
Servendoci adunque delle parole d'Isaia e applicandole alla Santa Vergine, diremo: «Venite, o voi tutti che languite di sete, venite alla sorgente delle acque vive; affrettatevi voi che non avete danaro, comprate e mangiate; venite, non v'è bisogno né di moneta né di altro; procuratevi il vino e il latte» (Isai. LV, 1). Volete voi Gesù Cristo? dove trovarlo più sicuramente che tra le braccia di sua madre? Desiderate la grazia? La Chiesa vi dice che Maria è la madre della divina grazia: – Mater divinae gratiae; – è il canale per cui vengono da Dio a noi tutte le grazie. Aspirate alla salvezza, al cielo? Ne avete in Maria e per Maria il pegno e la sicurezza.

Vedi anche n. 7, 22, 43.

36. GRANDEZZA DI MARIA. – Quale sarà la grandezza di colei di cui S. Bonaventura dice che non potrebbe nemmeno Dio creare cosa più grande? Potrebbe Iddio, scrive questo dottore, fare un mondo più ampio; potrebbe formare un cielo più vasto; ma non potrebbe fare una madre più grande della madre di Dio (Specul.). Maria è così grande, che contiene in sé colui che né cielo né mondo possono contenere. «Essa è più grande che il cielo, dice S. Bonaventura, più grande che il mondo. Ma se così ampio è il suo seno, che vi racchiude un Dio, quale sarà la grandezza dell'anima sua? (Specul.)». «O Vergine benedetta sopra tutte le donne, esclama S. Anselmo, voi superate in purità gli angeli, in pietà i santi (De Laud. B. Virg.)».
«La vostra magnificenza, o Signore, supera i cieli» (Psalm. VIII, 2), disse il Salmista; e le sue parole S. Bernardino da Siena applica a Maria, dicendo che è lei questa magnificenza di Dio. – Infatti nella grandezza di Maria e perfino nella sua divozione, nei suoi ringraziamenti, nell'uso insomma da lei fatto di tutti i beni divini, Dio fu più onorato di quello che mai lo fosse da tutte le creature del cielo e della terra insieme unite. perciò si dice che Maria è innalzata al di sopra del cielo, cioè al di sopra di tutti i cori angelici (De B. Virg.).
Non c'è da stupire se Maria nel suo sublime cantico esclama: Colui il quale è onnipotente ha fatto in me sublimi cose (Luc. I, 49), perché la grandezza di Maria supera tutte le grandezze create, come l'oro vale più del ferro, il cielo dista dalla terra, la luce del sole vince ogni altra luce. In confronto alla grandezza di Maria, tutte le altre grandezze create impiccioliscono e scompaiono come la luce degli astri e gli astri medesimi al levare del sole. « O Maria, esclama S. Agostino, se vi chiamo cielo, voi siete più alta; se vi chiamo madre dei popoli, dico troppo poco (Serm. XXV de Sanct.)». Infatti, come si può convenientemente indicare la grandezza di colei alla quale stava soggetto l'Uomo Dio? (Luc. II, 51). Diciamo pure con S. Bernardo, che è questa una grandezza che non ha pari (Serm. XXV de Sanct.). Maria ha ricevuto che ornarono tutti i tutte le qualità, le grazie, le virtù, le perfezioni santi insieme; essa le ha riunite in sé come l'oceano raccoglie in sé tutte le acque che bagnano la terra. Non solo ella ha ricevuto tutta la grandezza, ma ancora tutta la gloria di quanti sono beati in cielo. «La mia dimora, può dire, è nella pienezza dei santi» (Eccli. XXIV, 16). S. Bonaventura, spiegando queste parole dice che la Beata Vergine non solamente abita nella pienezza dei santi, ma tiene i santi nella sua pienezza, affinché non scemi la loro; essa possiede tutte le virtù, affinché non fuggano dagli altri; essa contiene tutti i meriti, affinché non si perdano; arresta i demoni affinché non nocciano; trattiene suo Figlio, affinché risparmi i peccatori (Spec. B. V. c. VIII). San Bernardino da Siena dice che Maria posò le fondamenta della sua santità e grandezza su la vetta della grandezza degli angeli e dei beati (Serm. XI, art. 3, c. 1).
Gli uomini grandi dell'antica legge, come Enoch, Noè, Abramo, Isacco, Giuseppe, Mosè, Aronne, Giosuè, Samuele, David, Salomone, Gedeone, Sansone, Elia, Isaia, Geremia, Daniele, ecc., furono figure della grandezza di Gesù Cristo. Tutte le donne celebri dell'antico Testamento, come Sara, Debora, Giaele, Susanna, Giuditta, Ester, ecc., furono simboli della grandezza di Maria. Di Giuditta, per esempio, si dice che era dappertutto nominatissima (IUDITH VIII, 8). Oloferne medesimo le predisse che ella sarebbe grande, e che il nome di lei sarebbe stato celebre in tutto il mondo (Ib. XI, 21). Affollandosi intorno a lei il popolo di Betulia, l'acclama: «Gloria di Gerusalemme, gioia d'Israele, decoro della nazione» (Ib. XV, 10). O come infinitamente meglio tutti questi titoli convengono a Maria! Ella è al di sopra di tutto e di tutti; solo Iddio le è superiore. Basti dire che per fare il mondo, Dio non adoperò che una parola per fare Maria, impiega la forza del suo braccio: – Fecit potentiam in brachio suo.

37. POTENZA DI MARIA. – S. Bernardo (Serm. in Cant.) per indicare la potenza di Maria, dice che Iddio ha posto in lei il sole e la luna, cioè Cristo e la Chiesa, e che per mezzo di lei il cielo si popola di abitatori, l'inferno si vuota di dannati. (In questo senso, che ottenendo essa con la sua intercessione la conversione dei peccatori, li ritoglie in certo modo all'inferno a cui, finché rimangono peccatori, già appartengono ancorché viventi). In altro luogo così si esprime: «Niente è stato ristorato senza Maria, come niente è stato fatto senza Dio. Per le mani di Maria passò tutto quello che Dio volle che noi avessimo, ed è sua volontà che ogni suo dono ci venga da Maria (Serm. de B. Maria)». Ella esaudisce noi; Gesù Cristo esaudisce lei; il Padre esaudisce Gesù Cristo: ecco la scala dei peccatori, ecco la mia più ferma confidenza, ecco tutta la mia speranza! esclama il medesimo padre (Serm. de Aquaeductu).
Di Maria si dice nella Genesi: Ella schiaccerà il capo al serpente (Gen. III, 15); a lei dice il profeta Davide: «Tu hai spezzato la fronte al Leviatan, e ne hai gettato il cadavere in pastura ai popoli del deserto» (Psalm. LXXIII, 14). Maria è per la sua potenza la torre di Davide cinta di baluardi, dai quali pendono mille scudi, ed ogni armatura da guerra (Cant. IV, 4). Perciò la Chiesa la chiama – Turris davidica. – Essa cammina contro il demonio e l'inferno, come esercito schierato a battaglia (Cant. VI, 9). A questo proposito dice S. Bernardo: «Non tanto temono i nemici visibili un numeroso esercito che sta per venire alle mani, quanto i demoni il nome, il patrocinio, l'esempio di Maria. Dovunque essi trovano il ricordo frequente, l'invocazione di vota e l'imitazione fedele della Beata Vergine, subito si dileguano come cera al sole (Specul. c. IX)».
Di lei si può dire, come della Sapienza, che «essendo una (perché essa sola è madre di Dio) può tutto, tutto rinnova e si unisce e s'immedesima con le anime fedeli che sono su la terra; essa forma i profeti e gli amici di Dio» (Sap. VII, 27).
«Tu avrai il primo luogo in casa mia, disse Faraone a Giuseppe, e tutto il popolo dipenderà dai tuoi cenni. Io ti costituisco signore di tutta la terra d'Egitto, non riserbo a me altra prerogativa se non quella di sedere sul trono… E gli pose nome Salvatore del mondo… Poi quando, sopravvenuta la carestia, il popolo si volse a Faraone chiedendo pane, questi rispose: Andate a Giuseppe e fate quello che vi dirà» (Gen. XLI, 40, 41, 45, 55). Questa è appunto la condizione di Maria presso Dio e presso gli uomini; Signora del cielo, essa è potentissima su la terra; Dio a lei rimise lo scettro del comando, a sé non riserbando che la maestà del trono. O mortali! andate a Maria e fate tutto quello ch'essa v'ispirerà e non avrete più a soffrire penuria, perché essa vi aprirà i tesori del cielo e della terra (Ib. 56).
«Fu spenta la schiatta dei potenti in Israele, fino al giorno in cui sorse Debora, fino al tempo in cui si levò una madre in Israele» (Iudic. V, 7). Bella profezia e simbolo di Maria! Per quaranta secoli, nell'universo la debolezza regnava in luogo della forza, la viltà invece del coraggio, la pigrizia invece del fervore. Compare Maria, la madre di tutti gli uomini, e la schiatta umana ricupera energia, attività, vigore. I demoni sono legati, l'inferno è chiuso, i vizi sono prostrati; la grazia sovrabbonda dove prima abbondava il peccato; il cielo si riapre; tutto era perduto, e tutto è salvo!…
Quando Bersabea, madre di Salomone, gli si presentò per parlargli, il re si levò in piedi, le andò incontro e inchinatola sedette in trono e fatta sedere anche lei alla sua destra, le disse: – Dimandate quello che volete, o madre mia, perché non posso lasciarvi partire da me con volto corrucciato (III Reg. II, 19-20). Ecco la figura della potenza che ha Maria su l'adorabile suo figlio, il re dei re. Si legge ancora che Salomone diede alla regina di Saba tutto quello che gli domandò (Ib. X, 13). Ben più largo e generoso, perché infinitamente più potente di Salomone, si mostra Dio con Maria nel concedere.
Ritornata Giuditta in Betulla, dagli accampamenti degli Assiri, con in mano la testa recisa di Oloferne, disse al popolo che l'applaudiva: – Il Signore ha compito, per mezzo di me sua serva, la misericordia da lui promessa ad Israele, uccidendo per mia mano il nemico del suo popolo. Ecco la testa di Oloferne, morto per mano di una donna. Il Signore non ha permesso ch'io fossi menomamente contaminata, e mi ha a voi ricondotta senza macchia e tutta lieta della sua vittoria, della mia salute e della vostra liberazione. Confessate dunque il Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia. – E il popolo l'applaudiva e l'acclamava, per bocca del suo capo Ozia, benedetta dal Signore fra tutte le donne della terra; e l'assicurava che il nome di lei sarebbe stato celebre nei secoli e benedetto da tutti coloro che avrebbero ricordato le opere della potenza del Signore (IUDITH. XIII, 16-25). Il racconto dei prodigiosi fatti di Giuditta, era una profezia della parte che Maria doveva prendere, nell'opera della redenzione. Assai più di Giuditta, ella può dire: «L'Onnipotente ha tolto di senno il nemico, l'ha consegnato in mano di una donna, ed essa l'ha ucciso» (Ib. XVI, 7). Infatti Maria calpestò l'antico serpente e tutti i giorni mette in fuga le schiere dei nemici. «Maria, dice S. Pier Damiani, è la verga onnipotente che arresta l'impeto dei nostri avversari, i demoni; è la verga di Aronne che opera prodigi (De B. Virg.)».
Quando Assuero si vide presentare la regina Ester, se ne compiacque e stendendo verso di lei lo scettro d'oro, le disse: – Che cosa vuoi, regina Ester? Sono disposto a darti qualunque cosa, anche la metà del mio regno… – Lo stesso fa il re del cielo con Maria, signora dell'universo… Maria è la sua compiacenza; con lei divide il regno e non può rifiutarle nulla. Maria è la più potente delle creature, e Dio ce l'ha data affinché otteniamo per mezzo di lei, tutto ciò che ci bisogna. Ella dispone di tutte le grazie, perché Gesù Cristo l'ha fatta sua dispensiera; e nelle sue mani sono le chiavi della clemenza divina… Ma quale favore domandò mai Ester? – Se ho trovato grazia presso di te, o sire, ella rispose, e se così a te piace, concedimi la mia vita per la quale ti prego, e la vita del mio popolo per la quale ti scongiuro. Poiché si è stabilito di infamarci, di ucciderci e di sterminarci (ESTHER. V, 2-8). Anche Maria si diporta così: Ester ottiene la salvezza di Mardocheo condannato da Aman al patibolo: scampa il suo popolo dal pericolo che lo minaccia… Più superbo e più crudele di Aman, il demonio ha determinato di calpestarci, di ucciderci, di sterminarci; ma la Vergine Santissima con la sua potenza ne rende vani gli sforzi, ne sventa le trame e disperde i crudeli disegni.
«Tutte le creature, dice S. Bernardino da Siena, che servono divote la Trinità, servono anche la Vergine Maria. Infatti tutte le creature, qualunque grado occupino nella creazione, o angeli, o uomini, o elementi del cielo, o eletti, o dannati, tutte sono soggette all'impero di Dio e per ciò dipendenti dalla potenza della Beata Vergine (De Laud. Virg.)». S. Bonaventura dice: «Tutti gli angeli e gli arcangeli, i troni e le potestà a voi servono fedelmente, o Maria; tutte le potenze e le virtù dei cieli, tutte le dominazioni a voi obbediscono; tutti i cori dei cherubini e dei serafini a voi assistono corteggiandovi e servendovi; tutti gli angeli cantano a gara: Santa, santa, santa è la madre di Dio, vergine e madre» (Specul.).
Nessuno, disse la Vergine Santissima a S. Brigida, per quanto nemico di Dio, se non è già assolutamente maledetto, invocherà la mia protezione, senza che ritorni a Dio e ottenga misericordia (Revelat. lib. VI, c. 10). Iddio stesso rivelò questa potenza di Maria a S. Caterina da Siena, assicurandola che la sua bontà ha concesso alla gloriosa madre del suo Unigenito, in riguardo dell'incarnazione del Verbo in lei, che qualunque peccatore la invochi con pio affetto, non possa essere ingannato e sedotto dallo spirito. infernale: perché egli l'ha scelta e collocata come dolce esca per prendere gli uomini e principalmente le anime dei peccatori (In Vita).
S. Bernardo, spiegando quelle parole dell'Apocalisse: «Un grande prodigio apparve in cielo» (XII, 1), scrive che il peccatore, conscio della propria indegnità, può temere che gli avvenga come alla cera in faccia al fuoco che l'annienta, se osi avvicinarsi a Dio che è fuoco ardente; ma che cosa potrà temere, se si avvicina a Maria? In lei non vi è nulla di terribile, niente di severo: essa è tutta dolcezza, e a tutti offre il latte e la lana; tutto in lei spira grazia, benignità e tenerezza; le sue mani versano il perdono e la misericordia.
Di più: se tanto potere ebbe Maria in terra, che sempre fu esaudita da suo Figlio, che cosa non otterrà in cielo?

38. BELLEZZA DI MARIA. – «Il re s'invaghirà della tua bellezza, disse di Maria il profeta David, mostrati dunque nel tuo splendore e nella tua vaghezza, procedi di trionfo in trionfo e regna» (Psalm. XLIV, 11, 4). Alla vista dell'incomparabile bellezza di Maria, il cielo la invita a prendere lo scettro che le ha preparato… Veramente ineffabile e unica è la bellezza di Maria, se attira lo sguardo del Re dei re!… In Maria vi sono tutte le bellezze, quella della nascita, del sangue, del corpo, dello spirito, del cuore e principalmente quella della grazia e della, virtù… Così splendida è questa bellezza, che ha spinto Dio Padre a sceglierla per Figlia; Dio Figlio a scegliersela per madre. Dio Spirito Santo a scegliersela per isposa.
«Io sono nera, ma bella», diceva di sé la Sposa dei Cantici (Cant. I, 4). Anche queste parole convengono a Maria; infatti: 1° essa è nera non in se stessa, ma in Adamo suo padre; è nera perché discendente da un peccatore, ma è bella a un tempo per l'immacolata sua concezione che l'ha preservata dalla colpa originale e per la pienezza di tutte le grazie che Dio ha messo in lei… 2° Ella fu prima nera agli occhi di Giuseppe che, vedendola incinta, e ignorando il mistero dell'incarnazione del Verbo, pensò di abbandonarla; ma in realtà… essa era bella, perché aveva concepito di Spirito Santo e conservato la sua verginità… 3° Ella fu nera perché la sua profonda umiltà la rese esteriormente simile alle altre madri che dando alla luce i figli secondo le leggi della natura umana, erano macchiate ed obbligate a purificarsi dopo quaranta giorni. Umile ed obbediente, Maria andò al tempio e si assoggettò alle cerimonie della purificazione… 4° Ella: apparve vile; spregevole, e quindi nera al Giudei e agli infedeli; ma bellissima compare agli occhi dei fedeli, della Chiesa, degli angeli e specialmente di Dio che tutto vede, tutto conosce, tutto. apprezza… 5° Maria fu nera al tempo della passione, perché era madre dei dolori; ma divenne bella nella risurrezione di Gesù Cristo e bellissima nel trionfo della sua Assunzione..
Iddio medesimo dice a Maria: «Tu sei bella, o mia diletta; sì, tu sei bella, e i tuoi occhi sono occhi di colomba» (Cant. I, 14). Maria è detta due volte bella, perché è tale e dentro e fuori… È doppiamente bella anche sotto un altro aspetto, cioè: 1° in terra per la virtù e la grazia…; 2° in cielo per la gloria. Come se non potesse cessare di ammirare la bellezza di Maria, il Signore le ripete di nuovo: «O quanto sei bella, diletta mia, quanto sei bella!» (Ib. IV, 1). «Tu sei tutta bella, e non vi è nessuna macchia in te» (Ib. 7). «Tu sei bella e spiri soavità e grazia» (Id. VI, 3).
Alla naturale bellezza di Giuditta, Iddio aggiunse un tale splendore, ch'ella apparve agli occhi di tutti un prodigio di avvenenza e di grazia; quando i seniori e il popolo di Betulia la videro, ne rimasero meravigliati; negli alloggiamenti poi degli Assiri, tanto fu lo stupore tra i soldati al comparire di quella donna, che non sapevano toglierle gli sguardi di dosso. Oloferne medesimo appena la vide né rimase vinto e soggiogato (IUDITH. X, 4, 7, 14, 17). Nella bellezza di Giuditta noi abbiamo, un'immagine della bellezza di Maria… Giuditta era bella agli occhi degli uomini, Maria agli occhi di Dio il quale ne fu talmente rapito, che scelse questa vergine senza macchia per incarnarsi in essa… Giuditta fu l'ornamento della sua nazione; Maria è l'ornamento del cielo e della terra.
Anche Ester era bellissima, elegantissima di forme, amabile e graziosa di tratto (ESTH. II, 7, 15). Di maniera che si guadagnò, tanto il favore di Assuero, che questi l'amò più di tutte le altre donne, le pose in capo il diadema e la fece regina (Ib. 17). Ester è un'altra figura di Maria la cui bellezza piace più a Dio che quella di tutti gli angeli e di tutti i santi insieme. «Bella e graziosa è in tutti i suoi portamenti», dicono, i Proverbi (Prov. III, 17).
Quale creatura si può trovare più dolce, più bella, più meravigliosa della madre di Dio? Essa è un mondo di bellezza; rapisce in estasi di meraviglia il creatore e le creature, gli uomini e gli angeli i quali al primo vederla esclamarono estatici: «Chi è costei che si avanza come aurora nascente, bella come la luna, sfolgorante come il sole?» (Cant. VI, 9). Che meraviglia? Dio ha messo in Maria sola, dice S. Bernardo, tutte le bellezze dell'universo (Serm. IV de Assumpt.). Si, in Maria si trova raccolto e accumulato quasi all'infinito tutto ciò che vi è di bello negli angeli e nei più perfetti degli uomini. Maria è l'onore del genere umano, l'ornamento della Chiesa, lo splendore dei secoli. La sua bellezza si riflette sui santi, su gli angeli, su Dio medesimo.
«O mirabile unione, esclama Ugo da S. Vittore, la bellezza increata si unisce a colei che è tutta bellezza. Io sono tutto bellezza, le dice il suo Dio, e anche voi siete tutta bellezza, o vergine ammirabile; io per natura e voi per grazia. Io sono tutto bellezza, perché tutto ciò che è bello, si trova in me; voi siete tutta bellezza, perché in voi non si trova nulla di ciò che insozza. Voi siete bella di corpo e di anima. L'integrità della verginità vi rende bella di corpo; la virtù dell'umiltà vi conferisce la bellezza dell'anima. Voi siete dunque tutta bella, bianca di corpo più che neve e di anima immacolata. Nessun'altra che voi conveniva a Dio e nessun altro che Dio era degno di voi. O vergine degna di colui che è la dignità per essenza, bella in faccia alla beltà infinita, immacolata dinanzi a Colui che non conosce corruzione, grande dinanzi all'Altissimo e madre di Dio, sposa del Re eterno! (Serm. II de Assumpt.)».

39. FELICITÀ DI MARIA. – «La mia colomba è unica; ella è perfetta, disse il Signore, alludendo a Maria, nel Cantico dei Cantici; la videro le figlie di Sion e la proclamarono felice; le regine l'acclamarono» (VI, 8). E che cosa dissero le creature acclamandola? esclamarono: «Chi è mai costei che viene dal deserto tutta felice, appoggiata al suo diletto? (Cant. VIII, 5).
Maria 1° è stata predestinata da tutta l'eternità ad essere la più perfetta delle creature…; 2° è stata prescelta ad essere la madre di Dio…; 3° è stata preeletta alla più sublime gloria…; 4° è stata preservata dalla colpa originale e rimase senza macchia nella sua concezione…; 5 è stata ricolma di grazie…; 6° ha corrisposto a tutte le grazie…; 7° è sempre rimasta vergine…; 8° fu vergine e madre…; 9° ricevette tutti i doni e i frutti dello Spirito Santo, in tutta l'abbondanza di cui sia capace una creatura non ad altri inferiore che a Dio…; 10° fu trionfalmente assunta in cielo, in corpo ed anima…; 11° cinge la corona di regina del cielo e della terra… Dove si possono trovare argomenti e fonti di contentezza, di felicità, di beatitudine, più potenti di questi?… Con ragione dunque, comprendendo la sua felicità, Maria predisse che «tutte le generazioni l'avrebbero chiamata beata» (Luc. I, 48).

40. MARIA È REGINA. – «La regina vostra sposa, disse a Dio il Salmista, siede alla vostra destra, in veste d'oro e vagamente adorna» (Psalm. XLIV, 9)… Questa regina è Maria la quale per la sua maternità divina diventò regina del cielo e della terra, degli angeli e degli uomini. Tutti i cristiani la riconoscono come loro regina, a lei stanno soggetti e si considerano come suoi servi, anzi desiderano e si stimano fortunati di èssere tali.
La dignità di regina è superiore a ogni altra dignità ed è uguale alla dignità di re. La Beata Vergine Maria essendo regina del cielo e della terra, per questa sua incomparabile condizione è di gran lunga superiore a tutte le dignità che possono avere uomini e angeli i quali tutti sono suoi sudditi.
Maria supera in grazia, merito, dignità, non solamente ciascun uomo e angelo in particolare, ma tutti gli uomini e angeli presi insieme; e se si mettessero, dicono i dottori della Chiesa, sopra una bilancia da una parte tutti i meriti, tutte le grazie, tutti gli onori, tutta la gloria degli angeli e degli uomini, e dall'altra le grazie, i meriti, le dignità e la gloria di Maria, la bilancia traboccherebbe dal lato di quest'unica, impareggiabile regina. Perciò Maria è più cara a Dio, più preziosa ai suoi occhi, e più amata da lui, che non tutti gli angeli e gli uomini insieme; hanno maggior peso presso Dio le preghiere di Maria, che non le suppliche di tutti gli angeli e i santi uniti insieme. Ella è più degna di loro, di essere esaudita, poiché la sua dignità di madre gliene assicura il diritto e in tale qualità ella si avvicina a Dio, come madre al figlio. Una madre qualunque è superiore ai servi, alle serve ed ai figli medesimi, ai quali comanda con autorità, come padrona di casa. Così la Beata Vergine fu posta da Gesù Cristo, di cui è Madre, a capo della Chiesa, sua famiglia; dunque ella supera in dignità tutti i suoi figli, tutti i fedeli… « Perché, domanda S. Ireneo, il mistero dell'incarnazione del Verbo non si è adempito senza il consenso di Maria? Perché Dio ha voluto ch'essa sia il principio di ogni bene (De B. Virg.)».
Maria, tenendo il primo seggio, dopo Dio, in cielo, essendo regina in eterno, gode un potere uguale al suo titolo; ella può ciò che vuole; quindi noi tutto abbiamo, tutto troviamo in Maria. Essa vuole la nostra felicità, la nostra salvezza; conformiamo la nostra volontà alla sua.