DIRITTI E DOVERI DELLA CHIESA (34)

…DIRITTI E DOVERI DELLA CHIESA E VERSO LA CHIESA. Obblighi della Chiesa di giustizia legale e distributiva. Doveri e diritti verso la Chiesa. I doveri di giustizia legale verso la Chiesa possono ridursi a tre: doveri di pietà, doveri di fedeltà ed obbedienza….

Trattato di Teologia morale


PARTE III


I DOVERI DELL’UOMO NEI SUOI RAPPORTI CON IL PROSSIMO



4. DIRITTI E DOVERI SOCIALI


III.   DIRITTI E DOVERI DELLA CHIESA E VERSO LA CHIESA.



1.  Obblighi della Chiesa di giustizia legale e distributiva.


La società è legata verso i singoli da particolari obblighi, che si assommano particolarmente in obblighi di giustizia distributiva: dare a ciascuno il suo secondo la debita proporzione. È legata ancora da particolari diritti, che si assommano anche questi negli obblighi di giustizia legale dei cittadini verso la società. Ciò vale per la Chiesa e per lo Stato.



2. Doveri e diritti verso la Chiesa.


Dei doveri verso la Chiesa si è in gran parte parlato quando si è parlato del dovere di credere e del dovere di praticare la religione. Dei diritti del fedele nei confronti della Chiesa si dovrà parlare, soprattutto, parlando dei sacramenti e delle disposizioni richieste per la loro valida e lecita recezione. Occorre ricordare che la gerarchia è di istituzione divina, almeno nei suoi gradi superiori, ed alla gerarchia per divina istituzione appartiene il potere di governo.


La posizione del laicato verso la gerarchia, considerata nell’esercizio delle sue funzioni di magistero e di impero, logicamente non può esser diversa da quella del discepolo e del suddito, nel senso che al ” servizio ” che la Gerarchia svolge, per il bene della Chiesa, il laicato deve corrispondere con obbedienza e disciplina.


Tuttavia, anche nell’ordine interno sociale, il laico può e deve fare molto in appoggio alla Gerarchia. Sulle relazioni dei laici con la Gerarchia si è espressa nel Concilio ecumenico Vaticano II la Costituzione dommatica Lumen Gentium (n. 37):


“I laici, come tutti i fedeli, hanno diritto di ricevere abbondantemente dai sacri Pastori i beni spirituali della Chiesa, soprattutto gli aiuti della Parola di Dio e dei sacramenti; ad essi quindi manifestino le loro necessità e i loro desideri, con quella libertà e fiducia, che si addice ai figli di Dio e ai fratelli in Cristo. Secondo la scienza, la competenza e il prestigio di cui godono, hanno la facoltà, anzi talora anche il dovere di far conoscere il loro parere su cose concernenti il bene della Chiesa. Se occorra, si faccia questo attraverso gli organi stabiliti a questo scopo dalla Chiesa, e sempre con verità, fortezza e prudenza, con riverenza e carità verso coloro che, per ragione del loro sacro ufficio, rappresentano Cristo.


I laici, come tutti i fedeli, con cristiana obbedienza prontamente abbraccino ciò che i Pastori, quali rappresentanti di Cristo, stabiliscono come maestri e rettori nella Chiesa, seguendo in ciò l’esempio di Cristo, il quale, con la sua obbedienza fino alla morte, ha aperto a tutti gli uomini la via beata della libertà dei figli di Dio. Né tralascino di raccomandare a Dio con le loro preghiere i loro Superiori, affinché, dovendo essi, come responsabili vegliare sopra le nostre anime, lo facciano con gioia e non gemendo (cfr. Eb 13, 17).


D’altra parte i Pastori riconoscano e promuovano la dignità e la responsabilità dei laici nella Chiesa; si servano volentieri del loro prudente consiglio, con fiducia affidino loro degli uffici in servizio della Chiesa e lascino loro libertà e campo di agire, anzi li incoraggino perché intraprendano delle opere anche di propria iniziativa. Considerino attentamente e con paterno affetto in Cristo le iniziative, le richieste e i desideri proposti dai laici. Con rispetto poi riconosceranno i Pastori quella giusta libertà, che a tutti compete nella città terrestre.


Da questi familiari rapporti tra i laici e i Pastori si devono attendere molti vantaggi per la Chiesa; in questo modo infatti è fortificato nei laici il senso della propria responsabilità, ne è favorito lo slancio, e le loro forze più facilmente vengono associate all’opera dei Pastori. E questi, aiutati dall’esperienza dei laici, possono giudicare con più chiarezza e opportunità sia in cose spirituali che temporali; e così tutta la Chiesa, sostenuta da tutti i suoi membri compie con maggiore efficacia la sua missione per la vita del mondo ” (320).


Dei doveri più gravi da parte della gerarchia, su cui pesano maggiori responsabilità si occupa dettagliatamente una disciplina speciale, il diritto canonico. Qui basterà fare un cenno generale dei doveri e dei diritti.


I doveri di giustizia legale verso la Chiesa possono ridursi a tre: doveri di pietà, di cui si parlerà a suo luogo, trattando di questa virtù specifica; doveri di fedeltà ed obbedienza.


La fedeltà verso la Chiesa da parte di colui che ne è entrato a far parte attraverso il battesimo, importa il dovere di sottostare alle decisioni del magistero ecclesiastico, di omettere quanto è proibito dalle leggi della Chiesa e di osservare tutto quello che comandano. E così viene anche praticata l’obbedienza e quel senso di ossequio, che compete verso un’istituzione così santa.


In forza del potere sacerdotale alla Chiesa compete la tutela e la direzione di tutto ciò che riguarda la religione, amministrare i Sacramenti, offrire il S. Sacrificio della Messa, determinare in materia gli obblighi dei fedeli. In forza del suo ufficio pastorale la Chiesa deve condurre i fedeli alla salute eterna e comandare ciò che è necessario od utile per raggiungerla con la maggiore sicurezza possibile. Da parte dei fedeli risponde il dovere di lasciarsi guidare.


Vengono violati questi doveri con tutto ciò che offende la fede e la religione, con lo staccarsi dalla Chiesa, il mostrarsi indifferenti, tiepidi; soprattutto con l’odio e con la lotta aperta o subdola contro la Chiesa.



NOTE


320     (Cost. dog. Lumen gentium, De Ecclesia, n, 37 e il decr, Apostolicam actuositatem). La bibliografia recente e meno recente è assai abbondante. Cfr.: B. MATHIS, Des katholische Kirchenrecht fur den Laien, Paderbon 1940; R. NAZ, Laiìques, in DDC, VI, 328-331; Studi cattolici, n. 2 (1957) 8, 13, 18, 39, 80 contengono vari interessanti articoli sul laicato di G. Thils, J. M. Perin, A. Roland, P. Palazzini, V. Veronese; Les laics dans l’Eglise. Documents du deuxième Congres mondial pour l’apostolat des laics, Rome 5-13 ect. 1957, 2 voll., Rome 1958; II laicato: sue posizioni e suoi ordinamenti (Insegnamenti pontifici, 4, a cura dei monaci di Solesmes), Roma 1958; P. GLORIEUX, Le laics dan l’Eglise, Paris I960; J. CARDET, Le laicat et le droit de l’eglise, Paris 1960; S, TROMP, G. PHILIPS, A. MAYER, L’apostolato dei laici, Roma 1961; AA. VV. Il laicato cattolico. Lineamenti storico-canonistici, Roma 1961; T, FEDERICI, Speranza dei laici, Torino 1961; A. DOGLIO, De capacitate laicorum ad potestatem ecclesiasticam, praesertim: iudicialem, Romae 1962; PASQUALE FORESI, Problematica d’oggi nella Chiesa, Roma 1970; Y. CONGAR, Antorità e libertà nella Chiesa, R. VOILLAUME, Le condizioni di un suo rinnovamento; I. LOEW, Essere posseduti da Cristo, Roma 1971; J. RATZINGER, Il nuovo popolo di Dio, Brescia 1971; Y. CONGAR, Vera e falsa riforma nella Chiesa, Milano 1972; D. TETTAMANZI, Laici, in Dizion. enc. di teologa morale, 2a ed. 444-460 (con ampia bibliografia).