Accidenti Eucaristici

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica”. 

Accidenti Eucaristici: ossia le specie del pane e del vino (quantità, colore, sapore) che rimangono invariate; sono la condizione assolutamente necessari perché il corpo e il sangue di Cristo siano presenti in modo sacramentale (vedi Presenza reale: modo).

Difatti se gli accidenti non rimanessero, la presenza del corpo di Gesù non si potrebbe avere che «in specie propria», ossia per l\’adattazione delle singole parti del corpo glorioso alle parti corrispondenti dello spazio circostante, di modo che rimanendo rinchiuso nel luogo A non potrebbe simultaneamente trovarsi nel luogo B, come un litro di acqua non può essere contemporaneamente contenuto per intero in due bottiglie da un litro ciascuna. Rimanendo invece immutati gli accidenti, il corpo di Cristo, che è contenuto localmente una volta sola nel cielo, può essere reso presente alla maniera della sostanza tante volte quante sono le consacrazioni eucaristiche, senza che si possa gridare all\’assurdo di un corpo molte volte distante da se stesso, perché essendo la distanza l\’intervallo che giace tra due corpi localmente presenti nello spazio, non si verifica tra il corpo di Cristo in cielo e lo stesso corpo nell\’Eucaristia, dal momento che nell\’ostia non è presente in modo locale, ma soltanto sacramentalmente.
Si è discusso molto tra filosofi e teologi sulla natura degli accidenti. ma i dati della Tradizione come le dichiarazioni della Chiesa, fatte a Costanza (DE, 582) e a Trento (DB, 884) ci avviano ad accettare la classica dottrina degli Scolastici, i quali costantemente ritennero che le specie sacramentali non siano delle soggettive modificazioni dei sensi (contro Cartesio) e neppure degli effetti divinamente prodotti nel luogo del pane e del vino (contro gli Atomisti e i Dinamisti) ma numericamente le stesse realtà accessorie che avevano per soggetto d\’inesione la sostanza del pane e del vino, prima della transustanziazione, dopo della quale rimangono senza alcun soggetto naturale, ma sostenute nel loro essere primiero dall\’onnipotenza divina, che come formò nel seno della Vergine il corpo di Gesù senza seme virile, così può eminentemente supplire l\’effetto della sostanza riguardo agli accidenti.
Al corrompersi delle specie eucaristiche cessa immediatamente la reale presenza, perché svanisce il loro rapporto di contenenza rispetto al corpo di Cristo, senza che questo venga sottoposto a modificazione alcuna.