IPOSTATICA

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". IPOSTATICA (unione) (gr.* substantia = supposito, soggetto sussistente, quindi persona): al tempo del Nestorianesimo (V sec.) S. Cirillo di Alessandria, a difendere la verità e la realtà dell'unione della natura umana e della natura divina in Cristo, cominciò a usare con frequenza l'espressione: * = unione secondo l'ipostasi, ipostatica contro * = unione accidentale, morale di Nestorio).

L'espressione cirilliana passò negli atti del Conc. di Efeso (431) e dei Concili seguenti sempre nel senso di unione sostanziale, reale, con tendenza al significato di unione personale, che viene esplicitamente consacrato al Conc. III di Costantinopoli (680), dove si definisce che le due nature convergono in una sola persona e in una ipostasi (DE, 290).
  Partendo da questi dati positivi si determina il concetto preciso di unione ipostatica come unione personale, in cui si attua l'Incarnazione del Verbo in modo singolare, ben distinto da quello che si verifica in un semplice uomo. L'unione tra l'anima e il corpo in ciascuno di noi consta di due sostanze incomplete e termina in una natura e una persona. L'unione propria di Cristo consta di due nature, complete ed integre (Conc. Calcedonese) e termina in una sola Persona, che è quella del Verbo, già preesistente all'atto dell'Incarnazione (Conc. di Efeso).
  L'unione ipostatica è un mistero di fede, che i Teologi cercano d'illustrare in base al concetto di personalità (v. questa voce), che purtroppo non è il medesimo nelle varie scuole. Ammesso che la personalità si costituisce formalmente in virtù della sussistenza come essere proprio di una sostanza, l'unione ipostatica s'illustra efficacemente dicendo che la natura umana di Cristo, sostanzialmente completa e determinata, non ebbe la sua personalità perché priva dell'essere proprio e però fu elevata alla partecipazione dell'essere divino del Verbo e quindi della sua divina personalità. In Cristo dunque c'è una sola Persona (il Verbo), perché c'è un solo essere, una sola sussistenza. che è quella del Verbo. Unione reale, profonda. come vuole il Conc. di Efeso; ma distinzione permanente delle due nature integre e perfette, come vuole il Conc. di Calcedonia.
  Vedi: Incarnazione, Persona, Nestorianismo, Monofisismo.