Omissione di orazioni presidenziali.

Congregazione per il Culto Divino. Benché nella celebrazione della messa il primo posto spetti alla preghiera eucaristica, l’orazione colletta, quella sulle offerte e quella dopo la comunione sono molto importanti, perché sono dirette a Dio, a nome di tutto il popolo santo e di tutti i presenti, dal sacerdote che presiede l’assemblea dei fedeli in persona di Cristo.

Notitiae, 30 giugno 19971

È lecito al sacerdote celebrante omettere di propria iniziativa l’una o l’altra delle orazioni presidenziali, cioè la colletta o l’orazione sulle offerte o l’orazione dopo la comunione?

Risp.: No. Benché nella celebrazione della messa il primo posto spetti alla preghiera eucaristica, l’orazione colletta, quella sulle offerte e quella dopo la comunione sono molto importanti, perché sono dirette a Dio, a nome di tutto il popolo santo e di tutti i presenti, dal sacerdote che presiede l’assemblea dei fedeli in persona di Cristo. Il loro carattere “presidenziale” esige che vengano proferite a voce chiara ed elevata e siano ascoltate con attenzione da tutti. Per quanto riguarda l’orazione “colletta”, con essa viene espressa l’indole della celebrazione e la supplica con le parole del sacerdote è diretta a Dio Padre, per Cristo, nello Spirito santo. L’orazione sulle offerte poi conclude la preparazione dei doni e prepara la preghiera eucaristica. Infine nell’orazione dopo la comunione, il sacerdote prega per i frutti del mistero celebrato. Il popolo, unendosi a queste tre orazioni e dando il suo assenso ad esse, fa propria l’orazione con l’acclamazione “Amen”. Di grande importanza dunque nella struttura della messa, esprimendo le volontà e i propositi, sembrano facilmente accessibili ai fedeli cristiani. Perciò, secondo le norme promulgate nel Messale romano, le suddette orazioni non si possono affatto omettere. E il sacerdote che le tralascia commette un abuso di non poco conto.