FEDE

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica. FEDE: in genere consiste nel credere alla parola altrui. In senso tecnico e soprannaturale la fede è adesione dell\’intelletto sotto l\’influsso della grazia a una verità rivelata da Dio, non per ragione d\’intrinseca evidenza, ma in forza dell\’autorità di Colui che l\’ha rivelata.

S. Paolo (agli Ebrei, 11, 1) ne dà la definizione, che Dante traduce letteralmente nel c. 24 del «Paradiso»:
 
Fede è sustanzia di cose sperate,
e argomento delle non parventi.
 
Cioè la fede è la realtà anticipata delle cose eterne (visione betitifica) che noi speriamo, ed è la prova dimostrativa delle cose che la mente non vede. La fede è formalmente nell\’intelletto come abito (una delle tre virtù teologali infuse da Dio insieme con la grazia santificante) e come atto. Ma all\’atto di fede concorre anche la volontà, perché le verità divine, superando spesso la capacità razionale dell\’uomo, mancano di quell\’evidenza che suoI determinare l\’assenso dell\’intelletto e perciò è necessario l\’intervento della volontà per muovere l\’intelletto ad aderire alla verità rivelata, sia pure incomprensibile, in omaggio a Dio.
Pertanto la fede è rationabile obsequium, una libera sottomissione della ragione umana alla Verità eterna che si svela, e come tale è meritoria. Il motivo formale della fede è dunque solo l\’autorità di Dio, che costituisce un\’evidenza estrinseca, mentre la scienza richiede un\’evidenza intrinseca; perciò la fede è oscura, ma ha una fermezza e una certezza superiori a quelle d\’ogni cognizione puramente umana.
 La fede sia all\’inizio come nel suo successivo sviluppo, è sempre effetto della grazia di Dio (cfr. il Conc. di Orange II contro i Semipelagiani). Essa è indispensabile alla santificazione e alla salvezza (Conc. Trid.), ma senza le opere non basta: «Fides sine operibus mortua est» (S. Giacomo).
 Lutero riduce la fede a una cieca fiducia nella divina misericordia e i Modernisti a un sentimento erompente dalla subcoscienza (v. questa Voce e Luteranesimo, Modernismo). Cfr. Conc. Trid.. sess. VI. cc. 6-7 (DE, 798-801); Conc. Vatic., sess. III cc. 3-4 (DE, 1789-1800); Enciclica «Pascendi» (DE, 2074).