Martirologio romano (II)

Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Decreto Victoriam paschalem con il quale si promulga l’edizione tipica latina del Martyrologium Romanum riformato secondo le disposizioni del Concilio Vaticano II (29 giugno 2001). III – Il Martirologio romano. IV – L’uso del Martirologio. V –  I Propri del Martirologio. VI – Adattamenti di competenza delle conferenze episcopali

III. Il Martirologio romano

Indole e natura liturgica del Martirologio romano
        20. Nel corso dei secoli, fra i libri per le celebrazioni liturgiche per rendere degnamente culto alla santissima Trinità, come si conviene, fu annoverato il Martirologio, la cui natura liturgica si pose via via in evidenza col passare del tempo.
        21. Le relazioni fra gli antichissimi Calendari liturgici e il Martirologio, con l’aggiunta di opportune indicazioni pratiche dei reciproci nessi fra loro e delle celebrazioni dei divini misteri, crebbero sensibilmente fino alla fisionomia odierna, in cui sono manifesti soprattutto la finalità e l’uso liturgici.

La riforma del Martirologio
        22. Nel corso dei secoli, il Martirologio è stato riveduto numerose volte e recentemente la stessa riforma voluta dal sacro Concilio Vaticano II, e insieme la promulgazione degli altri libri liturgici riformati, sollecita che anche il Martirologio, dopo una doverosa investigazione storica, sia redatto in armonia con gli altri libri del rito romano.
        23. L’elenco dei santi e dei beati nel Martirologio, riguardando i santi e i beati, di cui sopra al n. 15, per tradizione inveterata da gennaio a dicembre, come nel Calendario romano, corrisponde al corso dell’anno civile, benché non intenda minimamente sottovalutare il ciclo dell’anno liturgico.

Stretto nesso del Martirologio con gli altri libri liturgici
         24. La celebrazione liturgica quale manifestazione e attualizzazione dell’amore della chiesa per lo sposo Gesù Cristo, del quale sviluppa e commemora l’intero mistero nel corso dell’anno, riporta anche il culto dei santi. I santi infatti, attraverso la grazia multiforme di Dio, giunti alla perfezione e già conseguita la salvezza eterna, elevano a Dio nei cieli la lode perfetta e intercedono soprattutto per i fedeli cristiani, ma anche per l’intera umanità. Pertanto il mistero di Cristo e il culto dei santi sono vicendevolmente connessi così che nella liturgia della chiesa ci sono rapporti fra il Martirologio e gli altri libri liturgici per la celebrazione del mistero di Cristo, nella quale si trovano anche i santi.
         25. Perciò la chiesa, affinchè le feste dei santi non abbiano a prevalere sulle celebrazioni che ricordano i misteri stessi della salvezza, con l’elenco dei santi e beati da anche le norme liturgiche in base alle quali si possono celebrare le loro memorie nei giorni stabiliti. (27)
        26. È noto infatti che, al di fuori delle solennità o feste dei santi come pure delle memorie obbligatorie, nelle ferie che ammettono la celebrazione di una memoria facoltativa, si può per una giusta causa celebrare, con lo stesso grado, l’ufficio e la messa di un santo iscritto in quello stesso giorno in questo Martirologio romano o nel Proprio del Martirologio, cioè nell’Appendice propria del Martirologio romano regolarmente approvata. (28)

L’elenco dei santi e beati nel Martirologio
         27. Il Martirologio romano, che va considerato libro liturgico, non si è proposto in alcun modo di presentare un elenco completo di tutti i santi e beati o elogi ampi ed esaurienti dei medesimi: questi si possono trovare nei trattali di ascetica edificatoria o nella storia della chiesa come famiglia di santi e popolo santo per acquisizione divina (I Pt 2,9; I Ts 5,9-10; 2 Ts 2,13).
         28. Il Martirologio riporta l’elenco delle memorie anzitutto della beata vergine Maria, Madre di Dio, poi degli angeli e infine dei fedeli cristiani, che sono presenti ai giorni nostri nel culto della chiesa sia universale sia particolare e di ciascuna famiglia religiosa; ma non ha la pretesa di offrire il catalogo completo di tutti coloro che godono della beatissima e perpetua visione di Dio. (29)
         29. Per questi motivi, il Martirologio romano riporta i santi iscritti nel Calendario romano, per il fatto che hanno un’importanza universale in tutta la chiesa di rito romano, e anche molti, ma non tutti, di quelli che sono stati riconosciuti ad una singola chiesa particolare o famiglia religiosa e ricordati con qualsiasi grado liturgico.

IV. L’uso del Martirologio

La celebrazione dei santi o beati
         30. Come è stato precisato sopra (n. 26), la messa o anche l’ufficio di un santo iscritto nel Martirologio romano o nel Proprio del Martirologio regolarmente approvato, si può celebrare, per una giusta causa, nel giorno in cui il suo nome è inserito, nelle ferie in cui è consentita la celebrazione di una memoria facoltativa. (30)
         31. Questa celebrazione di un beato iscritto nel Martirologio o nel Proprio del Martirologio regolarmente approvato sia riservata alla diocesi, alla nazione o al territorio più esteso o alla famiglia religiosa, alle quali fu concesso dalla Sede apostolica (31).
        32. È bene che ogni diocesi o famiglia religiosa abbia il suo Calendario proprio (32) e le singole conferenze episcopali redigano i calendari propri della loro nazione o, assieme alle altre conferenze, un Calendario di una regione più estesa: il tutto deve essere in sintonia con il Martirologio romano e approvato ossia confermato dalla Sede apostolica.
        33. Se poi il “giorno della nascita” di un santo o beato indicato nel Martirologio è impedito ogni anno da un’altra celebrazione di grado superiore, tale santo o beato si può commemorare nei Calendari propri nel giorno libero più vicino o, se è il caso, in un giorno a lui per altro motivo proprio, come per esempio il giorno del ritrovamento, della riesumazione o traslazione del corpo, o anche nel giorno della canonizzazione o beatificazione; tuttavia questo di solito è da ritenersi il meno adatto. (33) In tal caso, nella lettura del Martirologio, al luogo suo si usi l’una o l’altra delle formule proposte più oltre al n. 44.
        34. Ogni singolo santo iscritto nel Martirologio romano può essere scelto come titolare di una chiesa. Se si tratta di un beato, occorre ottenere l’indulto della Sede apostolica, (34) a meno che detto beato sia già regolarmente iscritto nel Calendario della diocesi o della nazione. (35)

Lettura del Martirologio
       35. Gli elogi dei santi di un determinato giorno vengono letti sempre il giorno precedente.
       36. La lettura del Martirologio è lodevole che si faccia in coro, ma può farsi anche fuori del coro.
       37. Nella lettura del Martirologio si rispetti l’ordinamento indicato più avanti.

V.  I Propri del Martirologio
        38. A ciascuna diocesi, nazione o famiglia religiosa è data la possibilità di predisporre un Proprio del Martirologio o Appendice del Martirologio, nella quale siano riportati i santi e beati iscritti nel Calendario proprio, che non si trovassero nel Martirologio romano o si celebrassero in altro giorno o avessero una celebrazione con altro grado o dei quali si è ritenuto opportunamente di ampliare un po’ l’elogio. Tale Proprio sia trasmesso alla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti per ottenere l’esame e l’approvazione o conferma.
        39. Tuttavia tali elogi più sviluppati non siano redatti meramente sulla scia del genere letterario della “Vita” o “Legenda”, ma per quanto possibile manifestino la vittoria pasquale di Cristo nei suoi servi e mostrino ai fedeli la grazia distintiva donata a ciascuno. (36) Inoltre sia sempre rigorosamente rispettata la fede storica, (37) e non si introducano elementi omiletici o “di edificazione”. Gli elogi infine siano espressi con quaranta parole al massimo.

VI. Adattamenti di competenza delle conferenze episcopali
         40. Spetta alle conferenze episcopali preparare le versioni del Martirologio nelle lingue popolari, rispettando in tutto e per tutto l’integrità e la fedeltà e tenendo conto delle particolari caratteristiche del genere letterario.
         41. Conviene che nella stesura del Martirologio gli elogi di ciascun giorno, che sono da ritenersi propri di tutta la nazione o territorio per concessione della Santa Sede, siano collocati al primo posto dopo gli elogi relativi alle celebrazioni iscritte nel Calendario generale e siano stampati con i caratteri dei medesimi. Invece quegli elogi che sono propri di una regione o diocesi, abbiano sempre una loro collocazione nell’Appendice particolare. Il testo di ogni singola edizione dev’essere
approvato a norma del diritto dalla conferenza episcopale ed essere esaminato e confermato dalla sede apostolica. Con i dovuti adattamenti, la medesima cosa vale per ogni famiglia religiosa.
         42. Nella preparazione delle edizioni si deve assolutamente distinguere fra le versioni del Martirologio romano, che devono essere integrali, e le collezioni parziali che, estrapolate dal Martirologio romano per uso pastorale, non potranno essere destinate all’uso liturgico.

 
 Note

27 Ct. Const. Sacrosanctum concilium. n. 111: EV 1/199s.
28  Cf. Institutio generalis de Liturgia Horarum, nn. 244, 234-239: EV 4/383-373-378; S. CONGREGATIO PRO CULTU DIVINO, Instructio Calendaria particularia, 24 iunii 1970, nn. 8-10: AAS 62(1970), 653-654: EV 3/2584-2586.
29 Cf. Institutio generalis Missalis Romani, n. 316: EV 19/553.
30 Cf. Institutio generalis Missalis Romani, n. 316: EV 19/553; Institutio generalis de Liturgia Horarum. n. 244: EV 4/383.
31 Cf. S. CONGREGATIO PRO CULTU DIVINO, Instructio Calendaria particularia, nn. 8-9: AAS 62( 1970), 653-654: EV 3/2584-2585.
32 Normae universales de Anno liturgico et de Calendario, nn. 48-55: EV 3/938-945; S. CONGREGATO PRO CULTU DIVINO. Instr. Calendaria particularia, 24 iunii 1970, nn. 1-9. 12: A AS 62( 1970). 651 -654; EV 3/2577-2585.2588.
33 Cf. S. CONGREGATIO PRO CULTU DIVINO, Instructio Calendaria particularia, n. 21: AAS 62(1970) 656; EV 3/2597.
34 Cf. S. CONGREGATIO PRO CULTU DIVINO, Instructio Calendaria particularia,
n. 34: AAS 62(1970). 659; EV 3/2610; Pontificale Romanum, Ordo Dedicationis
ecclesiae et altaris, editio typica, 1977. caput II, n. 4: EV 3/201.
35 CONGREGATIO PRO CULTU DIVINO ET DISCIPLINA SACRAMENTORUM, Notificatio Ad spiritale fidelium de dedicatione aut benedictione ecclesiae in honorem
alicuius Beati, 29 novembris 1998: Notitiae 34(1998), 664: EV 17/1733.
36 Cf. Const. Sacrosanctum concilium. N. 92: EV 1/161-164.
37 Cf. Const. Sacrosanctum concilium. n.111: EV l/199s.