I TESORI DI CORNELIO A LAPIDE: L’Odio.


1. L’odio è un delitto.
2. L’odio è prova di cuore gretto e cattivo.

3. L’odio acceca e rende infelice.
4. Danni dell’odio.
5. Bisogna rallegrarsi di essere odiato.


1. L’ODIO È UN DELITTO. –
«Chi odia suo fratello è un omicida», dice
l’Apostolo Giovanni (I IOANN. III, 15). Omicida non di fatto, ma di
affetto e di volontà, è omicida per la disposizione a
divenirlo, perché l’odio dispone all’omicidio… È
omicida del prossimo nel suo cuore, perché lo uccide col
discacciarnelo… È omicida di se stesso, perché si
uccide con la gravità del delitto di odio… In tre modi si
commette omicidio, col ferro, con la calunnia,. con l’odio… Chi
nutre odio nel suo cuore è un demonio, un anticristo, cioè
un avversario del Dio carità ed amore.
L’odio è una spada a due
tagli, ferisce colui che lo maneggia, cioè che cova odio, e
colui contro cui si adopera. Quale pazzia! si vuol uccidere un altro
e si uccide se stesso; s’impicca al patibolo quegli stesso che vi
voleva appendere altri: è la storia del crudele Aman…
S. Giovanni ci dice
chiaro che è impossibile amare Iddio e odiare il prossimo, e
non esita a chiamare bugiardo chi osasse affermare di amare Dio,
mentre porta odio al fratello (I IOANN., IV, 20). Ora chi non ama
Dio, è morto (Ibid.
III, 14), conchiude il medesimo Apostolo… Siccome l’odio è
peccato degno di morte innanzi a Dio, ne segue che è peccato
grave… L’odio è peccato opposto allo Spirito Santo che è
il Dio di amore; lo Spirito Santo non può dunque fare a meno
che abominare l’animo che nutre odio e vendetta.
 
2. L’ODIO È
PROVA DI CUORE GRETTO E CATTIVO. – «Non lasciatevi sopraffare
dal male, scriveva S. Paolo ai Romani, ma trionfate del male per
mezzo del bene» (Rom.
XII, 21). «Chi è buono solo in apparenza, ma cattivo
nell’interno, non vince il male col bene, dice S. Agostino; risparmia
nell’opera, ma incrudelisce nel cuore; ha la mano mite, ma la volontà
crudele (Sentent.
CCLII)», tale è chi odia.
«Vendicarsi non è
atto di forza, ma di debolezza e viltà, dice
S. Ambrogio; chi odia e
si vendica, non vince il nemico, ma ne è vinto (Serm.)».
Anche il pagano Aristotele, secondo Laerzio, disse: «Come uno
stomaco delicato non può digerire i cibi un po’ duri, così
è indizio di cuore pusillanime e vile il risentirsi e portare
mal animo per una parola un po’ più aspra (Ita
LAERTIUS
)».
Un cuore pieno di odio è
vile, e doppiamente vile! 1° perché tiene in sé
l’odio, cosa abbietta e abominevole…; 2° perché non può
trovarvi luogo per farvi entrare il perdono… O cuore ristretto e
sterile! Non dite che non si può perdonare; che è
grandezza di animo non dimenticare l’ingiuria; che il perdonare
recherebbe disonore; che sarebbe un farsi nome di vile…

3. L’ODIO ACCECA E
RENDE INFELICE. – L’uomo dominato dall’odio crede di punire il nemico
e punisce se medesimo. «Chi vi oltraggia, dice Tertulliano, lo
fa per mortificarvi e darvi fastidio; poiché il godimento, il
vantaggio di colui che oltraggia, sta nel dispiacere di colui che
viene oltraggiato. Quindi voi lo defraudate della sua speranza e lo
costringete a pentirsi di ciò che ha fatto, quando non vi
stizzite e non vi date nemmeno per intesi del suo odio. Il male
ch’egli a voi desidera, ricade sopra di lui; allora non solamente voi
ne restate illesi, ma potete ridervi del vedere lui colto al laccio
che aveva preparato per voi (De Patient.
c. VIII)».
Se invece vi lasciate trasportare
dall’odio, voi rendete felice il vostro nemico, perché ha
raggiunto il suo scopo, e rendete voi medesimi infelici, dando
ricetto ad un avvoltoio nelle vostre viscere. Ora, essere carnefice
di se medesimo per far piacere ad un nemico, non è questo il
più stupido e deplorevole accecamento?
Non c’è vizio che tanto sconvolga e
accechi la ragione, quanto l’odio e l’ira, e accecando rende
infelice la sua vittima, 1° perché è di natura sua
un veleno, un verme roditore…; 2° rende infelice per la
prosperità dell’avversario…; 3° tiene il pensiero
continuamente occupato di colui al quale non si vorrebbe mai
pensare… Si fugge e vi si pensa incessantemente…; 4°
l’odiatore è infelice per la ricerca dei mezzi con cui sfogare
il suo maltalento…; 5° è ancora infelice per la vista di
colui che detesta…; 6° l’odio non lascia riposare né
dormire tranquilli…; 7° si procura l’odio e la maledizione di
Dio e degli uomini.

4. DANNI DELL’ODIO. –
Caino lascia che gli penetri in cuore l’odio contro il fratello
Abele, e finisce con l’ucciderlo (Gen.
IV, 5, 8). A quale eccesso non trascinò mai i fratelli di
Giuseppe, l’odio che avevano concepito contro di lui! Prima
deliberano di ucciderlo, poi lo calano in una cisterna, finalmente lo
vendono come schiavo, e riempiono di disgusto e di ambascia la
vecchiaia del loro padre Giacobbe.
L’odio alimenta i litigi e le
risse, conduce alle percosse, allo spargimento di sangue, alle
rapine, e via dicendo… Chi nutre odio è nemico della sua
anima, oltraggia se medesimo…, attenta agli altri a sue proprie
spese…, vendicandosi del suo nemico, fa una ferita mortale a se
stesso.
L’odio, questo veleno
mortifero della vita umana, fa anzitutto provare la funesta sua
influenza nel cuore che l’ha concepito, poi vi spegne la carità,
ne scaccia la grazia. Di lui ha detto il Salmista: «Il maligno
ha concepito l’iniquità, concepì il dolore, e partorì
il delitto» (Psalm.
VII, 14). «Ha aperto un precipizio, l’ha scavato, ed è
caduto nella voragine da lui medesimo preparata. Con lui discenderà
la sua ingiustizia e la sua iniquità peserà sul suo
capo» (Ibid.
15-16).
Non è forse l’odio che
spinge i demoni a fare guerra continua e crudele agli uomini?.. Non è
l’odio che disunisce le famiglie e spesso le conduce alla rovina?..
non è l’odio che ordisce le rivoluzioni e spezza il legame
della pace e della società… Non fu l’odio contro Gesù
Cristo, che trascinò il popolo giudeo a crocifiggere il
Salvatore del mondo, a divenire deicida? e non è l’odio contro
il nome cristiano, che tiene questo popolo infelice nell’accecamento,
nell’ostinazione, nell’indurimento, e gl’impedisce di riconoscere
Gesù Cristo come vero Messia promesso, e la religione
cattolica per l’unica vera religione?.. L’odio genèra tutti i
disordini, i misfatti, i delitti… L’odio sarà l’eterna
eredità dei demoni e dei reprobi nell’inferno… Loro somma
disgrazia sarà il non poter più amare nulla.

5. BISOGNA
RALLEGRARSI DI ESSERE ODIATO. – «Non vi stupite, o fratelli,
diceva l’apostolo S. Giovanni, se il mondo vi odia» (I, III,
13); perché è parola del divin maestro che i suoi
seguaci sarebbero stati in odio a tutti, a cagione del suo nome
(MATTH. X, 22); né potrebbe essere diversamente, poiché
il mondo ebbe in odio, prima e più di ogni altro, Gesù
Cristo medesimo (IOANN. XV, 18). E questo è più che
naturale perché se il cristiano fosse del mondo e vivesse del
mondo, il mondo amerebbe quello che a lui appartiene; ma perché
esso non è del mondo, e fu tolto di mezzo al mondo dal
Salvatore Gesù Cristo, perciò il mondo lo odia (Ibid.
19). Ma ricordatevi, dice Gesù, «che beati sarete quando
il mondo e gli uomini vi malediranno e perseguiteranno, e diranno
falsamente ogni male contro di voi, per causa mia. Rallegratevi e
godete, perché grande ricompensa vi aspetta in cielo»
(MATTH. V, 11-12).