Indulgenza plenaria a chi recita l’inno Acathistos

…Penitenzieria apostolica. Tra i numerosi documenti della sapienza cristiana, che sono nel contempo insigni opere d’arte per lo splendore della bellezza, occupa un posto eminente l’inno, veramente sublime, della liturgia bizantina denominato “Acathistos”; in esso, infatti, alla perfezione letteraria, che viene spontaneo chiamare prodigiosa, si uniscono l’ardore del sentimento e l’altezza della contemplazione mistica…

PENITENZIERIA APOSTOLICA


Decreto Mater Christi


Indulgenza plenaria a chi recita l’inno Acathistos


La beatissima vergine Maria, madre del Cristo e della chiesa, “per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per così dire e riverbera i massimi dati della fede, mentre viene predicata e onorata”, e così “chiama i credenti al Figlio suo, al suo sacrificio e all’amore del Padre” (Conc. ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 65).


Orbene, la chiesa ha sperimentato sempre e dovunque questa meravigliosa potenza della Madre di Dio, onde la fede riceve lume e forza e la devozione diventa sempre più fervida; e, in relazione alle diverse lingue, sensibilità e ricchezze culturali dei popoli, essa ha espresso tale prerogativa della Madonna nelle formule di preghiere e nei riti di culto.


Così, tra i numerosi documenti della sapienza cristiana, che sono nel contempo insigni opere d’arte per lo splendore della bellezza, occupa un posto eminente l’inno, veramente sublime, della liturgia bizantina denominato “Acathistos”; in esso, infatti, alla perfezione letteraria, che viene spontaneo chiamare prodigiosa, si uniscono l’ardore del sentimento e l’altezza della contemplazione mistica.


Ma in virtù della cattolicità, nella chiesa “le singole parti portano i propri doni alle altre parti e a tutta la chiesa, e così il tutto e le singole parti sono rafforzate” (LG 13) per quanto concerne tutti i doni spirituali della divina liberalità. Ne è derivata la felice conseguenza che il lodato inno “Acathistos”, specialmente in questi ultimi anni, si è largamente diffuso anche tra i fedeli di rito latino, ed è stato accolto con grande frutto della pietà religiosa, sia in privato sia in pubbliche celebrazioni.


E’ allora evidente la convenienza di consolidare e ulteriormente diffondere questa consuetudine lodevolmente introdottasi: tra l’altro l’ha avvalorata col suo esempio lo stesso sommo pontefice Giovanni Paolo II, che nella solennità dell’Annunciazione del Signore dell’anno mariano 1988 pubblicamente ha usato questa forma di preghiera; essa infatti favorisce l’affetto dei fedeli per la beatissima “Theotokos”, rafforza il vincolo della comunione cattolica tra fratelli appartenenti a riti diversi, ma ad una medesima chiesa, acuisce la facoltà di cogliere quella spirituale venustà che facilita l’elevarsi a Dio, somma Bellezza.


Pertanto la Penitenzieria apostolica ha ritenuto conveniente annettere l’indulgenza plenaria alla pia recita dell’inno “Acathistos” negli stessi termini, nei quali è annessa alla recita del rosario mariano, così che la ottengano i fedeli di qualunque rito, alle consuete condizioni – e cioè della confessione sacramentale, della comunione eucaristica e della preghiera secondo le intenzioni del sommo pontefice – se reciteranno l’inno “Acathistos” in una chiesa o oratorio, ovvero in seno alla famiglia, o comunitariamente negli istituti religiosi e pie associazioni. Essi conseguiranno invece l’indulgenza parziale in circostanze diverse (cf. Enchiridion delle indulgenze, Concessione n. 48).


Sua santità, per elezione della divina Provvidenza, Giovanni Paolo II, nell’udienza accordata al sottoscritto cardinale penitenziere maggiore il 25 maggio 1991, con la sua suprema autorità, ha approvato la riferita risoluzione della Penitenzieria apostolica e ha dato ordine di pubblicarla a norma di legge.



Roma, Penitenzieria apostolica, 31 maggio 1991, festa della Visitazione di Maria ss.ma a s. Elisabetta.



WILLIAM card. BAUM, penit. magg.


LUIGI DE MAGISTRIS, reggente