NOMINALISMO

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofano: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". NOMINALISMO; è una corrente filosofica con profonde ripercussioni in Teologia, iniziata sistematicamente da Roscellino (sec. XI) e continuata da Abelardo, ripresa e sviluppata nel sec. XIV da Ockam e dal Biel.

Il Nominalismo è una delle soluzioni date al problema degli universali, cui si appassionarono gli Scolastici fin dall'inizio. Distinta la sensazione e il fantasma (a carattere particolare, individuale) dal concetto (a carattere universale) come Socrate-uomo, si chiedeva quale valore avessero in genere i concetti universali, per es. umanità. Contro il realismo esagerato, di origine platonica, che faceva di quei concetti altrettante forme reali, sussistenti i Nominalisti sostengono che essi sono pure voci o nomi, di cui ci serviamo per indicare individui che somigliano tra di loro. Il concetto universale non ha nessuna realtà fuori della mente: l'unica realtà estramentale è la cosa singolare, l'individuo, come questo fiore, Tizio. Caio. ecc.
Con Abelardo il Nominalismo è Concettualismo (l'universale non è solamente voce, nome, ma anche un vero concetto). Con Ockam si approfondisce la questione della relazione tra concetto e cose reali e si stabilisce che il concetto ha la sua realtà soggettiva nell'anima (oggettività, ideale), ma niente affatto fuori di essa (si prelude al Kantismo!). Il Nominalismo, in questa ultima forma, riduce gran parte della metafisica alla logica, deprime la capacità della ragione umana, preparando le vie allo scetticismo posteriore; in Teologia, negando la distinzione reale tra natura e persona. compromette la dottrina trinitaria e cristologica; negando gli abiti sconvolge la dottrina della grazia, e stende la mano al Luteranesimo (v. questa voce). S. Tommaso aveva risolto il problema degli universali col realismo mitigato: l'universale esiste formalmente nell'intelletto, ma ha un fondamento reale nelle cose.