I TESORI DI CORNELIO A LAPIDE: Lettura


1. E’ necessario leggere buoni libri.

2. Vantaggi delle buone letture.

3. Mezzi per leggere con frutto.

4. Che cosa deve fare chi non sa
leggere.

5. Pericoli delle cattive letture.


1. È
NECESSARIO LEGGERE BUONI LIBRI. – «Applicati alla lettura»
, Attende lectioni
scriveva S. Paolo a Timoteo (I,
IV, 13). Su queste parole di Crisostomo avverte che nessuno può
giungere alla salute, se non si occupa in buone letture. Questo,
dice, non è solamente necessario ai monaci e ai religiosi, ma
anche ai laici e ai coniugati, anzi le persone che vivono nel secolo
hanno un obbligo più stretto di attendere a buone letture,
perché sono esposte a maggiori distrazioni, tentazioni e
pericoli… Presagio infallibile di deperimento del corpo si suole
considerare la nausea continua di ogni cibo; ora lo stesso avviene
per riguardo dell’anima. Non vi è cosa che accenni più
sicuramente la vicina sua perdita, quanto la continua svogliatezza,
il disgusto per i libri di pietà o di religione. Che cosa
infatti si può sperare da un uomo il quale si taglia
volontariamente la strada alla salute o mette se medesimo
nell’impossibilità di arrivarvi? Ora tale è colui che
non cerca di reggersi con buone letture o almeno con pie riflessioni
(In Catena). Dice S.
Agostino: «Chi ama di stare sempre con Dio, deve spesso leggere
e pregare (Quaest.
CXX)».
L’obbligo di fare buone letture è
generale… Le persone del mondo, stordite dai tumulti del secolo,
distratte continuamente dagli affari temporali, sono aperte da ogni
parte alla seduzione. Ora come mai, in mezzo al turbine che le
trascina, si preserveranno dallo snervamento interiore che produce la
dissipazione, inseparabile dal commercio degli uomini ? Come
resisteranno al torrente, come manterranno il fervore necessario ad
ogni cristiano, se non richiamano spesso l’anima loro verso Dio, se
non ne purificano e ne nutriscono gli affetti con la lettura di buoni
libri? Il lavoratore, l’operaio sospende di quando in quando i
faticosi suoi lavori, per ristorare le sue forze; perché non
cercherà l uomo di mondo di ricuperare il vigore dell’anima
che si accascia e insensibilmente svanisce in mezzo alle agitazioni
del secolo? Ma fra tutti i mezzi per raggiungere questo scopo non ve
n’è altro più efficace che le buone e pie letture.

2. VANTAGGI DELLE
BUONE LETTURE. – «Là dove si conservano i libri dettati
dallo Spirito Santo, scrive il Crisostomo, la potenza del demonio non
fa presa, anzi molta consolazione ne viene agli abitanti; perché
il solo aspetto dei Libri divini ci distoglie dal peccato e quando
abbiamo perseverato nella santità, serve a rassodarci e
confermarci nella medesima. Se poi vi si aggiunge la lettura, l’anima
n’è mondata e diventa migliore, come se si fosse occupata
delle cose divine nel recinto del santuario; Dio infatti conversa con
lei per mezzo delle sante Scritture. Il leggerle è una difesa
potente contro il peccato; il voler ignorare quello che contengono, è
un esporsi a gravissimo rischio, è un correre verso un
profondo abisso. Siccome pungono la coscienza, di non poca utilità
riescono alle anime così punzecchiate e stimolate (Hom.
II, in Verbo Isai.
)».
Le pie letture alimentano in noi la fede, la
speranza, l’amore, l’umiltà, la dolcezza, la purità, la
pazienza, la giustizia, la mortificazione, lo zelo, ecc., ci aprono
insomma, come dice il citato Crisostomo, le porte del cielo (Conc.
III, de Lazaro
) e ci fanno stare alla presenza di Dio, perché,
come osserva S. Agostino, se con la preghiera noi parliamo a Dio, con
la lettura Dio parla a noi (Serm. CXII,
de Temp.
).
I buoni libri sono come un
arsenale dove si trova tutto ciò che occorre per innalzare
l’edificio della salute… Sono una farmacia fornita di rimedi contro
ogni genere di mali… Sono un giardino in cui fioriscono piante di
ogni virtù, a modello e imitazione di qualsivoglia stato…
Ora tutti sanno quanta è la forza dell’esempio. L’orgoglio
ricalcitra contro l’austerità della regola; l’esempio
nasconde, per così dire quest’austerità, e siccome
opera senza rumore, l’aiutiamo noi medesimi ad ingannare il
nostro amor proprio. Le passioni, non vedendo i comandi di un
padrone, ma i fatti di persone che ad esse medesime erano soggette,
se non si danno per vinte, oppongono almeno poca resistenza e il
diletto concorre a compiere un’opera da cui si prevedono buoni
effetti. D’altronde negli esempi la virtù non si mostra
accigliata, dura e severa come appare nei discorsi e nei precetti, ma
vivente, animata, graziosa, tanto più guadagna, quanto più
le sue grazie toccano il cuore. Finalmente, l’esempio previene i
pretesti, toglie le difficoltà, riduce al silenzio le voci
della nostra delicatezza… Ora quanti e belli e sublimi e imitabili
esempi non si trovano leggendo buoni libri e particolarmente le vite
dei santi!…
Le frequenti letture di buoni libri illuminano
la mente, accendono il cuore di zelo e di carità,
arricchiscono la memoria di pie sentenze e di commoventi tratti…
Portano la volontà all’imitazione dei santi e alla pratica
della virtù.. L’attendervi è il miglior impiego
che si possa fare del tempo.. I buoni libri sono eccellenti compagni
che abbreviano le ore, suggeriscono consigli, avvisi, regole di
saviezza, di pietà, di costumatezza, per tutte le età,
per tutti gli stati, per ogni condizione sociale… Le sante letture
popolarono i deserti, decisero delle vocazioni, inviarono in lontane
e sconosciute regioni eserciti di missionari e legioni di coraggiose
vergini, per salvare anime ed acquistare la palma o per lo meno il
merito del martirio.
 
3. MEZZI PER LEGGERE CON FRUTTO. –
La meditazione, la preghiera ed una vita regolata sono le chiavi che
aprono l’intelligenza e i tesori della sacra Scrittura e di ogni
Libro buono… La lettura non serve a nulla se non mira che ad
appagare una vana curiosità. Portiamovi un sincero desiderio
di far progresso nella virtù; non incominciamola mai senza
prima avere implorato l’aiuto di colui che è l’autore della
grazia, guardiamo di applicare a noi quello che leggiamo, di trarne
profitto e di prendere salda risoluzione di praticare il bene…
Invano legge i più buoni libri chi non stabilisce di
conformare la sua condotta a quello che essi insegnano. La conoscenza
dei nostri doveri, disgiunta dalle opere, non servirebbe che a
renderei più colpevoli e fornirebbe a Dio materia di più
rigoroso giudizio sul conto nostro… Chiara e precisa è la
sapienza di S. Giacomo: «Chi ascolta la parola e non vi
obbedisce, somiglia un uomo il quale guarda il volto suo in uno
specchio, ma appena guardatosi se ne va e tosto dimentica la sua
figura. Ma colui che mira in fondo alla legge perfetta di verità
e vi si conforma, non già ascoltando e dimenticando, ma
compiendo l’opera comandata, questi sarà beato nel suo fare»
(IACOB. I, 23-25).

4. CHE COSA DEVE FARE
CHI NON SA LEGGERE. – S. Antonio, interrogato come potesse vivere nel
deserto senza libri, rispose: Il mio libro è la creazione; in
esso io trovo tutto ciò che voglio leggere intorno a Dio (Vit.
Patr
.). Il firmamento, il sole, la luna, le
stelle, il mare, la terra, gli alberi, l’erba, i fiori, i
frutti, gli uccelli, gli insetti, gli animali domestici, le belve
delle foreste sono un libro istruttivo e preziosissimo, sempre
aperto, in cui tutti gli uomini possono trovare e leggere di che
conoscere, amare, servire Dio e giungere alla salvezza col soccorso
della grazia…
Un altro libro non
meno pubblico ed istruttivo, ma più prezioso, da cui possiamo
ricavare la più sublime scienza e ricchissimi tesori, è
la croce di Gesù Cristo. Tutti possono studiarlo ed è
più ampio del cielo e della terra. Gesù Cristo l’ha
scritto a caratteri intelligibili a tutti, non già con penna e
con inchiostro, ma con i chiodi che gli trapassarono le mani e i
piedi, col sangue che sgorgò dalle sue vene. Non è un
libro sigillato, nascosto e che chiuda dottrine incomprensibili, ma
aperto, pubblico, con insegnamenti adattati ad ogni genere di
persone. S. Tommaso d’Aquino e S. Bonaventura protestano che il
meglio della loro scienza rappresero al piedi del Crocifisso, anzi
che nei libri (In Vita).
Coloro che non sanno o non possono
leggere ascoltino, preghino coloro con i quali vivono che facciano
loro l’elemosina di una pia lettura. Tutte le case dei cristiani
dovrebbero essere provviste di una piccola biblioteca di buoni libri,
come per esempio, la Bibbia, l’Imitazione di Gesù
Cristo, la raccolta delle vite dei santi, il Rodriguez, ecc.
 
5. PERICOLI DELLE CATTIVE LETTURE.
– Quanto è necessaria ed utile la lettura dei buoni libri,
altrettanto pericolosa e nociva è la lettura degli scritti
cattivi, siano essi contro la fede o contro i costumi. Non dobbiamo
perciò stupire se la vediamo rigorosamente proibita da Dio,
dalla Chiesa, da tutti i maestri di spirito, dai pastori, dai
confessori, dal predicatori e dalla ragione medesima.
Attestano gli Atti
Apostolici
, che coloro i quali possedevano
libri cattivi, li portarono agli apostoli e li diedero pubblicamente
alle fiamme (Act.
XIX, 19). Bruciarono quei libri che avevano acceso in essi il fuoco
della concupiscenza; li gettarono alle fiamme per non essere gettati
essi nell’inferno. I genitori devono vigilare sui loro figli, gli
insegnanti sui loro allievi e non mai permettere loro la lettura di
fogli, di opere, di opuscoli, di romanzi e di ogni altro qualunque
libro cattivo.
«La penna menzognera degli
scrittori ha operato la menzogna» (IEREM. VIII, 8). Come certi
animali che prendono il colore delle piante o delle foglie di cui si
cibano, l’uomo prende costumi e caratteri conformi alle letture che
fa; perciò i lettori assidui di opere frivole e romanzesche
divengono a poco a poco frivoli, leggeri, sbadati; i lettori di
scritti empi ed irreligiosi perdono la fede e la pietà; quelli
dei libri osceni divengono mostri di libidine.
I libri che insegnano la
corruzione, la menzogna, l’errore hanno per effetto di soffocare nel
cuore i sentimenti della virtù e di seminarvi i germi di molti
vizi che, abbarbicandosi e crescendo, ben presto lo invadono tutto e
lo isteriliscono. Quanto dobbiamo dunque camminare cauti ed attenti,
nella scelta delle nostre letture, per non incontrare la rovina
dell’anima nostra!… Poco mancò che la lettura dei
romanzi non traesse alla perdizione S. Teresa, nella sua gioventù,
com’ebbe a confessare ella medesima; ma se essa trovò,
per singolare grazia di Dio, ancora scampo, quante anime non vanno
miseramente perdute a popolare l’inferno per questa causa!
I Libri cattivi sono il veleno
della gioventù e delle donne; uccidono la moralità e la
virtù; sono la tomba dell’onore e di ogni nobile sentimento;
inaridiscono il germe di ogni bene, sviluppano il germoglio di tutte
le passioni, di tutti i vizi, di tutte le turpitudini; addio
innocenza, pudore, castità, onestà, prudenza, dal cuore
di coloro che una colpevole curiosità spinge il leggere libri
dettati da Satana a scrittori che ne sono gli schiavi.
Scritture di questo genere
riescono non meno nocive alla sana letteratura che al buon costume;
come volete infatti che gustino i sani e severi modelli, quei giovani
che vaneggiano dietro le fole dei romanzi e la cui immaginazione
esaltata dal racconto delle più strane avventure, li porta a
vivere fuori del mondo reale, tanto che non è raro il vedere
lettori di simili fiabe diventare più strani, bisbetici e
romantici che gli eroi delle loro letture?
Gli autori dei romanzi, eccetto
pochi, pare non abbiano altra mira se non quella d’innalzare le
passioni, di minare le basi del civile consorzio, di scavare le
fondamenta della sana morale, di snervare e corrompere le anime…
Mettiamo pure che tali libri non avessero il diletto di sostituire
incessantemente la menzogna alla verità, la frivolezza alla
gravità, la qual cosa non può, a lungo andare, non
indebolire il gusto naturale che Dio ci ha dato per il vero e per il
bello, non mancheranno pero mai di riempire la mente di fatti
straordinari ed improbabili, d’idee vane e pazze. Volesse il Cielo
che l’esperienza non ci assicurasse che non vi è al mondo cosa
più leggera e stordita di una testa esaltata dal l’acconto di
mille avventure galanti.

Le più robuste complessioni
non resistono contro il veleno di tali letture. Esse manomettono i
frutti di ogni più sana educazione, alterano l’innocenza
dei primi anni, tolgono l’amore al dovere. La fanciulla che prima era
modesta, riservata, spirante amabile pudore, dopo di aver letto
romanzi, non ha più traccia di quella modestia che è
così bella nella gioventù. La manìa del lusso e
dell’abbigliamento succede all’amore della semplicità e
della ritiratezza; si vuol fare come le altre, si cerca di farsi
osservare con strani abbigliamenti, si vuol piacere al mondo con le
maniere affettate; vi si pensa giorno e notte; si ha la temerità
di esporsi al rischio, si fa naufragio. Ecco gli amari frutti delle
letture insinuanti e perfide di cui i parenti sono talvolta i primi a
dare l’esempio ai loro figli e i maestri ai loro allievi. Che
meraviglia dunque se il più delle volte tutto il lavoro di
un’educazione costosissima finisce col gettare nella società
una turba di soggetti mediocri, quasi sempre corrotti e scandalosi,
increduli ed empi?…