RELAZIONE (divina)

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofano: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". RELAZIONE (divina): la relazione secondo Aristotile e S. Tommaso, è uno dei nove accidenti che si definisce formalmente ordine o rapporto di una cosa all'altra («ad aliquid»).

Essa importa un soggetto (es. Padre), un termine (figlio), un fondamento o ragione secondo cui il soggetto si riferisce al termine (tra padre e figlio la generazione). A differenza degli altri accidenti, che dicono sempre una perfezione realmente inerente al soggetto, la relazione più che una perfezione nel soggetto dice un rapporto aL termine e in questo rapporto («esse ad ») è la sua nota essenziale, mentre la sua inesione nel soggetto («esse in») è secondaria e può essere reale o solo Logica. Così la paternità è tutta nel rapporto di un individuo a un altro in forza della generazione; così anche l'oggetto intelligibile dice ordine, relazione reale all'intelletto conoscente, ma questa relazione per sé nulla aggiunge a quell'oggetto.
 E' verità appartenente alla fede che in Dio ci sono relazioni reali, perché nella Rivelazione incontriamo termini correlativi, come Padre e Figlio. Questa verità deriva anche dalla dottrina delle processioni (vedi questa voce): una processione divina non si può concepire senza un termine a quo e un termine ad quem in rapporto tra loro. Essendo due le processioni quattro saranno i termini e quattro le relazioni tra di essi secondo questo diagramma:
                                      
1.a Processione:
 
P ® (Paternità) F       
F ® (Filiazione) P                                  
 
 
2.a Processione:
 
PF ® (Spirazione attiva) S 
S ®   (Spirazione passiva) PF                
                             
Queste relazioni non si distinguono dalla natura divina se non per una distinzione rationis ratiocinatae (v. Attributi), ma tra di loro si distinguono realmente, perché si oppongono (Paternità-Filiazione) in moda irriducibile, e però richiedono soggetti distinti di attribuzione (la Paternità nel Padre, la Filiazione nel Figlio). Soltanto la Spirazione attiva non si oppone alla Paternità e alla Filiazione e quindi è subbiettata nel Padre e nel Figlio; si oppone però alla Spirazione passiva che richiede perciò un termine distinto (Spirito Santo). Delle quattro relazioni reali che sono in Dio, tre si distinguono numericamente e costituiscono perciò le tre persone divine: il Padre che è la Paternità sussistente, il Figlio la Filiazione sussistente, lo Spirito Santo la Spirazione d'amore sussistente. Secondo l'esse in le Persone sussistono in forza dell'unico essere divino, con cui realmente e assolutamente s'identificano; secondo l'esse ad si distinguono ratione ratiocinata dall'essenza ma realmente tra di loro. Questa distinzione reale mutua essendo puramente relativa non intacca l'unità assoluta di Dio.