CAUSALITÀ (dei Sacramenti): modo

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica".  CAUSALITÀ (dei Sacramenti): modo. Se la fede ci insegna che i sacramenti sono vere cause strumentali che producono «ex opere operato» la grazia, ci lascia però liberi di discutere sull\’intima natura di tale causalità.

I teologi pertanto nel corso di sette secoli hanno emesso molte sentenze, che con una gamma di indefinite sfumature salgono dal minimismo nominalistico al realismo di S. Tommaso.
 Guglielmo di Auxerre seguito dagli Occamisti, disse che i sacramenti sono cause della grazia perché, per una specie di armonia prestabilita, al rito esternamente posto dal ministro corrisponde sempre la intima azione di Dio, che infonde la grazia. E\’ questo una specie di occasionalismo sacramentale, che spogliando i sacramenti della dignità di vere cause efficienti, venne totalmente abbandonato dopo il Conc. di Trento.
 Il Card. Lugo con molti Gesuiti e Scotisti ritiene che i sacramenti come riti dignificati dal sangue di Cristo muovono moralmente Dio a comunicare la grazia. E\’ questa la famosa causalità morale tanto brillantemente sostenuta nel secolo scorso dal Card. Franzelin, che oggi però lascia indifferenti la maggior parte dei teologi perché anche se si prescinda dalle difficoltà di concepire la dignificazione di un rito da parte di Cristo senza che direttamente e realmente vi influisca, pare che sposti i sacramenti dall\’ordine della causalità efficiente in quello della causalità finale, come pure sembra non salvare perfettamente la regione di causa strumentale.
 Il Card. Billot con alcuni suoi discepoli (Van Noort, Manzoni) opina che i sacramenti siano cause efficienti intenzionali. Ma secondo i principi di quella filosofia che stava tanto a cuore all\’eminente teologo, la causalità intenzionale, proprio del segno, è d\’indole formale: allora come si può asserire che i sacramenti sono cause efficienti e formali della grazia?
 Il Capreolo, con alcuni vecchi interpreti di S. Tommaso, pensò che i sacramenti sono veri strumenti fisici che sotto l\’influsso di Dio arrivano a produrre nell\’animo non la grazia santificante (che riteneva creata e pertanto producibile solamente da Dio) ma una specie di «ornatus» o disposizione esigitiva della grazia. A parte le sue molte incongruenze, il sistema sembra urtare con i dati della rivelazione che affermano essere i sacramenti produttivi non di disposizioni alla grazia ma della grazia stessa.
 S. Tommaso finalmente insegna che i sacramenti sono cause strumentali, che sotto la mozione della causa principale, cioè di Dio, con un influsso reale e misterioso giungono fino a produrre la stessa grazia santificante (causalità fisico-perfettiva). Questa dottrina, che non fa che tradurre in linguaggio filosofico le vivide espressioni della Scrittura e dei Padri, armonizza perfettamente con molte altre parti del sistema teologico costruito dal Dottore Angelico e ha sempre raccolto larghi consensi dai più illustri teologi.