PRESCIENZA

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofano: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". PRESCIENZA: è la cognizione attribuita a Dio intorno alle cose future. Futuro è ciò che è contenuto virtualmente nella propria causa e dice ordine e tendenza ad essere realizzato da essa.

Questo rapporto all'esistenza reale non compete al possibile. Il futuro è: a) necessario se dipende da causa determinata secondo una legge naturale fissa per es. un ecclissi; b) contingente se dipende da causa non necessariamente determinata, com'è il futuro libero, proprie della volontà umana; c) assoluto o condizionato secondo che è indipendente o dipendente da una condizione. Se la condizione è tale che non si verificherà mai, pur potendosi verificare, il futuro si chiama ipotetico o futuribile; per es. se Cristo prima del giudizio ritornasse in terra a predicare, tutto il mondo si convertirebbe.
 Una celebre controversia si accese nel sec. XVI tra Domenicani e Gesuiti sulla prescienza divina. Bisogna distinguere il fatto dal modo. 1) Anzitutto è principio teologico certo che non le creature sono causa della scienza divina, ma la scienza divina è causa delle creature, se però ad essa è congiunta la volontà: Dio realizza, se vuole, e determina senza essere determinato da nessuna cosa. 2) E' di fede che Dio conosce tutto, anche il futuro di qualunque specie (Conc. Vat. I, sess. 3). S. Agostino in «De civitate Dei», 5, 9, afferma: «Chi non conosce anticipatamente tutte le cose future, certo non è Dio». 3) Il modo secondo cui Dio conosce il futuro è misterioso e ripete la sua difficoltà dal rapporto tra l'Infinito e il finito, l'eternità e il tempo. La maggiore difficoltà sta nel conciliare la prescienza divina con la libertà umana. Il Tomismo (v. Bannesianismo) parte da Dio e ne difende il dominio anche sugli atti umani, che Egli prevede in quanto li predetermina con la sua volontà onnipotente, la quale muove fisicamente la volontà umana a fare ciò che Egli vuole, In tal modo il mistero svanisce da Dio ma si addensa nell'uomo (v. Concorso). Il Molinismo (v. questa voce) parte dall'uomo per difendere la libertà anche di fronte all'influsso della grazia e alla prescienza divina per mezzo della scienza media, in cui Dio conosce, prima che intervenga la sua volontà ciò che l'uomo farebbe in questo o in quell'ordine di cose creabili. Il mistero svanisce dall'uomo, ma si accentua in Dio.
 La Chiesa lascia ancora discutere. Forse la verità è parzialmente di qua e di là nei due sistemi. Il mistero è nella complessità degli elementi che entrano in gioco: atto libero. che implica intelletto e volontà, scienza divina (causa esemplare) volontà divina (causa efficiente), presenzialità (v. Eternità).